Il 17 maggio 2011 veniva battezzata a Cascais, dalla Principessa Zahra Aga Khan, la prima Azzurra TP52. Seppur attualmente sospesa a causa della pandemia, questa è la decima stagione per la barca armata dalla famiglia Roemmers, simbolo sportivo dello Yacht Club Costa Smeralda. I ricordi dello skipper, Guillermo Parada e del commodoro dello YCCS, Riccardo Bonadeo.
La decima stagione è iniziata con una vittoria, a Cape Town, poi il mondo si è fermato. Come vive il team questo momento?
GP: Con grande tristezza per la situazione mondiale, tanti stanno soffrendo, molti hanno perduto i loro cari. Chi non è stato colpito direttamente o nei propri affetti da questa pandemia deve ritenersi fortunato. Subito dopo la salute, però viene la libertà, che oggi è ristretta per tutti. La libertà di lavorare, di vedersi con gli amici, di navigare… nel nostro team siamo tutti costantemente in contatto, abbiamo anche in programma un virtual dinner tutti assieme a casa di Sarah, colei che durante le regate ci coccola con le sue cene nella casa in cui tutto il team si ritrova la sera. Sarà un bel momento sociale per tutti. Sono quasi 20 anni che stiamo assieme 100 giorni all’anno, ci manca questa socialità di gruppo. A me poi, mancano anche gli avversari di Quantum e tutti gli altri!
Il 17 maggio del 2011 Azzurra venne battezzata a Cascais, hai qualche ricordo in particolare?
Quel momento fu l’inizio ufficiale di un nuovo percorso sportivo e professionale, con lo YCCS e con l’onore di portare con noi l’eredità di un nome come Azzurra, che soprattutto per l’Italia significa molto perché nel 1983 fu la prima sfida italiana all’America’s Cup, che si concluse con un risultato ben al di sopra di qualsiasi aspettativa e fece conoscere all’Italia intera la grande vela.
Dopo tanto tempo, adesso posso raccontare qualcosa di più informale… Ero sinceramente preoccupato di quella data, perché il 17 porta male. Inoltre era stato un battesimo congiunto di due barche, assieme a All4One, che come noi aveva la sponsorizzazione di Audi che aveva curato lo svolgimento di entrambe le cerimonie: ricordo la madrina dell’altra barca che non riuscì proprio a rompere la tradizionale bottiglia, un fatto che notoriamente porta male. Per fortuna, quando fu il nostro turno la madrina di Azzurra, la Principessa Zahra Aga Khan, fu ben più decisa e la ruppe, seppur non al primo colpo.
E in effetti la prima stagione di Azzurra fu difficile, soprattutto a causa del vento leggero mentre la nostra carena era posizionata su un range di vento medio superiore. Ad ogni modo salimmo sul podio finale, al terzo posto. Ma con qualche rimpianto: alla tappa di Cartagena eravamo al comando della regata costiera, che allora valeva due punti; a causa della rottura della drizza della randa a 100 metri dall’arrivo abbiamo perso 8 punti dopo 35 miglia. Senza quel fardello avremmo probabilmente potuto essere i vicecampioni, ma nella tappa conclusiva a Barcellona siamo scivolati al terzo posto generale a causa dell’aria leggera, condizioni nelle quali Bribon era decisamente superiore. Tuttavia in quella prima stagione come Azzurra abbiamo imparato così tanto dalle difficoltà che l’anno successivo si vinse il campionato, era la prima stagione della 52 Super Series. La battaglia finale con Quantum, a Valencia, fu davvero epica.
Azzurra iniziò la sua prima stagione con il numero 2 sul mascone, poi ha conquistato 4 titoli 52 Super Series e un Mondiale. Guardando indietro quale bilancio puoi trarre?
Vedo 9 anni positivi e il decimo iniziato con una vittoria che conferma la nostra forza di campioni in carica. A causa del lockdown e del conseguente stop alle regate, la vittoria di Cape Town ci mantiene nostro malgrado vittoriosi per un tempo ben superiore all’abituale.
Più in generale, riguardando l’insieme delle stagioni passate, è un bilancio molto positivo che però penso avrebbe potuto essere ancora migliore. Per esempio abbiamo perso almeno un paio di Mondiali per un soffio, come fu a Miami (la mura del gennaker scivolò dallo strozzatore all’issata dell’ultima boa, permettendo a Ran di vincere la prova e il campionato). Ad ogni modo è importante imparare dagli errori del passato e guardare al futuro con positività e attitudine a migliorarsi sempre.
Il team work è oggi più importante che mai, qual è il segreto di un team molto stabile come Azzurra? Quale l’importanza degli armatori in questa continuità?
Quando Alberto W.H. Roemmers ha cominiciato con tutto questo 20 anni fa, molto prima del progetto Azzurra, avrebbe facilmente potuto assoldare i migliori velisti sulla piazza, per costituire rapidamente un equipaggio fortissimo. Invece lui ha scelto una via più lunga e complessa: non un semplice equipaggio di grandi professionisti, ma la costruzione di un team dando l’opportunità a un gruppo allora giovane di fare esperienza. Abbiamo sempre cercando di avere a bordo qualcuno di molto esperto per crescere. Così nel tempo siamo diventati un vero team e non un semplice equipaggio. Ci conosciamo così bene tra noi, difetti e pregi, sappiamo che uniti è meglio che separati. Molto del merito va all’armatore, per quanto mi riguarda penso di averlo guidato con tutta l’onestà e trasparenza possibile. Il programma agonistico iniziato sotto la leadership di Albert viene continuato da ormai 10 anni dai figli, che hanno preso il comando del team mantenendo gli stessi valori impostati dal padre e raccogliendo molte vittorie e il rispetto dagli avversari, che è importante almeno quanto la vittoria. Per me come team leader è motivo di grande orgoglio vedere oggi Azzurra rispettata dai migliori team del mondo.
Qual è il ricordo più bello di questi 10 anni?
Ne ho due: a livello sportivo la conclusione della stagione 2012 cui ho già fatto cenno. Fu vinta testa a testa contro Quantum, recuperando 6 punti di distacco e chiudendo 5 avanti. Fu una grande vittoria. A livello umano il Rolex World Championship del 2015 a Puerto Portals: a timonare Azzurra c’era Alberto jr. mentre io ero reduce da una operazione chirurgica. Con quella vittoria abbiamo preso un vantaggio tale che ci ha quasi garantita la vittoria della stagione, ottenuta nella tappa finale a Cascais, con una prova di vantaggio, alla presenza dell’intera famiglia Roemmers. Fu una grandissima stagione, per molti versi irripetibile.
Irripetibile anche la vittoria nel giorno del tuo 52° compleanno, in più allo YCCS, la casa di Azzurra…
Davvero, occorre aggiungere anche questo terzo ricordo! Ho proprio postato recentemente sul mio Instagram la foto di quella grande festa finale sulla terrazza dello YCCS, è stato un successo irripetibile. Conto di vincere ancora la 52 Super Series ma sarà impossibile farlo nel giorno del 52° compleanno! Una combinazione eccezionale di numeri, quasi a dire che siamo nati l’uno per l’altro, questa sarà un’avventura che continua.
Un team latino con a bordo un unico kiwi, Grant “Louie” Loretz. Come si trova con voi l’unico anglosassone?
La prima stagione su Azzurra, nel 2013, deve aver fatto davvero un grande sforzo, Louie arrivava da ETNZ, una struttura ben più complessa e “ordinata” della nostra. Però al tempo non era l’unico di madrelingua inglese a bordo e poi aveva già navigato con noi nel 1999, sul maxi Alexia, ci si incontrò in quella occasione. È stato abile ad adattarsi al nostro stile latino, però forse anche noi siamo diventati più anglosassoni. Oggi è senza dubbio parte integrante della nostra grande famiglia.
Cosa ti auguri per il prossimo futuro?
Quello che si augurano tutti oggi, che il mondo esca al più presto da questa pandemia. In seconda battuta di tornare a navigare quanto prima, vogliamo poter difendere in acqua il nostro titolo conquistato nel 2019.
Riccardo Bonadeo, Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda e già CEO del Consorzio Azzurra per la sfida di America’s Cup, confida: “Avevamo in animo di festeggiare a Porto Cervo, in occasione della tappa della 52 Super Series, la decima stagione di Azzurra. Ma la salute e il rispetto delle regole vengono giustamente prima di tutto, per cui rimandiamo i festeggiamenti per i 10 anni di Azzurra nel più competitivo circuito di vela professionistica. Anni di grandi sfide sportive e successi della nostra Azzurra che sono letteralmente volati, ma nulla di tutto questo avrebbe potuto accadere senza la dedizione dei nostri soci, la famiglia Roemmers, ai quali rivolgo più sentitamente che mai il ringraziamento, mio personale e a nome del Club. Grazie per aver onorato e portato il guidone dello YCCS alla vittoria, grazie per aver costruito questo team di velisti di così alto profilo, campioni in carica e vittoriosi a marzo a Cape Town. Desidero ringraziare anche la Principessa Zahra Aga Khan, madrina di tutte le quattro barche Azzurra varate nel corso di questi anni. Quando, il 17 maggio del 2011, la Principessa battezzò la prima Azzurra TP52, per me fu naturale pensare alla continuità generazionale, le Azzurra classe 12 metri S.I. vennero infatti battezzate da sua madre, la Begum Salimah”.