La scorsa settimana, in una Valencia insolitamente fredda e piovosa ma sempre accogliente e bella, PressMare è stata invitata ai lavori del Congreso Náutico di ANEN, la convention organizzata dalla Asociacion Nacional de Empresas Nauticas, associazione che rappresenta il settore nautico in Spagna e che raccoglie circa il 90% delle sue aziende e operatori.
Una nona edizione del Congresso - tenutasi all’interno di Oceanografic, il parco marino di Valencia - arrivata in un momento estremamente positivo per la nautica iberica che, dopo la profonda crisi vissuta nel 2008, fu una debacle per cantieri e filiera, nelle ultime stagioni è tornata a marciare forte.
Com’è accaduto un po’ ovunque a causa della pandemia, anche in Spagna il fattore sicurezza ha spinto a preferire la barca per trascorrere il proprio tempo libero, le proprie ferie. Lo sottolinea il record di patenti nautiche rilasciate nel 2021, ben 95.000.
Bisogna precisare che la normativa sulla patente nautica in Spagna è differente rispetto a quella italiana, estesa a un maggior numero di utenti, e ciò giustifica il numero elevato di rilasci, ma non risolve il problema della sicurezza in mare e a nostro giudizio resta un limite alla diffusione della nautica per tutti. La licenza in Spagna serve quando si navighi con un motore oltre 11,26 kilowatt (15 HP) di potenza su natanti fino a 5 metri, fino a 6 metri nel caso lo scafo fosse a vela, e per andare oltre 2 miglia dalla costa.
Il numero è comunque importante e supera il precedente record di patenti che c’era stato già nel 2020, disegnando quello che Carlos Sanlorenzo, segretario generale dell’Associazione, con il 2022 si auspica diventi un trend.
Carlos Sanlorenzo, segretario generale ANEN
“Il numero delle patenti rilasciate nel 2021 dimostra che la nautica sta permeando la società – ha dichiarato Sanlorenzo a PressMare – ma ci sono anche altri segnali che lasciano guardare al futuro con ottimismo. Certo, la situazione venutasi a creare dal conflitto in Ucraina, ci impone la massima cautela e attenzione, ma non crediamo che il sentimento positivo degli spagnoli verso le barche verrà meno. Le dico che il 2021 è stato ottimo per tutto il comparto: le immatricolazioni di barche – quelle oltre gli 8 metri – sono tornate ai valori del 2008, il 17% meglio che nel 2019. Ciò – ha sottolineato il segretario generale di ANEN - nonostante sulle imbarcazioni più grandi gravi una tassazione extra, pari al 12% del prezzo di acquisto, nel caso di barche nuove, e al valore corrente del modello nel caso la barca sia usata. Una tassa che ovviamente penalizza lo sviluppo del comparto, rispetto ad altri Paesi dove non è applicata, e che l’Associazione cercherà di far modificare. Intanto, come rappresentanti di categoria, stiamo lavorando alla nuova Legge sulla Navigazione Marittima, dove la nautica da diporto verrà introdotta e definita come attività con un proprio ente e con uno specifico quadro normativo, differenziato dalla marina mercantile.”
La citata tassa sul lusso, invece, non viene applicata alle imbarcazioni destinate al noleggio, norma che ha messo gli spagnoli alla pari rispetto agli altri player mediterranei come l’Italia, dove di gabelle ne abbiamo diverse ma questa no, nemmeno per la vendita di imbarcazioni a privati.
“Lo scorso gennaio, mese teoricamente di bassa stagione, nel charter c’è stato un clamoroso +87% – ci ha detto José Luis Fayos, tecnhnical and export manager di ANEN – un dato eccezionale, che conferma come il turismo nautico su barche noleggiate in Spagna continui a sedurre, spingendo i clienti a prenotare per tempo la loro barca/isola felice per l’estate 2022. L’offerta delle nostre agenzie è cresciuta qualitativamente e numericamente, e la clientela sia spagnola sia straniera ha ben risposto. Si è cercato di ampliare la stagione e di migliorare l’offerta rispetto ai luoghi cult per le vacanze, come le nostre Isole e la costa iberica mediterranea, e di sostenere lo sviluppo del turismo nautico verso rotte meno frequentate e splendide, cioè la costa nord della Spagna. Una meta che consiglierei di scoprire anche agli appassionati italiani.”
Una conferma che il charter in Spagna sia in un buon momento, l’abbiamo avuta da Paola De Luca, giovane imprenditrice italiana che da 11 anni noleggia barche in Spagna: “Lavoro fra Valencia e le Isole Baleari, con una piccola flotta di una decina di barche, che vanno dai natanti a motore da condurre senza patente ai catamarani a vela di 45 piedi. Usciamo da una stagione 2021 molto buona - ha proseguito la titolare di Nautica De Luxe - dove siamo riusciti a far crescere il numero delle settimane di noleggio puntando tutto sulla qualità del servizio, che nel nostro ambito fa la differenza. La richiesta è forte, il numero di prenotazioni e contatti è già elevato, per cui sono fiduciosa che anche il 2022 sarà un ottimo anno.”
Anche le attività di refit di grandi yacht sono diventate un business fiorente in Spagna, ce lo ha sottolineato Fayos: “Ci sono diverse aziende che, disponendo di manodopera e tecnici altamente specializzati, e di cantieri molto ben strutturati per accogliere ogni tipo di superyacht, sono divenute delle basi molto attrattive per tanti armatori internazionali e per gli equipaggi delle loro barche.”
Poco dopo l’incontro con i vertici di ANEN, abbiamo assistito ai lavori del Congresso. Fra le numerose personalità intervenute, da segnalare il tanto lungo quanto interessante intervento di Ana Comellas, analista economica della Banca di Spagna. Secondo Comellas, vista l'incertezza dei mercati internazionali, affinché lo sviluppo del settore nautico continui, per le aziende è importante disporre di liquidità, essere solvibili, collaborare con altre aziende, promuovere i servizi e dare impulso alla digitalizzazione.
Robert Marx, presidente del Boot Dusseldorf, nel suo intervento ha citato lo studio preparato da Grand View Research che, tra il 2021 e il 2028, indica un'espansione del mercato del 4,5% a livello mondiale, con una crescita di quello europeo superiore al 3%. Sempre secondo il presidente del Boot, una delle sfide che deve affrontare il settore nautico, è la mancanza di posti barca nei porti turistici del Mediterraneo e di tutta Europa.
Ad introdurre un dibattito sulla portualità è stato l'intervento di Álvaro Rodríguez Dapena, presidente dell'Ente Pubblico dei Porti di Stato, evidenziando come l’evoluzione di questo settore sarà focalizzata su progetti infrastrutturali sempre più sostenibili. Porti turistici che dovranno trasformarsi in vere e proprie destinazioni turistiche dove, al di là della storia, della cultura e dell’enogastronomia che offre il territorio circostante, ai clienti potranno essere garantiti servizi da resort di livello, esperienze esclusive di svago e turismo.
“Il turismo nautico è fonte di ricchezza e di occupazione e la sua promozione è una scommessa proficua a livello nazionale e anche per le Comunità autonome.” Ne ha consapevolezza Ana Muñoz Llabrés, Vice Direttore Generale per lo Sviluppo e la Sostenibilità, struttura che sta lavorando per rendere il settore turistico spagnolo più resiliente, più diversificato e in grado di generare posti di lavoro migliori.
Mercedes Pardo per Educacion Azul
Istruzione e formazione nel settore nautico: in tale ambito è stato presentato Educacion Azul, progetto promosso da diversi attori della Blue Economy. Mercedes Pardo, direttrice dell'Istituto marittimo spagnolo, ne ha spiegato l'obiettivo: sensibilizzare ed educare le nuove generazioni sull'importanza e sul potenziale rappresentato dagli oceani e cosa comporta in termini di Blue Economy, divulgando le opportunità di sviluppo professionale e di occupazione che questo settore offre ai giovani.