Alle 23.12 la direzione di regata della Vendée Arctique ha dichiarato agli skipper e ai loro team di terra la decisione di fare del passaggio a sud-est dell'Islanda, il traguardo di questa seconda edizione della Vendée Arctique, regata che in origine prevedeva la circumnavigazione dell'isola facendo arrivare la flotta a toccare il circolo polare artico.
Una regata importante, con un percorso ambizioso e che si è rivelata particolarmente difficile per la flotta e la direzione di corsa, che ha dovuto prendere una serie di difficili decisioni per assicurare l'incolumità della flotta, decisioni che hanno cambiato il percorso e il corso della prova, la prima qualificativa per il Vendée Globe 2024.
"Una regata particolare" l'ha subito definita Giancarlo Pedote in una dichiarazione rilasciata dopo il taglio della linea. "Ho un po' di difficoltà a realizzare, perché le cose sono evolute in maniera rapida per chi è concentrato in regata e deve fare tattica e strategia a medio e lungo termine. Domenica 12 giugno siamo partiti per affrontare la circumnavigazione dell'Islanda: un percorso affascinante e ambizioso di 3.500 miglia. Giovedì 16 mattina ci è stata comunicata la riduzione del percorso a 3.300 miglia: un'eventualità a cui eravamo pronti, che ci era stata prospettata e ci immaginavamo. Nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17, vista l'evoluzione della situazione meteo, la direzione di regata ha dovuto prendere la decisione di sospendere temporaneamente la prova per permettere alla flotta di mettersi al riparo e attendere il passaggio della depressione. Ieri notte la decisione di trasformare il "cancello" a sud-est dell'Islanda in linea di arrivo", che Giancarlo ha tagliato in dodicesima posizione con un tempo di 5 giorni 12 ore 17 minuti e 34 secondi.
Le susseguenti decisioni prese dall'organizzazione, sono state determinate da una situazione metereologica che si è evoluta in maniera particolarmente grave, a causa di una profonda depressione che ha generato venti con punte oltre i 50 nodi su mare incrociato e mosso.
"È un tipo di depressione che sapevo avremmo potuto trovare a queste latitudini. Nel Grande Sud, durante il Vendée Globe, quando passavano delle depressioni arrivavano sempre da dietro e riusciamo a trovare un modo per "scappare". Qui nel Grande Nord le depressioni arrivano con forte vento al traverso, che è il più pericoloso perché la barca accelera in maniera impressionante e diventa difficile controllarla. Ieri, ad esempio, ci siamo trovati dentro al centro di questa depressione e in 10 minuti siamo passati da 10 a 40 nodi. Ho dovuto prendere due mani di terzaroli insieme, cosa non facile su un IMOCA. Ma mi ritengo fortunato: i ragazzi che sono dietro di me avranno una situazione ancora peggiore".
L'obiettivo chiaramente dichiarato da Francis Le Goff, direttore di gara, è stato proprio quello della sicurezza della flotta: "La depressione c'è, e alcuni avranno difficoltà a raggiungere il cancello dell'Islanda. Ma poiché la situazione non è migliore una volta varcato questo passaggio, abbiamo preferito renderlo il traguardo in modo che gli skipper potessero subito mettersi in salvo. Nella zona arrivano venti instabili e forti, gli effetti dei venti attraverso i fiordi non facilitano l'accoglienza degli IMOCA.
Chiudere la regata al cancello consentirà a ciascun navigatore di trovare la soluzione migliore con il supporto della direzione di gara e la competenza del proprio team tecnico. L'obiettivo è che sabato pomeriggio, passato il peggio della depressione, gli skipper possano iniziare a tornare verso Les Sables d'Olonne, rientro che non sarà così semplice: non saranno al riparo dai nuovi venti forti, ma potranno gestire la navigazione da 'bravi marinai'.
Sapevamo dei rapidi e brutali cambiamenti meteorologici nella zona, ma si è avverato il peggio di quello che potevamo temere. Ciò che gli skipper hanno vissuto durante le 1.500 miglia circa della salita verso l'Islanda è una preparazione rappresentativa per un Vendée Globe".
Venerdì 17 giugno: lo strappo alla randa di Prysmian Group.
"Ieri nel tardo pomeriggio la randa si è strappata. Nulla di grave, ma ho dovuto navigare con due mani di terzaroli più a lungo di quanto avrei voluto e in una traiettoria non performante: cercavo di avvicinarmi alla costa per trovare una zona con meno vento poter riparare. Non appena l'organizzazione ha dichiarato la fine della regata ho intrapreso una rotta diretta verso il traguardo per cercare di recuperare quelle posizioni che avevo perso avendo dovuto lasciare la performance da parte per evitare peggioramenti nei danni subiti dalla vela".
L'arrivo di questa Vendée Arctique non è stato semplice e non segna l'immediata tranquillità, come ha ben spiegato Giancarlo Pedote appena superato il "cancello" islandese: "Devo subito trovare un posto con meno vento per poter riparare la randa, ma prima dovrò riposare: sono arrivato veramente stanco. Ho incontrato diversi venti catabatici nell'arrivo sulla linea con passaggi da 10 a 30 nodi che mi hanno costretto a dover prendere o mollare due mani di terzaroli di fila. Condizioni piuttosto complesse. E adesso inizia anche a fare freddo".
Non appena possibile, Giancarlo inizierà il trasferimento in viaggio verso casa "Un traferimento che non mi dispiacerà fare da solo, perché sarà un'esperienza nuova. Non ho mai fatto un trasferimento di questo tipo da solo in IMOCA, fuori da un contesto particolare. Cercherò di approfittarne per vivere l'esperienza in un modo diverso e condividerla".
La direzione di regata assicura l'assistenza alla flotta anche sul rientro.