La barca in legno ha indubbiamente un fascino diverso, specie quando il materiale di costruzione è a vista, tirato a lucido, caldo, venato. Le barche in legno sanno di classico, di storia, di tradizione marinaresca, perché i gusci un tempo erano fatti di solo legno, almeno fino a quando nella nautica si è andato diffondendo l'uso della vetroresina, oggi dilagante. Ma è davvero finito il tempo delle barche in legno? È una domanda che abbiamo rivolto a uno dei nostri contributori tecnici, il "blogger" Michele Ansaloni.
Il legno è un materiale meraviglioso, è un composito naturale unidirezionale fatto di lignina e cellulosa. Aveva qualche difettuccio, ma dagli anni 70 circa con un ritocco a base di epossidica è diventato impermeabile e stabile, per accoppiarlo non c’è più bisogno di collegamenti meccanici solo d’incollaggi, così le costruzioni di legno sono diventate robuste e rigide più delle altre.
A parità di peso una tavola di legno è molto più rigida di una lamiera di metallo e solo strutture molto complicate tipo sandwich con nomex e carbonio sono in grado di batterlo. Seguendo le regole di costruzione a regola d’arte degli yacht fino a 30 m di lunghezza, il peso in più della struttura in legno, rispetto a quella in vetroresina, è trascurabile. Se poi verifichiamo l’efficienza strutturale del legno in senso stretto, cioè il quoziente tra peso supportante e peso supportato, il legno è imbattibile quindi, ci sarà ancora possibilità in futuro di scrivere formule che maggiormente si avvicinino ai limiti strutturali del materiale. L'acciaio pesa 7.800 kg/mc e resiste a un carico di 5.100 kg/ cmq. Il legno, invece, pesa 550 kg/mc e resiste a un carico di 805 kg/cmq 7800/5100=550/805c . Risolvendo per c= 2,2. In parole povere il legno è strutturalmente due volte e due decimi più efficiente dell'acciaio.
Due parole, sostenibile e circolare, si confrontano oggi quando si parla di futuro. Entrambe fanno riferimento alle risorse limitate della terra e all’uso che ne facciamo. L’utilizzo dei combustibili fossili ha portato grande ricchezza, ma ci sta mettendo a confronto con i cambiamenti climatici e con tutte le loro conseguenze che sono per l’appunto NON SOSTENIBILI. La sostenibilità fa riferimento a un mix energetico e dei consumi, che non ci metta in questa situazione. Circolare è una via per arrivare alla sostenibilità. La differenza tra processi naturali e processi umani, sta proprio nella gestione degli scarti di cui l'uomo si è finora disinteressato. La rimessa in circolo di tutti gli scarti sotto forma di materie prime per altre trasformazioni, è l'obiettivo ultimo dell’economia circolare. Nel nostro caso specifico, parlando di legno, possiamo dire che è sia sostenibile che circolare. Sostenibile, in quanto gli impianti per la trasformazione del legno, a partire dai tronchi, possono estrarre fino all’80% del loro fabbisogno energetico dalle biomasse, trattate sotto forma di corteccia, trucioli e segatura. Inoltre, poiché il legno di per sé imprigiona carbonio, otteniamo un bilancio addirittura negativo, mentre altri materiali tra cui il cemento e i metalli hanno un bilancio energetico fortemente positivo. La circolarità del legno è evidente, persino i rulli per i cavi elettrici in legno vengono riciclati per ottenere i vari composti da immettere nuovamente sul mercato.
Benché sia possibile costruire delle imbarcazioni di legno in serie, non credo che questa possa essere la via maestra, per la riluttanza dell’industria a riporre il know how acquisito con la vetroresina. Tuttavia il lavoro artigianale è destinato a modellare la società del prossimo futuro. Certamente l’artigianato dovrà cambiare, acquisendo le capacità commerciali consentite da internet e le capacità tecniche consentite dalla stampa 3d. Il motore di questo mutamento sta nel mercato del lavoro. Le previsioni più realistiche vedono, infatti, una sempre maggiore automazione delle grandi aziende e un sempre maggiore assorbimento di manodopera da parte di imprese artigianali a bassa densità di capitale. Ritengo possibile in questo scenario che brand affermati estendano la loro influenza su artigiani “doc” per coprire delle nicchie di eccellenza, creando delle connessioni Davide - Golia tutte da sperimentare. Se questo potesse accadere, il legno tornerebbe a occupare il posto che merita non solo nel settore del mobile ma anche nei settori abitativo e nautico, con una percentuale di case e barche in legno maggiore di quella che possiamo vedere oggi.
Michele Ansaloni