Un colpo di cannone alle 12 di domani e si parte, da Saint-Tropez a Genova passando per il mitico faro della Giraglia, a nord della Corsica, che da il nome a una delle più classiche regate del Mediterraneo, la Rolex Giraglia. Ad affrontare la regata ci sarà anche Crossing Routes, a bordo di Vaquita. Per l’equipaggio del Class40 si tratta di un’altra prova importante, dopo le buone prestazioni alla 100 Miglia di Montecristo e alla 151 miglia - Trofeo Cetilar.
La Rolex Giraglia non ha bisogno di presentazioni, una regata tra le più prestigiose del Mediterraneo, nata all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Infatti, nel 1953, ancora una volta fu affidato allo sport il compito di agevolare la ripresa dei buoni rapporti tra due paesi, Italia e Francia, reduci da anni molto difficili politicamente, socialmente ed economicamente. Ancora oggi, giunta alla sua 66° edizione, questa grande classica è organizzata in collaborazione tra la Société NauDque de Saint-Tropez e lo Yacht Club Italiano, entrambi partner del Title Sponsor Rolex, che dal 1998 firma l’evento e contribuisce a dargli una risonanza internazionale.
Crossing Routes partecipa anche grazie al prezioso contributo di Yacht Club Italiano, che con la consueta sensibilità nei confronti di temi sociali ha supportato l’iscrizione del Different Sailing Team toscano alla prova offshore.
Una prova offshore, il clou della manifestazione, che prenderà il via dopo una 4 giorni intensa di regate iniziate venerdì 8 giugno con la regata di “avvicinamento” partita da Sanremo, in cui oltre 80 scafi si sono rincorsi fino a Saint-Tropez. Da domenica 10 a martedì 12 giugno le cosiddette “costiere” hanno impegnato equipaggi internazionali in quelle che sono le prove più tecniche, affinando regolazioni, tattica e manovre, in una cornice paesaggistica che sembra pensata apposta per lo spettacolo. E, infatti, il pubblico non si è fatto attendere. Domani, mercoledì 13 giugno, la prova “regina": la regata offshore, per un totale di 245 miglia.
Per l’occasione Crossing Routes parteciperà con un equipaggio “ridotto”, composto da: Alessio Bernabò, skipper e coordinatore del progeKo, Elena Manni e Marco Marmeggi. Insieme a loro il videomaker Cristiano Gazzarini, con l’intento di documentare dall’interno la vita e la regata a bordo di Vaquita, l’Akilaria RC1 scelto dall’Associazione Diversamente Marinai per condurre il programma sportivo 2018.
“Vogliamo far vedere e sentire anche a chi ci segue le emozioni che questo sport fa vivere. Lavoriamo con la vela e la disabilità da anni, con Crossing Routes abbiamo fatto un passo in una direzione più sportiva e vogliamo reclutare atleti e allargare la base. Speriamo di riuscire a incuriosirli e fargli salire il desiderio di mettersi in gioco. E poi, rivedersi in video permette di ricontrollare errori e imprecisioni, è un buon esercizio” commenta Marco Marmeggi, Presidente di Diversamente Marinai.
Una scelta, quella di regatare “solo” in tre, che per Crossing Routes rappresenta un ulteriore test, coerentemente con quell’intenzione di mettersi sempre alla prova che caratterizza il progetto sin dall’inizio, e che Alessio Bernabò - anima del progetto e skipper di Vaquita - commenta così: “Le regate a cui abbiamo partecipato fin qui ci hanno dato buone indicazioni, conosciamo sempre meglio la barca e per la Giraglia abbiamo deciso di partecipare con quelli che costituiscono l’ossatura del team, per alzare l’asticella delle difficoltà e far emergere punti di forza e di debolezza su cui lavorare per il futuro. Il nostro è un progetto nato da poco ma che vuole coinvolgere quanti più atleti possibile, disabili e non, e per farlo con serietà e coerenza dobbiamo avere una base solida anche a bordo. Qui scopriremo di che pasta siamo fatti”.
Oltre alla presenza di una flotta numerosa, agguerrita e competitiva, la Rolex Giraglia nasconde non poche insidie in termini di strategia, in termini meteo e di avversari, per cui sono richiesti buon livello tecnico, grande capacità decisionale e un con9nuo lavoro di squadra. L’obiettivo di Crossing Routes è, ancora una volta, quello di confermare quanto di buono fatto alla 151 Miglia, battagliando tra le onde con un occhio alla classifica reale più che a quella “compensata”, consapevoli del fatto che il rating del Class40 rende piuttosto difficile un buon piazzamento in IRC/ORC.
Gli osservati speciali, dunque, saranno soprattutto i Class40 di Andrea Fantini e di Kito de Pavant: si tratta di barche di alto livello condotte da velisti forti e con esperienza, dunque il termine di confronto ideale per l’equipaggio di Crossing Routes che vuole far emergere i limiti per poter lavorare sodo e superarli, dimostrando che le differenze - a bordo e non solo - possono essere una grande opportunità.
Un messaggio che è stato recepito, sposato e sostenuto da un pool di aziende coraggiose e visionarie, tra cui Lusben, con il supporto tecnico ai lavori di adeguamento e refitting di Vaquita, e Alce Nero che ha equipaggiato la cambusa di prodotti biologici dalla colazione alla cena, oltre agli spuntini e snack che in mare sono preziosissimi. Non manca, come sempre, il supporto di Lega Navale Italiana - sez. di Livorno che da anni è partner di Associazione Diversamente Marinai, promotrice del progetto.
Terminata la Giraglia, Crossing Routes parteciperà al Sea Future di La Spezia (19-23 giugno), in cui si parlerà di nautica a 360°, dalla tecnica all’economia, dallo sport al sociale, e in cui Diversamente Marinai porterà la propria esperienza di integrazione e inclusione, oltre che di impegno ambientale in collaborazione con Legambiente.
A luglio e agosto l’Associazione sarà impegnata nei campi estivi, e prende sempre più forma l’idea di organizzare crociere-scuola su Class40 aperte a chi abbia voglia di sperimentare una navigazione sportiva tutta velocità e manovre, magari identificando già i velisti che in futuro potrebbero far parte dell’equipaggio delle regate.
Ma prima di pensare al futuro bisogna pensare a oggi, ultimi preparativi in corso perché tra poco, ormai è questione di ore, c’è una Rolex Giraglia da provare a vincere. Troppo? Forse… ma senza obiettivi ambiziosi i limiti restano tali.