Absolute 56 Fly, il motoryacht tutto spazio e ratio. Il test

05/11/2022 - 11:15 in Barca a motore by Press Mare

L'Absolute 56 Fly è un motoryacht con un corredo genetico che manifesta la politica di prodotto del cantiere, tanto di successo commerciale quanto dirompente nei confronti di ciò che era ritenuta la normalità. Un approccio che spesso fa storcere il naso ai cosiddetti puristi: le linee esterne degli Absolute sono irriverenti rispetto alle canoniche geometrie che il secolo scorso ci ha abituato a vedere a galla nei nostri mari, ma che il diportista apprezza così tanto da aver costretto anche altri marchi a seguire lo stesso approccio. Insomma, un po' così come la Red Bull ha obbligato la Coca Cola a cambiare la forma delle lattine.

Prima che un oggetto da mostrare, un Absolute è uno yacht da vivere. Che, se vogliamo, è quanto di più nautico ci possa essere come idea. Decenni di ostentazione, tuttavia, ci hanno fatto pensare il contrario eppure, nella sua coraggiosa e pagante scelta, il cantiere piacentino ha scelto di favorire ciò che potremmo definire l'ego pratico e quotidiano dell'armatore. Vediamo nel dettaglio perché.

Io sono io

L'impatto visivo è forte, un Absolute 56 Fly si riconosce: questi tre enormi esagoni neri, disegnati dalle vetrate delle cabine e della sovrastruttura, accompagnati dai filamenti bianchi della falchetta del fly e dell'hard top, danno un'identità chiara al prodotto. La linea non è affusolata e non è sportiva, ma non vuole esserlo. I volumi sono ampi e lo dichiarano, il 56 Fly non vuole sembrare smilzo, anzi è orgogliosamente trofico, perché sa che grazie alle sue superfici e ai suoi volumi, chi sale a bordo avrà un sacco di spazio a disposizione. Nonostante sia grossa, però, non è una barca goffa perché abbondano i tagli netti e le linee affilate, insomma, un ottimo lavoro di modellazione e di make up.

Attenti a chi è in vacanza e anche a chi lavora

Gli elementi salienti sono numerosi: la plancetta di poppa larga più di un metro e mezzo, ospita il tender, così il garage non serve e lascia posto: a una cabina per due persone di equipaggio con bagno e doccia; e a una vera sala macchine in cui ci si muove in piedi attorno ai due Volvo D8 IPS 800 da 441 kW ciascuno, per un totale di 1.180 cavalli.

Una notazione importante, è evidente che alla Absolute Yachts sappiano che l'equipaggio felice fa la barca felice e quindi c'è attenzione anche a questa risorsa umana utile per favorire l'armatore nelle scelte. Sono lontani i tempi in cui anche per misurare il livello dell'olio di un motore ci si doveva contorcere per intrufolarsi di testa e fino ai fianchi in un passauomo sul calpestio del pozzetto.

L'attenzione alla razionalità, all'ordine e alla chiarezza oltre che alla facilità di accesso, si percepisce ovunque ci siano componenti tecniche. Come per esempio nell'altro locale tecnico ricavato sotto la cabina di prua e da cui si arriva al bow thruster e ai controlli dell'impianto idraulico, accessibile da una porta nascosta dentro uno stipetto nella terza cabina ospiti a mezza nave.

 

Navigare necesse est

Altre notazioni pro esigenze navigazione: i winch per l'ormeggio a poppa sono a calpestio e in linea con il trincarino; a dritta, a ridosso della potenza che sostiene il fly, c'è la terza postazione per il controllo dell'ormeggio con i comandi joystick e bow thruster; la postazione di guida sul fly sfrutta il passauomo della salita (con chiusura trasparente) per aumentare la visibilità del giardinetto, molto utile in fase di ormeggio.

 

Trucchi e astuzie dell'Absolute 56 Fly

Non di sole manovre vive l'uomo, soprattutto se è ospite a bordo. Le considerazioni pro vivibilità da fare sono anche qui numerose a partire dai dettagli studiati per aumentare la sensazione di spazio. L'assenza di arredi fissi -a favore di poltrone- e di volumi in vetroresina sulle murate. I due gradini bassi della scala che porta al fly, aggettanti e non scatolati, come il resto della salita. I gavoni eliminati dal pozzetto, ma spostati lati e sotto il divano di prua, l'impavesata è aperta così come trasparente è la parte alta dello specchio di poppa. Insomma, anche dove le cose ci devono essere si cerca di ampliare la vista. Altrove, come a prua, si è proprio allargata la superficie, grazie alle forme di cui si parlava poco sopra.

Anche il fotovoltaico

Ribadisce il concetto il fly bridge, riparato in questo caso dall'hard top con pannelli fotovoltaici da 1,5 kW di potenza, per fornire corrente ai servizi senza dover ricorrere al generatore. Prendisole a prua, divanetto a fianco della postazione di guida a sinistra, wet bar con griglia e piano di lavoro, tavolo da pranzo e zona lounge verso poppa ombreggiabile come la prua con pali e relativi tendalini.

Comodi ma non larghissimi i passavanti: muovendosi in fretta le spalle toccano le vetrate. Sono comunque coperti e illuminati e, da quello di dritta, si accede direttamente alla postazione di comando.

 

Finalmente all'interno

La pianta del ponte principale all'interno replica la ormai consueta struttura con la cucina a ridosso del pozzetto. Posta sul lato sinistro ha piastra a induzione, forno e lavastoviglie, e comodi piani di lavoro grazie allo spostamento di frigo con congelatore a tutta altezza sul lato di dritta, lasciando a sinistra lo spazio per il piano. Più avanti zona divano a C-pranzo interno a sinistra e ulteriore divano per murata a dritta, dietro al quale sorge, quando richiamato, la tv pop up. La cantinetta per il vino è sotto il sedile a fianco del pilota.

 

E luce fu

Interessanti le vetrate (d'ora in poi eviterò l'aggettivo grande parlando di aperture luminose perché su questa barca andrebbe ribadito ovunque), che possono essere aperte come un finestrino dell'auto, per circa tre quarti della loro altezza. Insieme alla vetrata che chiude il quadrato crea un ottimo sistema di circolazione dell'aria naturale che riduce l'uso del condizionatore.

Al posto di comando

La postazione di guida è comoda e ha un'ottima visibilità su tutti i lati, perfetta stando in piedi, da seduti il volante rimane un po' lontano e richiede una flessione in avanti del busto per manovrare, ma considerando come si utilizza una barca del genere (si manovra da in piedi e da seduti ci si limita a piccole correzioni di rotta -che poi il diportista smaliziato mette in atto con i piedi se non affida direttamente all'autopilota) è una scelta più che ragionata.

 

Dormire sul mare

Arriviamo infine alla zona notte articolata su tre livelli. La geometria della barca ha consentito di posizionare a prua, su un breve ponte ammezzato, la cabina armatoriale. Qui le due vetrate a murata valgono l'esperienza a bordo: andare a letto e poi svegliarsi con questi due "maxi schermi" posti a un metro dal galleggiamento e aperti sul mondo, è davvero impagabile. Una delle idee più vicine al dormire sull'acqua che si possano provare in un cabinato. Applausi al cantiere.

Ovviamente per evitare di essere noi lo spettacolo per chi, mentre siamo alla fonda in rada, ci sfila accanto con il tenderino e ci guarda dentro, sono previste delle veneziane. Per il ricambio d'aria sono presenti due oblò (incredibilmente classici). Il bagno è verso prua a tutto baglio, vanity-scrivania e cabina armadio completano gli accessori della cabina armatoriale.

 

Ospiti e vip

La cabina vip è a mezzanave, a un livello inferiore, e sfrutta tutta la larghezza del 56 Fly, anche qui le aperture in murata portano luce e l'idea di mare all'interno, Non con la magnificenza della cabina prodiera, ma molto più di quanto si reputasse normale (e sicuro) solo qualche anno fa. Anche in questo caso il bagno è privato con wc e lavello in un locale e doccia in un altro.

La terza cabina, cui si è già accennato, ha i letti gemelli posizionati per baglio e sfrutta il bagno comune posizionato di fronte alla sua porta.

Come va l'Absolute 56 Fly?

Con le condizioni incontrate nell'uscita di Varazze è difficile che una barca varata nel XXI secolo e per di più da un cantiere che vende oltre 90 barche l'anno, navighi male. Sarebbe davvero una notizia. Per cui le considerazioni da fare sono altre. Ovvero: stare in cabina armatoriale in navigazione è bellissimo (ed è la prima volta che credi di scrivere una cosa del genere in oltre 20 anni di professione) ma, a parte questa nota assolutamente personale, si ha la sensazione di una barca solida e ben strutturata: nei passaggi sulle onde che ci siamo creati non c'è quel fastidioso rumore di "qualcosa che si stacca" che invece incombe spesso si sente su altre barche. Le velocità sono in linea con l'idea di barca: crociera a 22,7 nodi a 2700 giri con un consumo totale di 200 litri ora, ovvero circa 8,8 litri. Una richiesta, in termini di combustibile, non molto superiore a quella di un maxi rib.

Per chi è questa barca

L'Absolute 56 Fly è una barca per chi tiene famiglia. Mediterranea abbastanza da regalare gli spazi all'aperto che si cercano alle nostre latitudini. Per chi non vuole un attrezzo "da sparo" o la barca che è sì un flybridge, ma comunque sportivo. È un 17 metri progettato per chi cerca la funzionalità e un approccio razionale al suo yacht. Non così grande in termini assoluti da richiedere necessariamente un comandante o un membro dell'equipaggio aggiuntivo se a bordo ci sono un paio di persone che sanno dove mettere le mani in fase di ormeggio.

Giacomo Giulietti

Dati tecnici

Lunghezza ft 17,64 m; 57’ 10” - Larghezza ft 4,79 m; 15’ 9” - Cabine 3+1 - Toilette 3+1 - Posti letto 6+2 - Capacità carburante 2600 lt; 686,85 us gal - Capacità acqua dolce (capacità boiler inclusa) 650 lt; 171,71 us gal - Motori: Volvo D8-IPS800 - Potenza: 2×441 kW - 600 cv

Prestazioni e consumi Absolute 56 Fly

 

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