Ravenna – Le buone notizie, si sa, hanno minor risonanza rispetto a quelle cattive. E così, non essendoci per fortuna stato alcun epilogo tragico, non ha avuto grossa risonanza il salvataggio di tre velisti su un catamarano a causa di condizioni meteomarine difficili e impreviste al largo della costa ravennate. Così ne ha parlato il sito Ravenna Today http://www.ravennatoday.it/cronaca/salvataggio-questa-notte-capitaneria-porto-ravenna-14-aprile-2016.html
"Intervento di salvataggio nel cuore della nottata tra mercoledì e giovedì della Capitaneria di Porto. I militari sono entrati in azione intorno alle 2,30, quando la sala operativa ha intercettato una chiamata di soccorso 'Mayday' di tre diportisti italiani a bordo del catamarano "Shaka”, che stava per affondare a circa 20 miglia dalla costa, al largo di Porto Garibaldi. Il catamarano, a seguito di un peggioramento delle condizioni meteo-marine ed un improvviso ed intenso fortunale, ha riportato gravi danni strutturali con parziale disalberamento, difficolta’ di manovra, motore in avaria, impianto elettrico in black-out, prua danneggiata con infiltrazioni d’acqua e galleggiabilita’ compromessa".
Pressmare si è attivata per avere maggiori informazioni, contattando lo skipper, Andrea Barbera, 37 anni, agrigentino, un curriculum velico e sportivo di tutto rispetto: dal Giro d’Italia a vela di Cino Ricci alla trasmissione Velisti per Caso, come vicecomandante di Adriatica, a tante altre regate e navigazioni importanti. E poi il surf, il kite, il parapendio e le arrampicate, Andrea ama la vita attiva e la sa affrontare con la competenza e la responsabilità necessarie. Ha da poco acquistato Shaka, un catamarano sportivo disegnato da Enrico Contreas, nei primi anni ‘90 regatò con il nome di Babycresci nel circuito dei Formula 40, antesignani delle regate stile stadio della Extreme Sailing Series. La barca ben si presta ad attività propedeutiche a programmi di navigazione sportiva d’altura, sia su multiscafo che sui Mini 6.50, obbiettivo nel mirino del nostro skipper. La barca è perfettamente tenuta e aggiornata, il trasferimento da Venezia ad Agrigento viene organizzato assieme a due fidati compagni: Andrea Vanadia e Fabio Farruggia. Ma un intenso fenomeno temporalesco locale non segnalato in alcun bollettino colpisce improvvisamente nella notte il catamarano, poco dopo aver doppiato Punta Maestra, alla foce del Po.
Queste le parole di Andrea a poche ore dal naufragio: “Nella vita arriva il momento di dover prendere decisioni importanti, l’altra notte è stato uno di quei momenti. Siamo stati colpiti da raffiche improvvise a quaranta nodi con moto ondoso di quasi due metri, la stessa Capitaneria ci ha successivamente confermato che nessun allerta era stato diramato e che il fenomeno era locale e assolutamente imprevisto. Ci siamo messi in cappa secca, scarrocciando lateralmente verso il largo a 4 nodi. Abbiamo deciso di chiuderci all'interno di uno scafo, aspettando che il groppo passasse. Purtroppo la struttura della traversa anteriore non ha retto alle torsioni degli scafi colpiti da frangenti eccessivamente ravvicinati. Un golfare in acciaio si è divelto proprio sulla prua creando una falla di circa 15cm, tutto l'albero, non avendo più una ritenuta adeguata fletteva eccessivamente strattonando pericolosamente le sartie ormai lente, con concreto rischio di disalberare. A questo punto ritenendo che la situazione potesse peggiorare ulteriormente, ho deciso per me e per tutto l'equipaggio di chiamare i soccorsi. Questa è stata una decisione importante, quella di portare in salvo tutti noi, nonostante questo significasse abbandonare alla deriva la mia barca appena acquistata. Ritorno a casa sereno, cosciente di aver fatto la cosa giusta, ma certo non abbandonerò così facilmente la mia barca in mare. A distanza di poche ore dal salvataggio ci siamo rimessi a bordo di un grosso gommone per andare alla ricerca di Shaka. Purtroppo le condizioni meteo erano ulteriormente peggiorate e rendevano impossibile l'avvistamento e il recupero”.
Andrea ha successivamente calcolato la zona in cui potrebbe trovarsi Shaka e affidato al tam tam dei social network la mappa con le coordinate. “Abbiamo lavorato tanto, non ci siamo mai fermati, neanche con il pensiero, ricercando un piccolo puntino sperduto nell’Adriatico settentrionale – racconta Andrea da noi ricontattato. Sono passati cinque giorni, e arriva una telefonata. Dall’altra parte la Guardia Costiera di Chioggia, una voce mi chiede se fossi io il proprietario di un catamarano di nome Shaka. Forse la fortuna, forse il destino, sta di fatto che Shaka era lì, a sole 4 miglia dal punto dove avevamo stimato che fosse, i nostri calcoli erano giusti! Ci avevamo azzeccato. Dopo cinque giorni di deriva al vento e alla corrente, il catamarano è stato avvistato e rimorchiato a terra dai pescatori di Porto Tolle, alla foce del fiume Po. La barca è ok, tutto riparabile, nulla di grave, siamo capaci di fare anche quello, abbiamo preferito trasportare Shaka su un tir fino in Sicilia, a casa avremo più tempo e agio per le riparazioni. Ringrazio la Guardia Costiera di Chioggia, di Porto Tolle, l’equipaggio del motopesca “Il Leone e la Volpe”, con a capo Gianfranco e Lorenzo due persone straordinarie. Gli uomini della Guardia Costiera di Ravenna che ci hanno soccorso durante la notte e che tutti i giorni sono impegnati in mare rischiando la propria incolumità. Ringrazio tutti gli amici che ci hanno aiutato e ci sono stati vicini anche con il pensiero con un messaggio con una telefonata. Infine un ringraziamento particolare va al mio equipaggio, ai miei ragazzi, Andrea Vanadia e Fabio Farruggia, che con il loro comportamento esemplare, hanno saputo mantenere la calma aiutandomi a gestire l’emergenza, dimostrando di essere veri uomini di mare. I danni si riparano, le storie le racconteremo”.
Storie di mare e di marinai che Pressmare riprenderà dalla viva voce dei protagonisti. Restate connessi!
Giuliano Luzzatto
@gluzzatto