Sanlorenzo: quotazione in Borsa nel segmento STAR del MTA il 10 dicembre

13/12/2019 - 12:26 in Superyacht by Press Mare

Sanlorenzo, quotazione il 10 dicembre. Il prezzo dell’azione sarà compreso tra 16 e 19 euro

Sanlorenzo, il cantiere italiano produttore degli omonimi yacht, si quoterà in Borsa il 10 dicembre prossimo. Lo ha reso noto oggi in conferenza stampa la società nautica. L’obiettivo della società è sbarcare sul segmento Star del MTA (Mercato Telematico Azionario) e quindi è necessario soddisfare i requisiti del minimo del 35% di flottante richiesti da Borsa Italiana per il segmento Star. Per questo motivo l’offerta arriverà fino al 35,1% del capitale sociale di Sanlorenzo, compreso l’esercizio dell’opzione di greenshoe (che permette all’emittente di aumentare la dimensione dell’offerta in modo a rispondere adeguatamente alla domanda di titoli da parte degli investitori). Nel dettaglio, inizialmente sul mercato andranno 11 milioni di azioni, pari al 31,9% circa del capitale sociale, di cui un massimo di 4,5 milioni di azioni saranno relative all’aumento di capitale e un massimo di 6,5 milioni saranno messe in vendita da Holding Happy Life srl, che fa capo alla famiglia Perotti. È poi prevista un’opzione greenshoe per un massimo di ulteriori 1,1 milioni di azioni, che porterà il totale delle azioni vendute a 12,1 milioni, pari quindi al 35,1% circa del capitale. Il management quindi manterrà il 5% e la famiglia Perotti si diluirà al 63,1% in prima battuta e al 59,9% se sarà esercitata integralmente la greenshoe.

Il prezzo di collocamento delle azioni Sanlorenzo sarà compreso tra 16 e 19 euro (forchetta di prezzo), per una valutazione pre-aumento di capitale compresa tra 480 milioni e 570 milioni, e una capitalizzazione post-aumento di capitale compresa tra 552 milioni e circa 656 milioni di euro. Non è ancora stato reso noto il prezzo di collocamento preciso, in quanto sarà determinato secondo il meccanismo dell’open price al termine del collocamento istituzionale. Quest’ultimo, destinato ai soli investitori istituzionali e professionali, è partito il 27 novembre scorso e si chiuderà il prossimo 5 dicembre. Sanlorenzo intende distribuire dividendi in futuro pari al 30-40% dell’utile netto nel 2020-2021, ha spiegato il presidente Massimo Perotti.

Sono numerosi gli advisor coinvolti nella quotazione: Banca Imi (Gruppo Intesa Sanpaolo), BofA Securities e Unicredit Corporate & Investment Banking, che agiscono in qualità di Joint Global Coordinator e Joint Bookrunner. Banca Imi (Gruppo Intesa Sanpaolo) agisce anche in qualità di Sponsor per l’ammissione alla quotazione delle azioni. Alantra è l’advisor finanziario della società e Lazard dell’azionista venditore.

Musumeci, Altara, Desana, Associati Studio Legale e Latham & Watkins, sono rispettivamente consulenti legali italiani e consulenti legali internazionali della Società. White & Case agisce in qualità di consulente legale italiano e internazionale, per i Joint Global Coordinator e per i Joint Bookrunner.

La quotazione di Sanlorenzo è finalizzata a coprire e azzerare il debito, pari attualmente a 75-80 milioni di euro, in modo da poter negoziare ulteriori finanziamenti in futuro, partendo da migliori condizioni. Finanziamenti che non saranno utilizzati per nuove acquisizioni, bensì per perseguire una crescita organica dell’azienda. Le leve dalla crescita saranno: finanziamenti leasing su misura, un servizio charter (che permette ai clienti di generare ricavi con gli yacht quando non li utilizzano, recuperando parte dei costi di gestione delle unità), formazione degli equipaggi (nuovi o già esistenti dei clienti) grazie a corsi di un anno, presso la Sanlorenzo Academy (che finora ha formato solo i colletti blu dell’azienda), pacchetto di manutenzione ordinaria e straordinaria degli yacht, maggiore efficienza degli stabilimenti, espansione del portafoglio, crescita della divisione yacht e superyacht con nuovi modelli. Inoltre, l’azienda punta a incrementare la sua capacità produttiva del 75%, grazie a un investimento da 65-70 milioni di euro condotto negli ultimi 3 anni. In particolare il nuovo stabiimento di Ameglia, appena inaugurato, ha una superficie di 12 mila mq e permette di raddoppiare la capacità produttiva per le barche sotto i 100 piedi.

La quotazione di Sanlorenzo segue il tentativo di ipo del noto produttore italiano di yacht Ferretti Group, che dopo aver spostato per 2 volte la chiusura del collocamento istituzionale, ha rinviato lo sbarco in Borsa e optato per far entrare un nuovo socio, che potrebbe arrivare al 30% del capitale (private placement).

Le due quotazioni sono sono ben diverse. Innanzitutto, in termini di prezzo: Ferretti a fine settembre aveva fissato la forchetta di prezzo compresa fra 2,50 e 3,70 euro per azione, pari a un equity value pre-aumento di capitale compreso tra 627 e 928 milioni di euro, corrispondente a una capitalizzazione post aumento di capitale compresa tra 727 milioni e 1,076 miliardi. La forchetta di prezzo a ottobre è stata poi abbassata a 2-2,50 per azione. In ogni caso, il prezzo è decisamente inferiore a quella di Sanlorenzo, che sarà compreso tra 16 e 19 euro per azione. Un differenziale che rispecchia le differenti situazioni finanziarie delle società. I dati del primo semestre 2019 di Ferretti Group mostravano ricavi in crescita a 332,5 milioni e un ebitda rettificato a sua volta in rialzo a 30,2 milioni. La società tuttavia era gravata da un debito finanziario netto a fine giugno salito a 286,3 milioni, tenendo conto dell’impatto del nuovo standard contabile IFRS 16 (senza quello sarebbe stato di 275 milioni). Oggi la posizione finanziaria è stata resa sostanzialmente neutra, dato che in vista dell’ipo, a inizio settembre, la controllante cinese Weichai aveva convertito a capitale il finanziamento soci da circa 212 milioni di euro.

Sanlorenzo invece fattura quasi mezzo miliardo di euro grazie a 50 yacht, avvalendosi di soli 450 dipendenti e appoggiandosi a un network di 1.500 artigiani, secondo il modello di business del fondatore dell’azienda Iannetti. Ferretti invece impiega 1.500 persone, senza considerare l’ampio indotto sul territorio.

Il track record è ancora a favore di Sanlorenzo: quest’ultima ha avuto un margine ebitda del 10% tra il 2009 e il 2015, sperimentato la sua maggiore crescita nel 2016-2019 (+29% dell’ebitda) e per il futuro si aspetta una crescita dell’8-9%, coerente con un consolidamento del business, per gli investimenti. Ferretti Group, invece, era cresciuta molto nel 2006: vantava ricavi per 770,4 milioni a fine dell’anno fiscale 2006 (agosto) e un ebitda di 118,4 milioni. Ma aveva subito i contraccolpi della crisi, al punto da dover ristrutturare il debito e far entrare il nuovo socio cinese Weichai. Quest’ultima aveva investito allora 178 milioni di euro di equity e aveva contestualmente acquistato debito di Ferretti dal fondo Oaktree, da Rbs e da Strategic Value Partners, che aveva convertito in equity, arrivando al 75%. Contestualmente Rbs e SVP avevano convertito in equity il resto del debito, arrivando al 25%. Successivamente Weichai ha arrotondato al rialzo la sua quota e nel 2016 Pietro Ferrari, figlio di Enzo, ha comprato il 13,6%.

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