Con la parata dei Class40 e degli IMOCA e con la cerimonia di apertura del villaggio si è ufficialmente avviata la 15ª edizione della Transat CIC. A quattro giorni dalla partenza, in programma alle 13:02 di domenica 28 aprile, la terza stagione del progetto Sailing into the Future. Together, sponsorizzato da IBSA, entra nel vivo con una prova che è già pronta a diventare epica per le tante difficoltà da superare.
"Siamo pronti per questa nuova impresa del Class40 IBSA.” – ha dichiarato Giorgio Pisani, Vice Presidente IBSA Group e Leader del progetto Sailing into the Future. Together. “La terza stagione di questo progetto è quella della maturità. Il nostro skipper Alberto Bona parteciperà a due grandi sfide che lo coinvolgeranno totalmente, così come coinvolgeranno l'attenzione di tutta IBSA, in Europa e negli Stati Uniti. Sono certo che il lavoro fatto da Alberto Bona in questi mesi di preparazione darà i suoi frutti”.
I migliori sono pronti al via, in una regata resa ancora più complessa per la rotta così settentrionale e i limiti imposti dall’organizzazione. Le zone di divieto di navigazione, rese note nei giorni scorsi, comprendono infatti un’ampia area nel Nord Atlantico orientale in cui non si può accedere, sia per rispettare le zone di protezione dei cetacei, sia per questioni di sicurezza legate alla banchisa e alla presenza di iceberg. A questo si somma l’obbligo di dichiarazione anticipata delle vele da imbarcare: la scelta più importante è stata definita da ogni skipper domenica scorsa, come dire che il dado è tratto.
Le aree di rispetto disegnate attorno alla costa Nord degli Stati Uniti e lungo il Canada fanno sì che la rotta che i navigatori dovranno scegliere sarà marcatamente verso Ovest, con la difficoltà di riuscire a gestire al meglio le depressioni che arriveranno, che a causa dei limiti imposti dall’organizzazione, non potranno essere sfruttate al meglio.
“Una regata difficile e affascinante” – commenta Alberto Bona – “perché richiederà molta resistenza fisica e preparazione mentale, per gestire in solitaria le depressioni attese, e anche tanta capacità strategica per trovare il miglior compromesso tra le miglia da percorrere e la giusta posizione per ottenere velocità e governare la corrente”. Vietato, infatti, finire in mezzo alla Corrente del Golfo: se la rotta diventasse troppo meridionale, si rischierebbe di incappare – una volta in avvicinamento alla costa americana – in una corrente contraria che, in alcune condizioni, potrebbe “remare contro” sottraendo velocità alla barca.
Ci si prepara quindi al via, alla ricerca dell’equilibrio tra la necessità di cercare nelle perturbazioni la giusta pressione del vento senza andare troppo a Nord, trovare la miglior andatura per risparmiare miglia, evitare la Corrente del Golfo e le zone interdette, e tenere costantemente alta l’attenzione nei confronti dei pescherecci con l’incognita delle nebbie. Il tutto combattendo anche il freddo, poiché l’acqua in alcune di quelle aree ha una temperatura di poco superiore allo zero. E come sempre accade in questo sport, più la regata è difficile maggiore è la grinta per i 13 skipper in gara nella Class40. “In questa prova la concorrenza è forte” – commenta ancora Alberto Bona – “oltre al duello con Ambrogio Beccaria, ci sono tanti eccellenti skipper, comprese alcune sorprese”. Tra queste la barca di Vincent Riou, praticamente costruita in segreto e con alcune novità progettuali, a partire dal timone unico, e anche le nuove imbarcazioni, come il Mach 6, ovvero la versione successiva del Class40 IBSA, sempre progettato da Sam Manuard.
Si potrebbe anche aggiungere che è la prima volta che le nuove generazioni di Class40 con prua a scow, pensate per le lunghe planate verso i Caraibi, affrontano rotte in cui la bolina rischia di monopolizzare buona parte della corsa. Vedere la solidità e le velocità che le barche potranno raggiungere di bolina larga o traverso sono i temi centrali di questa regata, che si prepara a essere scenario di racconti epici.