Benetti Oasis 40 metri: intervista a Tim Ciasulli, armatore di Rebeca

08/12/2020 - 20:11 in Superyacht by Press Mare

Benetti Oasis 40 metri, l’isola più sicura che c’è

Tim Ciasulli, armatore del Benetti Rebecca, ed ex campione del mondo di offshore racconta della sua passione per l’Italia, per la velocità e di come ha deciso di rallentare e di comprare una nuova barca. Un’oasi esclusiva con 90 metri quadrati di relax sul mare.

Tim Ciasulli si concede volentieri a una video-chiacchierata oltreoceano. È veramente orgoglioso e felice della suo nuovo yacht, Rebeca: il primo Benetti Oasis 40M. Con una incredibile piattaforma poppiera, atipica su yacht di queste dimensioni, appare proprio come l’isola più sicura al mondo. Fondatore di Planet Honda, famoso dealer di auto americano, Mr. Ciasulli è anche un ex campione di offshore con 4 titoli mondiali vinti negli Anni 80.

Amante della velocità, delle auto, del mare e dell’Italia e delle sue coste, tra le tante possibilità offerte da Benetti ha scelto senza esitare questo modello. Perché dotato di particolarità tali da garantire una vita di bordo ideale per la famiglia Ciasulli che ama vivere all’aria aperta e stare al sole il più possibile, godersi il mare in tranquillità e visitare le meraviglie delle coste italiane nel comfort più assoluto.

Ma come mai la scelta è caduta su questo modello? “Quando è venuto il momento di cambiare yacht ho cercato di affidarmi a un cantiere che condividesse i nostri stessi valori: integrità, passione e affidabilità… in una parola: Benetti”, risponde senza esitare e con un grande sorriso. “Volevo avere la mia nuova barca velocemente (io adoro la velocità!): 4-5 mesi di trattativa e la finalizzazione del contratto a luglio del 2019; poi altri due incontri per decidere come doveva apparire lo yacht… a settembre 2020 la consegna!”.

Un sogno e anche un unicum: la sua area poppiera multifunzionale di 90 metri quadrati, completamente aperta, è in grado di creare una totale simbiosi tra ospiti e acqua. Il contatto con il mare è ovunque, persino all’interno. Benetti per questo semicustom ha selezionato un team davvero interessante: lo studio inglese RWD, che ha creato le linee esterne; mentre gli interni li ha affidati allo studio newyorkese Bonetti/Kozerski Architecture, al suo esordio nella nautica, che ha portato suggestioni architettoniche di derivazione residenziale. “Devo ammettere che è stata una scelta davvero coraggiosa quella di Benetti” aggiunge Mr. Ciasulli, “Lo studio ha progettato di tutto, ma mai una barca: forse è proprio per questo che il risultato è incredibile”…

Pressmare: Mr Ciasulli, quando avete visto il progetto invece che cosa vi ha attratto maggiormente?

Tim Ciasulli: Per quanto riguarda gli esterni, indubbiamente la piattaforma poppiera, i tanti spazi all’aperto e la prua dritta che fende l’acqua. Ma anche il progetto d’interni. Ritengo che Enrico Bonetti sia un genio… Il modo in cui guarda lo spazio è geniale! Prima di progettare Oasis aveva visitato molte barche e notato che a bordo gli ambienti sono spesso chiusi. Così su Oasis ha lavorato sulla massima apertura: gli spazi e i volumi sono enormi e a bordo ci si sente come se si fosse su un 50 metri. Pazzesco! Questo yacht riflette realmente il lifestyle mio e di mia moglie Rebeca. È la barca perfetta per ciò che sta accadendo nel mondo oggi: ci sentiamo sicuri a bordo e ci permette di vivere in modo casual.

PM: Ci può fare qualche esempio?

T.C. Non ci sono separazioni nette tra interno ed esterno. La mattina mi sveglio e sento il teak sotto i piedi: mi viene subito voglia di tuffarti in mare! Ogni zona della barca è a contatto con la natura intorno. È come se fossi sempre all’aperto e questo mi piace moltissimo. Poi ci sono tante aree a bordo dove sostare mentre si naviga; sull’upper deck, a prua o rilassato sui grandi divani della beach area di poppa senza sentire il benché minimo odore di scarico o di rumore del motore. E poi si è proprio a livello del mare: hai la sensazione di essere su una tavola da surf!

PM: Nonostante Oasis sia uno yacht iniziato in speculazione, siete riusciti ad apportare alcune modifiche?

T.C. Sì, certo ma erano poche quelle necessarie (più che altro legate forse alla mancanza di esperienza di Bonetti nella nautica): per esempio abbiamo chiesto spazi addizionali per lo stivaggio di cose indispensabili a bordo. Abbiamo anche richiesto alcune piccole suggestioni personali, come lo specchio rotondo nella cabina armatoriale che bene si lega con l’impostazione circolare che si nota nel soggiorno, e che ci ricorda le ruote delle automobili. Poi mia moglie Rebeca ha scelto i marmi dei bagni e le stoffe. Ha una elevata coscienza tattile, le piace sentire la materia delle cose e delle superfici, le piace anche combinare colori. Nello show-room di Benetti, c’è una vasta scelta ed è estremamente facile trovare ciò che più piace.

PM: Mr. Ciasulli, lei è un’amante della velocità. Come mai ha scelto uno yacht così in antitesi?

TC: Bè sono andato veloce per buona parte della mia vita (ho perso anche molti amici nelle gare offshore) era venuto il momento di decelerare… Però ho comprato anche un motoscafo con 5 motori che ha lo stesso colore di Rebeca: lo metteremo a bordo; vola veloce a 100 miglia all’ora e quando voglio andare veloce posso tirare giù le manette e raggiungere un porto distante 30 miglia in meno di 20 minuti!

PM: La cabina di pilotaggio è straordinaria, pare provenga dal futuro… Ha provato a sedersi sulla sedia del comandante e condurre lei stesso lo yacht?

TC: Certamente! Oasis è uno yacht molto manovrabile. Chi sale a bordo rimane folgorato dalla postazione di pilotaggio, soprattutto i comandanti della mia prima barca. I monitor, la sedia con i joystick e quelle finestre terra-cielo sono impressionanti. Anche l’equipaggio ama radunarsi in questa zona. E anche io e Rebeca. Sono rimasto impressionato nel porto di Portofino: è stato così facile girare la barca e fare marcia indietro verso la banchina… incredibile.

PM: quindi siete riusciti a usarla un po’ nonostante i tempi difficili… Che giro avete fatto?

Benetti ci ha consegnato la barca a fine settembre a Viareggio. Appena possibile siamo saliti a bordo e navigato lungo la costa per raggiungere in tempo l’evento organizzato da Benetti a Portofino. Abbiamo fatto tappa a Porto Venere, alle Cinque Terre. Poi di ritorno da Portofino siamo andati all’isola d’Elba: insomma siamo riusciti a goderci la barca per tre settimane…

PM: E quale era la reazione della gente nei vari porti?

TC: Wow, mi sentivo come una rockstar! Tutti facevano foto con i telefonini… se avessi ricevuto un dollaro per ciascuna foto fatta, avrei potuto costruire un 50 metri Benetti anziché un 40 metri! È stato divertente… Ma nonostante l’apertura della poppa, ti senti protetto. Per salire a bordo c’è una passerella molto stretta, una specie di monito che dice “barca privata".

PM: E qual è stata la vostra prima reazione?

TC: Avevamo visto la barca durate varie fasi di lavorazione; Benetti ci ha mandato anche un bellissimo video del varo. Ma quando a settembre l’abbiamo vista a Viareggio e siamo potuti salire a bordo… abbiamo esclamato WOOOOW, Benetti ha veramente fatto un ottimo lavoro. Uno yacht dalla qualità olandese con lo stile italiano… siamo rimasti senza parole. Ho pensato questa è la mia barca ed è la migliore che Benetti abbia fatto finora! È uno yacht senza compromessi, perfetta anche dal punto di vista dei consumi e delle emissioni. Insomma una barca green, argomento al quale io e mia moglie prestiamo molta attenzione.

PM: Quali sono i vostri progetti ora?

TC: Lo yacht ora è a Viareggio, volevamo spedirlo in Usa e rispedirlo poi in primavera in Italia ma non aveva senso visto i tempi e le difficoltà. Stiamo pianificando di tornate in primavera e navigare verso l’Elba e la Sardegna. Le coste in Italia sono spettacolari ci piace molto esplorare. Lo yacht è anche in carico a Burgess per il charter: ci piace condividere e lo mettiamo volentieri a disposizione di chi ama il mare.

Désirée Sormani

 

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