Inizia martedì 2 luglio a Savona la spedizione “C’è di mezzo il mare” della nave rompighiaccio di Greenpeace, Arctic Sunrise, nel Mediterraneo. Dopo aver navigato tra i ghiacci dei poli, l’imbarcazione solcherà per due settimane le acque dei nostri mari per esplorare la biodiversità negli abissi e promuovere la sua tutela. L’obiettivo è ottenere una moratoria globale sulle estrazioni minerarie in alto mare, il cosiddetto Deep Sea Mining (DSM), e convincere l’Italia a ratificare il Trattato delle Nazioni Unite sugli oceani, che prevede l’istituzione di una rete di aree marine protette in grado di coprire almeno il 30% dei nostri mari entro il 2030.
Dalla Liguria alla Calabria, la nave di Greenpeace attraverserà zone marine ricche di biodiversità del nostro Paese, tra cui il Santuario dei cetacei e alcune seamount, montagne sottomarine. Alla spedizione parteciperanno ricercatori del CNR, del DISTAV dell’Università di Genova e dell’Università Politecnica delle Marche, al fine di documentare la biodiversità degli abissi, raccogliere campioni di DNA ambientale, monitorare la presenza dei cetacei e studiare gli impatti antropici sui fondali.
«I nostri mari soffrono degli effetti negativi sempre più evidenti delle attività umane, incluso il cambiamento climatico. A questi gravi problemi rischia di aggiungersi una nuova minaccia: l’estrazione di metalli negli abissi», dichiara Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia. «Per continuare a prosperare sul pianeta abbiamo bisogno di mari in salute: ecco perché è necessario fermare sul nascere l’estrazione di metalli negli abissi e, parallelamente, proteggere estensioni più ampie dei mari del mondo, incluso il Mediterraneo. Chiediamo all’Italia di ratificare al più presto il Trattato ONU sugli oceani e proteggere il 30% dei nostri mari entro il 2030».
Oltre alle attività in mare, la spedizione prevede una serie di eventi, incontri pubblici e open boat a Savona e Genova.
Martedì 2 luglio la rompighiaccio di Greenpeace sarà al Molo Crociere del porto di Savona. Dalle 16 alle 18 sarà possibile visitare la nave e conoscere l’equipaggio. A seguire, dalle 18, la nave ospiterà i comitati locali impegnati contro i rigassificatori e lo spostamento della Golar Tundra da Piombino a Vado Ligure: un incontro tra esperti, comitati e amministratori per fare il punto sui rischi ambientali dei rigassificatori e dare voce a chi è in prima linea per difendere il proprio territorio.
Dal 4 al 5 luglio l’Arctic Sunrise sarà al Porto Antico di Genova, all’Attracco Magazzini del Cotone. Giovedì 4 luglio alle 11 ospiterà la presentazione del primo dossier sulla repressione dell’attivismo in Italia realizzato dalla rete “In Difesa Di” e da “Osservatorio repressione”. Venerdì 5 luglio alle 11 si terrà a bordo una conferenza stampa con le Aree Marine Protette (AMP) liguri di Portofino e Cinque Terre sul ruolo delle AMP nella difesa del mare; saranno inoltre presentati i nuovi risultati del progetto “Mare Caldo” di Greenpeace Italia che monitora gli impatti dei cambiamenti climatici nel Mediterraneo. In entrambe le giornate, la nave, che sarà aperta al pubblico per una visita a bordo dalle 16 alle 19:30, ospiterà anche Valeria De Angelis e Maria Chiara Cicolani, volti del noto duo comico romano “Eterobasiche” popolarissimo su Instagram.
Dal 6 al 12 luglio l’equipaggio dell’Arctic Sunrise, insieme ai ricercatori del CNR e dell’Università Politecnica delle Marche, sarà invece impegnato in attività di ricerca scientifica e monitoraggio dei fondali e di alcuni seamount nel Tirreno, vere e proprie montagne sottomarine che alcune compagnie private vorrebbero sfruttare per estrarre i minerali presenti sulla loro superficie, con gravi rischi per l’ambiente e la biodiversità.
L’Italia ha un ruolo chiave nell’International Seabed Authority (ISA), l’organizzazione preposta delle Nazioni Unite per organizzare e controllare lo sfruttamento di minerali in alto mare, che nel mese di luglio discuterà un nuovo codice per regolamentare queste pericolose attività. Per questo motivo, Greenpeace Italia ha lanciato una petizione rivolta al governo Meloni affinché sostenga una moratoria internazionale che blocchi l’avvio del Deep Sea Mining e protegga il Mediterraneo dallo sfruttamento minerario.