Quello che stiamo vivendo nell’ambito nautico è sicuramente un momento favorevole. Dopo gli anni bui della crisi il mercato sta dando inequivocabili segni di ripresa, favorito da un rinato interesse da parte di appassionati di barche e neofiti della navigazione, di nuovo orientati a coronare il loro sogno: acquistare un’imbarcazione. Una ritrovata voglia di barca e una conseguente crescita del business che coincide con un indubbio rinnovato fermento dell’intera filiera produttiva: dai progettisti ai costruttori di accessori, dai produttori di materie prime a chi eroga servizi per la nautica, fino ai cantieri, tutti sembrano di nuovo orientati a guardare con fiducia al futuro e dunque disponibili a investire risorse in nuovi progetti. Ed è proprio su un nuovo progetto che concentriamo in questo caso la nostra attenzione. Una nave da diporto o se preferite un megayacht che, in un momento in cui si parla e scrive tanto di barche tutte uguali, rispetto al mercato sembra davvero poter vantare personalità in termini estetici, ma anche prestazioni di livello assoluto, 30 nodi, per un’unità di 60 metri. Un progetto che abbiamo “scoperto” visitando lo studio Dynaship Yacht Design (DYD) dell’Arch. Franco Gnessi, un professionista che, fra l’altro, è il Responsabile Area Centro Sud nonché Segretario Generale di AS.PRO.NA.DI (Associazione nazionale Progettisti Nautica da Diporto).
Franco Gnessi, innanzi tutto, come la devo chiamare: yacht designer o progettista di scafi e carene?
Sono innanzi tutto un appassionato di mare e di nautica. Vado in barca da sempre, prima remando su un “moscone”, a cinque anni, quindi a vela, armatore di un 420 a nove anni. Da lì in poi non mi sono più staccato da questo mondo, a livello di passione sportiva e poi per lavoro. Sono laureato in architettura, design industriale, ma non mi sono fermato lì perché ho continuato a studiare svolgendo un corso post laurea in architettura navale, specializzandomi in idrodinamica.
Quando è nata la DYD e perché?
Nel 2000 ho deciso di fondare la DYD. La definisco un contenitore di vari professionisti che con la loro capacità e valori mettono insieme idee progettuali nel settore nautico e marittimo. Progettiamo barche, navi, ma anche tutto ciò che galleggia.
Cioè?
Una sezione dello Studio si occupa di progettazione d’infrastrutture portuali quali pontili galleggianti in CLS e break water, ma questa è un’altra storia. Le barche continuano a essere la nostra passione.
DYD è dunque uno studio che può progettare una barca in toto, scafo, strutture, ma anche design…
Sì, facciamo tutto da noi addirittura la modellistica per i clienti oltre alla modellazione solida 3D. In tale ambito DYD ha forte competenza, le basti pensare che nello studio siamo tutti abilitati all’insegnamento della modellazione solida 3D. Lavoriamo con Rhinoceros e con tutte le sue verticalizzazioni, oltre a usare modellistica per CFD, per control cut di lamiere e per la realizzazione dei modelli, di ciò che viene stampato nei cantieri fra gli 8 e i 24 metri.
E allora questo progetto che mi ha fatto vedere? Vuol dire che progettate anche su misure più grandi…
Come dicevo, siamo diversi a lavorare in questa struttura, ognuno con le proprie specializzazioni. Personalmente mi occupo di fluidodinamica e di design, del progetto architettonico. La passione per l’acqua mi porta a lavorare su tutto ciò che naviga in un fluido. Grazie all’esperienza maturata nei tanti progetti portati a termine, circa 10 anni fa abbiamo iniziato ad approfondire lo studio di carene evolute, militari soprattutto, e sistemi di propulsione e stabilizzazione diversi ecc., tecnologie sviluppate in ambito commerciale o da lavoro, che trovando ovvia ricaduta anche nel settore dei grandi yacht. La soluzione diesel elettrica per l’apparato motore, che possiamo definire ormai consolidata sulle navi da lavoro, comprese quelle da crociera, è sicuramente quella più prossima a farsi strada nel diporto, perché porta dei miglioramenti a tutti i livelli. Con i motori elettrici si riducono le vibrazioni, l’energia si trasmette con cavi e non con sistemi meccanici, con i pacchi batterie si può navigare a emissioni zero, anche se per tempi limitati, oppure si può stare tutta una notte con i generatori spenti e la nave comunque efficiente. Ma, soprattutto, sono sistemi più efficienti rispetto ai tradizionali, quelli con i due colossali diesel in sala macchine, perché danno la possibilità di avere un’erogazione costante della potenza, esattamente quella necessaria, tagliando i picchi di consumo in accelerazione. Tale tecnologia si avvalora quando sposa carene ad alta efficienza.
Quali in particolare?
La passione anche per la storia della marineria ci ha portato a studiare gli enormi progressi fatti in ambito militare, come le carene delle motosiluranti utilizzate nelle guerre, che avevano un’efficienza sbalorditiva. Poi le wave piercing, letteralmente progettate per bucare le onde, e le così dette prue ad ascia, le axe bow, sulle quali ci siamo concentrati. Sono utilizzate per navi veloci e hanno la prerogativa di offrire una prua solcante su una poppa planante, che detta così pare una contraddizione in termini. In realtà non lo è, perché infilando la prua nelle onde minimizzano le accelerazioni verticali, offrendo sicurezza e comfort di navigazione. Sono soprattutto però delle carene che non temono il mare, questo è sicuro.
Navi meno sensibili alle onde in navigazione, ma una volta alla fonda che succede?
La domanda che sicuramente meriterebbe una disquisizione molto ampia, ma cerco di sintetizzare al massimo. La stabilità trasversale in condizione statica è data dalla posizione del punto di maggior volume rapportato all’altezza della nave e al baglio. Noi abbiamo progettato una nave con le caratteristiche classiche di un axe bow ma allargandone il baglio. Non riteniamo di aver scoperto niente, ma nelle nostre navi abbiamo affrontato il problema del rollio utilizzando metodi importati dal mondo della vela. Di più non vorrei dire.
Come possiamo definire la sua interpretazione di axe bow applicata al progetto di questo 60 metri?
È un yacht per chi ama, per chi ha il gusto di andare per mare e dunque per chi vuole fare lunghe crociere o anche il giro del mondo. Navigare non è andare da A a B ma è navigare, andando sicuri, veloci, con la nostra carena fino a 30 nodi, oppure a crociera economica, attorno ai 15 nodi. Una velocità da trasferimento, che garantisce bassi consumi e quindi grande autonomia, ottenute proprio grazie all’integrazione fra sistema diesel elettrico e linee d’acqua.
Quanto consumano meno?
Non esistono magie perché si parla sempre di navi da 350/400 ton di dislocamento, quindi mezzi pesanti ma al contempo con profili molto affusolati con prismatici molto interessanti. I consumi sono notevolmente più bassi, circa del 30% rispetto a carene convenzionali con motorizzazioni classiche. Il sistema diesel elettrico è efficiente, consente anche un abbattimento delle emissioni, ma offre anche una navigazione più sicura. I generatori che producono l’elettricità in questi sistemi sono multipli, rendono quasi impossibili eventuali black-out che potrebbero fermare la nave. Un dettaglio non da poco per un’unità dedicata, ribadisco, a chi vuole navigare sul serio anche in condizioni proibitive, ma capace di diventare rapidamente il parco giochi degli ospiti e ovviamente dell’armatore.
A bordo c’è quindi grande spazio dedicato ai toys…
Come può notare dalle planimetrie, esiste uno spazio a poppavia vocato ai toys, con apertura del portello laterale sia a dritta che a sinistra, in una zona allagabile ove è possibile entrare e uscire agevolmente con gommoni moto d’acqua e tender.
Parliamo dell’estetica di questo 60 metri, su quali aspetti si è concentrato?
Questo yacht è la nostra interpretazione di nave explorer veloce. L’abbiamo voluto sviluppare attorno al concetto di convivialità e ciò ha influenzato diverse scelte anche estetiche. Volevamo un prospetto laterale equilibrato in termini di volumi e quindi abbiamo portato il cockpit quasi a centro nave. Abbiamo disegnato uno yacht col cavallino teso per rendere rende ancor più importante, quasi ad esasperare l’aspetto vigoroso dell’unità. La prua della nave ha preso nella nostra proposta un valore preponderante ove creare uno spazio lontano dagli sguardi anche quando si è in porto, riparato e con una zona piscina molto godibile. A poppa abbiamo ricavato un prendisole inserito in un cofano che permette di prendere il sole anche quando siamo alla fonda e non è caldissimo. Per le attività balneari c’è una piattaforma estensibile a estrema poppa. Abbiamo poi riproposto una soluzione molto apprezzata dai nostri clienti, con un tavolo tondo a poppa e il salone centrale, riservando all’armatore lo spazio migliore della nave. Per il resto, l’impianto planimetrico delle nostre navi lo definirei convenzionale, semplice nel senso di massimamente razionale, rigoroso nell’attenzione al comfort e alla privacy degli ospiti, dove tutte le vie d’accesso alle varie zone, ai ponti della nave, fanno parte di un progetto logico, ben distinto per il personale di bordo. Sulle nostre navi si sale da poppa, accolti come in una grande villa di lusso, ma al suo interno non ci si perde. Ovviamente, si tratta di una nave in metallo, totalmente personalizzabile alle abitudini e ai gusti dell’armatore, per cui è inutile dare ulteriori indicazioni sul layout degli interni. In realtà abbiamo già pensato a diverse soluzioni e le stiamo proponendo, fermo restando che siamo a disposizione per ogni modifica.
Il progetto è stato venduto?
Ancora no, ma lo abbiamo presentato a diversi armatori e c’è interesse.
Domanda finale d’obbligo: cosa c’è nel futuro di DYD?
Dynaship Yacht Design è un team motivato e preparato. Prima, quando le ho parlato dei valori che ognuno di noi porta nello Studio, mi riferivo soprattutto alla passione con la quale lavoriamo, che porta idee, che aiuta a trova soluzioni per chi la barca la vuole godere al 100%. Dopo il periodo di ricerca, dopo tanti lavori portati a termine con successo, pensiamo di aver raggiunto la maturità necessaria per poter affrontare un mondo diverso da quello nel quale abbiamo sempre lavorato, su barche fino a 24 metri di lunghezza, proponendo qualcosa di diverso, di esclusivo già nelle sue peculiarità tecniche di questo grande yacht. Che poi sono le stesse alla base di altri due progetti ai quali stiamo lavorando, uno più grande e l’altro più piccolo di 60 metri, dove proponiamo invece design differenti. Sono navi dalla linea vagamente più classica, ma sempre con prue ad ascia, spalle muscolose senza esagerare, linee tese ma rispettose dello stile Italiano che cerchiamo sempre di mettere nelle nostre proposte.
Stiamo facendo un lavoro che merita un po’ di attenzione, che porta qualcosa di diverso nell’ambito del diporto di extra lusso, dove pensiamo sia conclusa la stagione delle navi da diporto vecchio stile. Che si voglia andare a navigare nei fiordi della Norvegia o nelle calde acque caraibiche di Saint Martin, oggi l’armatore e i sui ospiti non vogliono perdere il poco tempo che passano a bordo. Le navi devono essere veloci anche per questo motivo, anche gli explorer. Noi progettisti dobbiamo offrire risposte intelligenti a un mercato colto che spesso in maniera molto informale ama andare diretto verso l’obiettivo.
Per ulteriori informazioni: web www.dynaship.com - mail info@dynaship.com