Venerdì 9 Aprile presso MADE Competence Center 4.0 nel cuore del Campus in Bovisa del POLIMI, si è svolta la prima edizione del workshop: “Nautica e Idrogeno, potenzialità e sfide per il futuro delle propulsioni green”.
La giornata si è aperta con il Professor Andrea Ratti del Master in Yacht & Cruising Vessel Design e di Andrea Sianesi Presidente della Fondazione Politecnico già parte del progetto Hydrogen Joint Research Platform (Hydrogen JRP) creato appunto dalla Fondazione Politecnico di Milano, insieme al Politecnico di Milano e le tre aziende fondatrici Edison S.p.A., Eni S.p.A e Snam S.p.A.
La sessione della mattina è inizia con l’intervento dell’Organizzazione americana Parley for the Oceans che si occupa di azioni dirette a protezione dei mari e degli oceani il cui relatore ha fortemente posto l’accento sulla necessità che gli armatori del futuro che siano loro stessi i primi ad investire in tecnologie finalizzate al rispetto degli oceani. La stessa Parley presenta inoltre il progetto “HY-Plug” di Camille Lopez vincitrice da studente nel 2021 di due studi di ricerca nel Principato di Monaco, il “The Mark Challenge” organizzato dall’International University del Principato di Monaco (IUM) ed il “Monaco Ocean Protection Challenge” (MoPC) supportato tra l’altro dalla Fondazione Alberto II di Monaco ed il Museo Oceanografico del Principato e la IUM. HY-Plug è una società multi-servizi per l’incontro della domanda e dell’offerta nell’idrogeno per yachting, i porti e le marine in derivazione tecnologica automotive grazie alle collaborazioni esistenti con SEAT e Citroen.
Successivamente il microfono è passato all’Ing. Pollicardo, Technical & Environmental Director at Superyacht Builders Association (SYBAss) che rappresenta l’80% del volume di stazza della flotta mondiale di yacht. Pollicardo affronta il discorso da due punti di vista, il contesto normativo e quello del mercato: “Il complesso del pacco delle normative GHG (impatto del gas serra) riguarda l’85% dell’impatto del parco navigante, ma ad oggi non la nautica nel diporto”. Pollicardo prosegue: “Ad oggi la flotta degli yacht oltre 30 metri è di circa 6000 unità, nel 2008 erano 3000, vista la crescita della flotta, non possiamo immaginare di restare lontani dal radar dell’IMO per lungo tempo”. Prosegue Pollicardo: “Nel 2018, i vari organi internazionali non marittimi hanno decretato che ci sia un “Level of ambition”, (cioè un target da perseguire) cioè la riduzione delle emissioni della CO2 entro il 2050 del 50% e che questa soglia possa essere incrudita”. Pollicardo dichiara inoltre: “Non arriveremo mai agli obbiettivi del 2050 se non possiamo lavorare sull’efficientemente energetico. Il 70% della flotta navigante è sotto Red Ensign flags (Si tratta di 13 giurisdizioni offshore che includono il Regno Unito, le dipendenze della corona: Isola di Man, Guernsey e Jersey e i territori d'oltremare del Regno Unito: Bermuda, Gibilterra, Turks e Caicos, Isole Vergini britanniche e Isole Cayman. Qualsiasi nave registrata in queste località, è quindi considerata una nave britannica ed è autorizzata a battere la bandiera Red Ensign), con i passenger yacht code, la normativa IM/(Marple detta norme chiare, sono navi passeggeri anche se sono immatricolate come yacht. Devono rispettare le norme IMO”. SYBASS ad oggi sta lavorando prima che IMO metta nel radar una normativa che sia calzante per lo yachting. Ing. Pollicardo conclude il suo intervento affermando che “Una normativa ignorante della tecnologia non deve guidare”.
Il progettista Lucio Micheletti dello studio Micheletti + Partners relatore dell’intervento “Ruolo e responsabilità della progettazione” interviene allineandosi a quanto introdotto dagli interventi precedenti con la frase “La curiosità salverà il mondo”, parlando dello yacht Canova di Baltic, poi di Swan Yachts e ragionando sul divenire di questo tipo d’imbarcazioni e di come i generatori in un futuro cambierano in idrogeno. Micheletti chiude l’intervento spiegando che il design diventa l’argomento fondamentale della nostra vita e di come la tecnologia stia perdendo l’estetica a vantaggio della funzione.
Degno di rilievo l’intervento dell’Ing. D’Onofrio dello studio ZERO13 legato allo sviluppo di carene più adatte per le navi declinate a vario utilizzo che impiegano tecnologie a idrogeno. D’Onofrio inizia la sua presentazione ragionando su materiali innovativi per le carene unite a sistemi di propulsione Voith Linear Jet (si tratta di un’elica che gira all’interno di un tubo sagomato, come in un idrogetto posizionato sotto lo scafo) che unite con carene semi dislocanti e foil possono rendere la performance di questi nuovi progetti nave veramente interessanti e di cui c’è già un progetto. D’Onofrio condivide con i presenti: “Abbiamo una maggiore efficienza che si vede in una minore resistenza all’avanzamento ed una conseguente minore consumo per mezzo dell’utilizzo di foil che diminuisce il dislocamento già a partire dai 20 nodi”.
Arianna Bionda, Professoressa e Ricercatrice del Master in Yacht Design, inoltre Coordinatore del progetto E-SHyIPS – FCH JU per la progettazione di navi a base di idrogeno presenta la necessità ai presenti spiegando: “Il progetto E-SHyIPS, tratta di coordinamento ricerca tecnica, di tecnologie nella ricerca ed applicazione dell’uso dell’idrogeno per il trasporto marittimo, gli obbiettivi sono quelli di limitare le emissioni di CO2 entro il 2050 del 50%. L’European Green Deal ci chiede di trovare soluzioni sostenibili nella nautica del futuro non attuabile con la tecnologia di adesso”. Il progetto e-SHyIPS mira appunto a definire le nuove linee guida per un'efficace introduzione dell'idrogeno nel settore del trasporto marittimo di passeggeri e a promuoverne l'adozione nell'ambito della strategia globale e dell'UE per un ambiente pulito e sostenibile, verso la realizzazione di uno scenario di navigazione a emissioni zero. Attraverso un approccio eco sistemico, in cui saranno coinvolti tutti i principali stakeholder dei settori marittimo e dell'idrogeno, della ricerca e dell'industria. Il progetto e-SHyIPS integrerà le attività di ricerca teorica pre-normativa sugli standard con simulazioni ed esperimenti di laboratorio, al fine di fornire le necessarie conoscenze per progettare un processo di certificazione appropriato e individuare le future attività di standardizzazione per migliorare il panorama normativo e normativo dell'UE.
Il panel della mattina include Paolo Oliveri di H2Boat, azienda esperta nel campo della propulsione a idrogeno che in occasione degli ultimi saloni del 2021 ha presentato i progetti cui sta lavorando e ha illustrato inoltre alla platea l’ultima loro soluzione: uno yacht di 52 metri dotato di sistemi a idrogeno sia per la parte di hotellerie che navale per il cantiere navale Baglietto il cui lancio è previsto per il 2024.
La seconda parte del workshop ha previsto la presenza di alcuni cantieri navali direttamente coinvolti sia in ricerca tecnologica che nelle richieste del mercato. Barbara Amerio di Amer Yachts già nota per la pronunciata azione di coinvolgimento della filiera delle sue barche per la produzione sempre maggiore rispetto ambientale, comunica la sua volontà nello sperimentare i nuovi carburanti biodiesel oltre che la vocazione dell’impresa di continuare la ricerca di elementi progetti ed idee mirati a rispetto dell’ecologia nel diporto.
Federico Rossi, COO Rossinavi (oltre che Parley for the Oceans Ambassador) condivide con i presenti la richiesta della sua clientela di progetti nave con elevati profili di riduzione d’impatto ambientale e ne illustra le performance: “Abbiamo costruito una piattaforma per un catamarano a basse velocità e si è verificato il problema dei consumi per la parte hotel, l’aria condizionata e il riscaldamento delle piscine. La navigazione elettrica ha spostato la nostra attenzione, abbiamo analizzato gli indici operativi: le barche stanno ferme, le miglia che navigano sono sempre le stesse”. Rossi prosegue: “abbiamo verificato anche la traversata atlantica che tipicamente richiede 50/60.000 litri di gasolio, è il caso secondo noi di ripartire dal costo energetico di Cristoforo Colombo, noi siamo arrivati con i nostri sforzi a: 80% elettrico 20% in diesel ed ora possiamo fare quella traversata con 15.000 litri di gasolio”. Rossi inoltre condivide che in Rossinavi sono in attesa della prossima generazione di batterie che nasceranno riciclabili e con un progetto di seconda vita come quanto Mercedes sta sviluppando a Berlino assieme a una stazione di riciclaggio delle batterie stesse. Rossi chiude l’intervento dichiarando: “Chi costruisce barche è distante troppo spesso da chi le usa. L’intelligenza artificiale è sicuramente un aspetto che dobbiamo approfondire”.
L’ultimo intervento in agenda è stato quello di Jacopo Maggi in rappresentanza di Persico Marine, il cantiere di Luna Rossa che ha portato l’attenzione sul regolamento della prossima America’s Cup che prevede che le barche di appoggio (chase boats, bolidi d’acqua da 50 nodi di velocità) di cui mostra le prime immagini relative al prototipo di Team New Zealand siano da ora a propulsione a idrogeno. Dalla platea prende la parola il giornalista Antonio Vettese, già press officer per la Prada Cup, che solleva la questione dell’effettiva utilità d’uso delle chase boats dalle cui immagini il design non appare utile rispetto agli scopi: trasportare vele, pezzi di ricambio e quant’altro per assistere i teams in regata. Jacopo Maggi, chiude l’intervento condividendo quanto ancora la ricerca per lo sviluppo di quel tipo d’imbarcazione sia lontana dal progetto definitivo prendendo ad esempio anche le ottimizzazioni necessarie per raggiungere i 50 nodi richiesti con questo nuovo tipo d’imbarcazione.
Filippo Ceragioli