“La riforma del codice della nautica ha portato grandi novità legislative nel settore nautico italiano, in stallo da diversi anni, con semplificazioni burocratiche all’utenza, anche se come come spesso accade, le innovazioni non sono mai di gradimento a tutti”.
È il commento del vicesegretario nazionale della sezione nautica della Confarca, Marco Morana, in merito ad un servizio andato in onda su Canale 5 – nel tg satirico Striscia la Notizia – in cui viene evidenziato che con la nuova riforma alcuni motori marini che superano determinate caratteristiche sono rientrati nell’obbligo della patente nautica, tra cui anche quelli da 40 cavalli. “Comprendiamo il disappunto manifestato da alcuni operatori del settore e siamo certi che il Ministero troverà una soluzione con i decreti correttivi entro i termini di Legge, soprattutto in vista dell’estate – afferma Morana – Tuttavia, la Confarca ci tiene a far riflettere l’opinione pubblica su alcuni aspetti che nel servizio proposto da Striscia la Notizia non sono emersi: è ammissibile che in Italia un ragazzo di sedici anni possa navigare con una barca su cui è montato un motore di 40 cv?”
Morana fa notare che “alcune unità navali equipaggiate con questi motori riescono a navigare ben oltre i 40 nodi di velocità senza che il conduttore conosca alcuna normativa e disciplina nautica, in beffa alla sicurezza della navigazione e dei bagnanti”.
Un’anomalia tutta italiana, quella che fino a qualche mese fa si registrava nei nostri mari: “Basta guardarci intorno per vedere che in Francia dopo i 9 cv di potenza del motore è obbligatoria la patente nautica, mentre in Croazia addirittura dopo 5 cv – chiosa Morana - L’anno scorso, le statistiche presentate al Salone Nautico di Genova dalla Guardia Costiera hanno mostrato dati allarmanti: la maggior parte dei sinistri nautici avvengono a poche miglia di distanza dai litorali italiani e, guarda caso, trattasi di natanti condotti senza l’obbligo della patente nautica”.
“Pertanto, piuttosto che diffondere l’idea che sia giusto navigare senza un’adeguata formazione, in analogia a quanto già avvenuto nel campo automobilistico per i ciclomotori – conclude Morana – sarebbe opportuno gettare le basi anche in Italia per una giusta cultura nautica, divulgare i principi fondamentali per una necessaria sicurezza in mare a tutela dei bagnanti e di chi naviga: prima di mettersi al timone di una barca con motore potente occorre conseguire la patente nautica”.