Abbiamo recentemente incontrato Andrea Colombi, country manager di Yamaha Italia e, nella lunga chiacchierata che ne è scaturita, sono stati diversi gli argomenti trattati. Si è spaziato dalla novità di prodotto 2022, rappresentata dai nuovi fuoribordo V6 – trovate qui l’articolo che ne illustra le peculiarità – al mercato, che per il 2021 si va delineando ricco di soddisfazioni per la casa dei tre diapason sia per il settore marine sia per le due ruote, nonostante la pandemia abbia sicuramente creato problemi.
Quest’anno – ci ha detto Andrea Colombi - purtroppo non è stato facile ricevere e consegnare i motori. Puntiamo a vendere intorno ai 4000/4500 fuoribordo, circa come l’anno passato. C'è una grande crisi delle materie prime e non è facile reperire tutti i pezzi che vorremmo. I problemi finanziari o logistici globali, come le difficoltà che il mercato navale giapponese o quello del Far East stanno affrontando per la saturazione del commercio internazionale a causa del traffico mercantile, rendono difficile ricevere gli approvvigionamenti necessari per mantenere l’asticella al livello di produzione prefissato.
Il mercato italiano è il primo in Europa per il numero di pezzi venduti – ha continuato Colombi - dobbiamo essere bravi a gestire questo momento, considerando che veniamo da dieci anni che, specie nella nautica, non sono stati affatto facili. Nonostante il mercato in Italia sia in crescita del 24% non siamo ancora riusciti a esprimere appieno né il nostro potenziale creativo né quello in termini di sostenibilità. Stiamo comunque lavorando per migliorarci e non mancano le proposte o le soluzioni concrete per cambiare».
Fin qui le informazioni, interessanti e circostanziate, che possono attirare maggiormente l'attenzione dei lettori coinvolti nella yacht industry. Ciò però che è, a nostro giudizio, da sottolineare è la parte dell’intervista che ha riguardato gli aspetti ambientali emersi nell’incontro con Colombi.
PressMare - La sostenibilità è il tema del momento. Se in una frase “green” e “motori” possono sembrare un ossimoro, siamo certi che andando avanti nel tempo, tramite lo studio e lo sviluppo delle nuove tecnologie, queste due parole percepite dall’immaginario comune così distanti l’una dall’altra, potranno apparire molto più vicine o addirittura compatibili…
Andrea Colombi - Negli anni le aziende come Yamaha ci hanno permesso di vivere agiatamente, così come siamo abituati, semplicemente risolvendo i problemi legati alla mobilità di tutti noi, facendo in modo che gli spostamenti fossero sempre più rapidi, comodi e sicuri. Con il progredire delle loro tecnologie, i produttori di motori hanno favorito soprattutto gli scambi assecondando la globalizzazione e ponendo solide basi per l’economia attuale e per tutto il mondo moderno. Per mantenere un atteggiamento realista rispetto alla società, dobbiamo renderci conto che non è possibile stravolgere il pianeta e trasformarci dall’oggi al domani in una civiltà sostenibile. È importante però che ci sia una presa di coscienza globale, in primis da chi come la nostra azienda ha il potere di costruire e comunicare.
PM - È incoraggiante sapere che aziende come Yamaha stanno seriamente iniziando a puntare sul riciclo dei materiali e sull'educazione dei consumatori.
AC - Abbiamo un piano di sostenibilità a lungo termine, focalizzato a un massiccio abbattimento delle emissioni entro il 2050, con un check point nel 2030 che permetterà di verificare se la rotta seguita è quella giusta oppure se necessita di qualche cambiamento.
Sul lungo periodo si possono verificare delle variabili non calcolate, ma l’efficiente pianificazione permetterà di avere il controllo sulla situazione e garantirà, se necessario, i dovuti cambi di strategia. L'azienda è preparata, sta surfando e surferà sempre l’onda dell’avanguardia tecnologica.
PM – Come può un colosso motoristico virare verso uno sviluppo sostenibile?
AC - Yamaha vuole diventare un esempio di sostenibilità. Essere sostenibili in questo periodo storico significa anche essere trasparenti, saper garantire ai clienti un insieme di regole che vadano a favore di un'informazione corretta, chiara ed esauriente, facilitando la comprensione dei rischi e dei costi dei prodotti.
Quando le aziende parlano di sostenibilità, sanno bene che c’è una fetta di consumatori under 35 che è molto sensibile alla questione e negli anni passati è mancata l’educazione a un consumo intelligente. Le nuove generazioni hanno già molto chiaro quali siano le questioni più importanti per affrontare l’emergenza verde che il nostro pianeta sta vivendo, infatti sempre più individui scelgono di provare a ridurre il loro personale impatto ambientale.
Dovremmo avere chiaro che la generazione Y sarà la struttura portante del domani, e così via con tutte le generazioni che verranno: la macchina della consapevolezza ambientale è più che mai attiva e non può che continuare ad accelerare.
PM - Quali sono i metodi o le innovazioni più apprezzate dai consumatori per limitare il loro impatto sul mondo, qual è la direzione?
AC - Senza dubbio il trend del momento sono i motori elettrici, che limitano significativamente il proprio impatto sull’ambiente, garantendo un abbattimento dei consumi e delle spese impensabili con gli attuali motori a scoppio. Addirittura potrebbero fare da trampolino per il lancio di un nuovo modo di vivere il mare: navigando in maniera silenziosa, delicata ed elegante. Accompagnati solo dal rumore dell’acqua sullo scafo.
Oltre alle innovazioni tecnologiche, che stanno lentamente cambiando il modo di navigare, è importante spostare l’attenzione ancora una volta su come sta mutando anche l’atteggiamento dei consumatori. Sempre più spesso sentiamo parlare di sharing e noleggio a lungo termine, si trovano soluzioni, colmano le lacune e abbattono gli stereotipi che la nautica si porta dietro da sempre. In tal modo la nautica viene resa più accessibile, alla portata di tutti, riempiendo quel dislivello che si è creato nel tempo tra “chi può“ e “chi non può” permettersi una barca. Si sta placando lo storico sentimento di antagonismo percepito nei confronti di questo mondo da parte di chi ne è tagliato fuori, favorendo l’arrivo di una nautica più sobria e alla portata di tutti.
PM - Il solo pensiero di navigare velocemente e silenziosamente è estasiante, come lo è quello di poter contenere i costi per una giornata in mare. Vista la natura delle batterie dei motori elettrici e il loro complesso smaltimento, ci chiediamo se esistano altre tecnologie, potrebbe essere per esempio l’Idrogeno?
L’idrogeno è molto complesso e instabile, per il momento di difficile gestione. Sullo sviluppo del Green Deal Europeo si punta molto su questo elemento, ma non solo. Ricollegandosi alla questione delle batterie, il 10 dicembre 2020, è stato inserito un nuovo regolamento volto a disciplinare la produzione, l’uso, la second life e il riciclo delle batterie immesse nell’Eurozona. Noi, come azienda, siamo sempre in cerca di nuove fonti di alimentazione per riuscire a ridurre i nostri tassi di emissione. Forti delle tecnologie del momento e di un team di tecnici e studiosi qualificati, abbiamo presentato il nostro primo motore nautico elettrico. Siamo certi che questa sarà la direzione da seguire nei prossimi anni, con l’ambizione di produrre pezzi sempre migliori, affidabili e con maggiore autonomia possibile.
PM - Il traguardo di Yamaha, dunque, non è avere oggi il maggior numero di cavalli, il motore più grande o il più appariscente, ma rendere la vita più facile alle persone…
AC - Per farlo è necessario rimanere in linea con le attuali esigenze di mercato, studiando innovazioni, attrezzature e tecnologie: le ancore virtuali, le eliche di prua o i computer di bordo possono rendere tutto più semplice, dalle manovre in porto che possono essere fonte di preocupazione, allo studio minuzioso del fondale.
PM - Qual è l’obiettivo concreto che Yamaha si è data per il futuro?
AC - L’impegno che Yamaha sta mettendo nel conseguimento dei suoi obiettivi è ambizioso ma raggiungibile. Siamo certi che da ora in avanti i cambiamenti saranno enormi e apriranno la strada per il grande obiettivo dei 20 anni a seguire: l’azienda si è posta la sfida di riuscire a ridurre del 90% le emissioni entro il 2050 e del 25% entro il 2030.
PM – Un passo significativo in questo senso sembra essere Harmo, il primo motore elettrico che avete recente presentato in anteprima mondiale al Salone Nautico di Genova…
AC - Più che un motore è un innovativo sistema di propulsione elettrica che segna una nuova rotta nella mobilità in mare. La peculiarità è quella di aver dotato Harmo di una tecnologia RIM-drive per una propulsione elettrica più efficiente. Il motore elettrico è montato intorno al bordo esterno dell’elica, consentendo una maggiore spinta a velocità inferiori, rispetto agli equivalenti motori tradizionali. Harmo si basa su una rete “end-to-end”, che si compone di un’unità a propulsione elettrica, un telecomando e un joystick per un funzionamento più intuitivo. È un propulsore silenzioso, ideale per le acque interne o la navigazione lagunare, totalmente a emissioni zero.
Non ci resta che impegnarci concretamente, il cambiamento è iniziato ma la strada è ancora lunga. I colossi del settore giocano un ruolo centrale in questa partita e siamo felici di vedere giganti come Yamaha investire tanto tempo e risorse in sostenibilità. Ci auguriamo che sempre più grandi aziende prenderanno seriamente posizione schierandosi dalla parte si dell’economia, ma anche del pianeta.
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