Andrea Razeto

Andrea Razeto

Parliamo di ICOMIA con Andrea Razeto neo presidente dell’Associazione

Editoriale

21/05/2019 - 09:37

ICOMIA, the International Council of Marine Industry Associations è stata costituita, com’è noto, nel 1966, specialmente su spinta della Gran Bretagna, per riunire tutte le associazioni professionali del settore nautico di tutto il mondo e assumere un ruolo internazionale di rappresentanza. Era un momento di grande sviluppo del settore e il nuovo istituto della Commissione Europea, creata nel 1958, incominciava a legiferare anche in campo nautico, così specialmente inglesi, olandesi e tedeschi, che seguivano assai più di noi le attività comunitarie, ottennero che, dal 1966, ICOMIA potesse svolgere un ruolo di consulenza preventiva sulle Direttive che interessavano in qualche modo la nautica. Anche UCINA Confindustria Nautica ne ha fatto parte dall’inizio, ma solo in tempi più recenti, prima negli anni ’90 con l’allora Segretario Generale di UCINA, Andrea Gasparri, poi nel 2010 con Lorenzo Selva, purtroppo scomparso nel 2012, ha ottenuto in essa l’incarico di vertice.

Nel 2015, poi, è la volta di Andrea Razeto, oggi come allora vice presidente UCINA, a essere eletto vice presidente di ICOMIA. Una nomina coincisa, sempre nel 2015, con quella di Piero Formenti – anch’egli vice presidente UCINA - quale presidente di EBI, European Boating Industry, altra associazione, stavolta di respiro continentale, di fondamentale importanza in termini rappresentativi a livello comunitario e internazionale, per l’intero comparto nautico.
Insomma, un 2015 che ha segnato un deciso cambio di passo nell’attività di UCINA a livello  internazionale sia per peso politico che la nostra associazione ha saputo far valere nei citati organismi sia per l’apporto dato dai due vice presidenti UCINA, convinti fautori dell’attività associativa e, dunque, capaci di farsi apprezzare con il loro lavoro e presenza costanti: sempre a disposizione degli associati, sempre propositivi per la crescita delle Associazioni.
Un lavoro evidentemente di grande sostanza che ha portato Andrea Razeto a divenire il nuovo presidente di ICOMIA, eletto giusto un mese fa. Imprenditore – è amministratore delegato della Razeto & Casareto, azienda che produce serramenti e maniglie per il navale e per il diporto nautico – ha già ricoperto ruoli di rilievo sia in Confindustria Liguria, Regione dove opera la sua azienda, sia, come detto, in Confindustria Nautica.

Andrea Razeto il giorno della sua elezione a Presidente di ICOMIA
Andrea Razeto il giorno della sua elezione a Presidente di ICOMIA

Lo abbiamo intervistato cercando subito di mettere meglio a fuoco l’attività di ICOMIA.

Presidente, spieghiamo ai nostri lettori cos’è ICOMIA, cosa fa?
ICOMIA è una federazione di associazioni industriali nautiche nazionali, che oggi riunisce 40 paesi e che ha come scopo principale quello di diffondere la cultura nautica dell’utilizzo della barca, portando benefici al sistema produttivo.
Più piacciono le barche più se ne vendono più se ne producono…
È così, ma le attività attraverso le quali cerchiamo di raggiungere il nostro obiettivo industriale sono molte e complesse, non si tratta di marketing o almeno non solo di quello.
Com’è strutturata l’Associazione?
La Presidenza è a capo di una governance composta da nove persone, espressione di altrettante industrie nautiche. Nella struttura c’è poi c’è un segretario generale a capo di un task force, braccio operativo attraverso il quale si mettono in atto attività che seguono gli indirizzi politici di ICOMIA. Nell’attività di ICOMIA c’è poi il contributo di una serie di consulenti tecnici che fanno parte di commissioni nate con lo scopo di monitorare il nostro comparto a tutti i livelli, soprattutto tecnico, e poi proporre soluzioni. È un lavoro che viene svolto in tutte le sedi necessarie, letteralmente in tutto il mondo..
Che tipo di attività svolgono?
Innanzi tutto standardizzare quanto più possibile le regole che interessano la produzione ma anche le normative vigenti nei vari paesi per quel che riguarda l’utilizzo delle barche. Vale ad esempio per le regole ambientali ma anche per la sicurezza...
Chi sono i vostri interlocutori?
Organizzazioni tipo IMO o ISO, che stabiliscono le normative marittime a livello internazionale, ma anche istituzioni come la Comunità Europea, e i singoli paesi dove si producono barche e dove si utilizzano. Quello dell’armonizzazione è un lavoro molto importante vuol dire abbattere le barriere, ampliare gli scambi e la diffusione delle barche anche verso paesi emergenti sotto il profilo nautico.
Sembra però che il mondo stia però andando da un’altra parte: cosa pensa dei dazi imposti da Trump?
Seguiamo l’evoluzione dei fatti con grande attenzione. ICOMIA ha già espresso contrarietà e preoccupazione per un eventuale coinvolgimento della nautica nell’effetto domino che si potrebbe profilare di qui a breve, con i dazi diffusi negli scambi commerciali internazionali. Non gioverebbe a nessuno, farebbe solo lievitare i costi delle barche che ricadrebbero innanzi tutto sull’utente finale. Questa è una delle cose che non vogliamo a livello di ICOMIA ma anche di UCINA. Proprio in queste settimane siamo costantemente al lavoro per trovare una soluzione ragionevole rispetto al problema. Sicuramente non possiamo intervenire per bloccare certe decisioni prese dai Governi, ma stiamo cercando di fare in modo che il nostro settore venga colpito in maniera quanto più ridotta dal problema, spingendo affinché l’entità dei dazi per i prodotti nautici sia minima. Stiamo lavorando in questo senso assieme a EBI a livello europeo, le uniche associazioni coinvolte ai tavoli delle Commissioni in rappresentanza del mondo nautico produttivo, tavoli dove nascono le Direttive Comunitarie che riguardano il nostro comparto. Stiamo facendo la stessa grande attività di lobbing anche negli USA, trovando piena collaborazione da NMMA, l’UCINA statunitense associata ICOMIA, perché nemmeno i produttori di barche e motori americani sono contenti di ciò che si sta profilando.
Torniamo alla mission di ICOMIA: c’è anche un aspetto culturale nella propria attività?
Sì, l’attività è ovviamente rivolta soprattutto ai nostri associati, alle aziende nautiche di tutto il mondo che attraverso le associazioni nazionali di cui fanno parte, sono a loro volta parte di ICOMIA. Un’attività che viene sintetizzata nella pubblicazione annuale di una guida dal titolo esplicito: “Grow Boating Guide”. All’interno c’è una sorta di vade mecum di quelle che sono le attività legate alla promozione delle barche, allo stimolo delle attività legate al loro uso, e quindi alla crescita della nautica. Ci sono anche capitoli dedicati alle attività strettamente imprenditoriali, dove sono tracciate le linee guida che possono accrescere la competitività e l’internazionalizzazione di un brand, in relazione agli andamenti del mercato, alle tendenze, alla creazione di nuovo business in quei paesi dove la cultura dell’andar per mare sta iniziando ad attecchire ecc. Insomma, è uno strumento per le aziende che vogliono capire di più del nostro mondo, per orientare di conseguenza il loro business.
Fornite anche informazioni relativamente ai saloni nautici?
Certo, spieghiamo agli imprenditori quali sono gli eventi, quali mercati coprono, per cosa si caratterizzano…

A questo proposito immagino che il lavoro di ICOMIA preveda anche stretti contatti con IFBSO (International Federation of Boat Show Organisers), l’associazione che ha il compito di coordinare, calendarizzare e promuovere tutti i più importanti boat show del mondo.
Indubbiamente, anche perché i saloni nautici sono dei momenti fondamentali, impareggiabili sotto il profilo della promozione e del business per l’intero settore. Il contributo che cerchiamo di dare, grazie anche alla creazione di una nuova commissione mista, composta da esponenti ICOMIA e IFBSO, è quello di armonizzare l’attività di tutti i saloni, compreso il Salone Nautico di Genova, l’unico boat show italiano di levatura internazionale compreso nel calendario IFBSO, con quelli degli altri paesi, affinché possano assolvere alla loro funzione di “megafono” capace di coinvolgere l’attenzione di tutti, operatori e utenti. Tutto sempre finalizzato alla crescita del settore. Quindi. Diciamo che sono associazioni distinte, con attività che non si sovrappongono ma che sicuramente collaborano nel loro lavoro. Nel 2016 grazie al supporto di UCINA, Trieste ha ospitato l’appuntamento annuale nel quale ICOMIA e IFBSO s’incontrano, un vero e proprio congresso dove ogni anno vengono discussi e messi in rilievo obiettivi e strategie che possono far crescere il settore.
Mi faccia un esempio, di cosa state parlando di questi tempi?
Fra le cose più interessanti ci sono gli aspetti legati alla digitalizzazione, ne abbiamo fatto l’argomento del congresso dell’anno scorso in Australia. È un ambito che coinvolge sia gli aspetti produttivi dei nostri cantieri, di tutte le aziende che partecipano alla filiera nautica, ma anche quella delle barche, dove l’avvento dell’elettronica è capace di offrire agli utenti nuovi standard, nuove esperienze di navigazione, nuovi livelli di comfort e d’interazione. Stiamo andando verso una generazione nautica 4.0, dobbiamo fare in modo di trarne tutti i benefici, per le aziende e i loro clienti.

Prima mi ha parlato dei paesi in via di sviluppo nautico. Spesso sono assolutamente impreparati al fenomeno, specie sulle regole che governano la navigazione da diporto e gli standard produttivi: come li aiutate?
Cerchiamo di aiutarli spingendoli innanzi tutto a creare delle associazioni di categoria nazionali, che siano capaci di interloquire e interagire con le istituzioni locali per creare le basi affinché il germe della nautica possa attecchire con più facilità. Diamo loro il massimo supporto, mettiamo a disposizione tecnici, il nostro bagaglio di conoscenza ed esperienza.
Spesso mancano le normative ma anche le infrastrutture adatte ad accogliere la nautica, come i porti turistici...
Siamo a loro disposizione per dare una mano anche per le problematiche che riguardano la portualità turistica, aiutarli a capire il modello di sviluppo e di business di queste strutture, le problematiche legate al demanio ecc.. Da un paio d’anni abbiamo implementato la nostra attività su questi temi attraverso la nostra commissione ICOMIA Marinas Group, fino a poche settimane fa presieduta con grande efficacia da Roberto Perocchio - presidente di Assomarinas e Consigliere UCINA Confindustria Nautica ndr - avvicendato ora da Martinho Fortunato, presidente dell’associazione dei marina portoghesi.
Ogni due anni questa organizza il World Marinas Conference: nel 2016 era stato ad Amsterdam, in occasione del METS, quest’anno sarà a ottobre ad Atene. Si tratta di un convegno dove viene fatto il punto sull’attività svolta nell’anno e le prospettive e le proposte per quello successivo. Aver creato tale Gruppo così forte è sicuramente un segnale di quanto sia importante e strategico per ICOMIA l’approfondimento di certe tematiche, un vero e proprio know-how a disposizione di tutte le aziende.
Per noi giornalisti della nautica ICOMIA è anche un’importante fonte di dati statistici che fotografano il momento, lo stato di salute dei mercati…
Anche questa è un’attività molto importante per la quale, per dare ancora maggiore enfasi al suo valore, quest’anno abbiamo costituito un’apposita commissione, Marketing and intelligence Task Force, che ha il compito di aggiornare e diffondere con ancor più puntualità, ogni dato possibile sui trend del settore, raccogliendo informazioni da tutti e 40 i nostri associati, praticamente da tutto il mondo, elaborandole e proponendo statistiche concrete e affidabili per le aziende. UCINA, come altre associazioni nazionali, acquista le statistiche ICOMIA e le mette a disposizione gratuitamente di tutti i suoi associati, offrendo un ottimo strumento di supporto alla pianificazione aziendale.

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