Il METS di Amsterdam è la più grande fiera dedicata alla fornitura, subfornitura e accessoristica nautica del mondo e in questa edizione del 2022 ha confermato il suo indiscusso primato: 1.400 espositori provenienti da 49 paesi, suddivisi in 10 padiglioni espositivi nei quali è possibile trovare qualsiasi cosa possa essere necessaria per allestire una piccola barca o un grande yacht. In un contesto internazionale costellato dalla partecipazione di aziende giunte di ogni parte del globo, l’Italia è stata presente in modo massiccio: ben 66 aziende le aziende che hanno esposto nella "collettiva" della hall 12 e nel Superyacht Pavilion, organizzata come ogni anno da Confindustria Nautica e ICE Agenzia, e addirittura altre 182 disseminate un po' ovunque negli altri padiglioni del RAI di Amsterdam, se dobbiamo dire la nostra in alcuni casi anche troppo sparpagliate per essere facilmente trovate. Comunque, quasi un quinto delle aziende che hanno esposto al METS sono state italiane.
Che la presenza italiana fosse di grande impatto era possibile percepirlo già all’ingresso del centro congressi e fiere della capitale olandese, grazie a un'evidente cartellonistica tricolore predisposta da Confindustria Nautica di cui hanno sicuramente beneficiato tutti i brand del Made in Italy, associati e non. Una scelta di grande impatto, che ha fatto da cornice alla presenza delle eccellenze italiane produttrici di accessori, componenti, sistemi e impianti, che ritroviamo poi a bordo di yacht realizzati nei cantieri di tutto il mondo.
Non è stato però solo per questo se il padiglione dedicato per buona parte della sua estensione alle aziende italiane sia stato, per lunghi tratti delle tre giornate della kermesse riservata ai soli operatori del settore, letteralmente preso d’assalto, tanto che anche per noi non è stato sempre semplice riuscire a parlare con i nostri connazionali dentro agli stand, il Made in Italy tira anche nel mondo dell'accessoristica nautica. Confindustria Nautica e ICE Agenzia, all’interno del medesimo padiglione, hanno anche realizzato un’area dove è stato possibile organizzare incontri B2B e fare del networking tra aziende italiane e non, perché in quel contesto si è sentito parlare diverse lingue tra l’immancabile inglese nei suoi vari accenti al francese, olandese, spagnolo e tedesco.
Nei tre giorni di salone dall’ufficio stampa del METS registriamo che ci sono state in totale 26.480 persone che si sono avvicendate tra i padiglioni, delle quali 17.417 come visitatori unici, professionisti della cantieristica provenienti da 126 paesi, ai quali si sono aggiunti 6.175 operatori e 160 giornalisti. Indubbiamente un evento di grande impatto e non a caso ritenuto imperdibile dai tanti che vi prendono parte ogni anno, un momento di incontro e confronto anche per le associazioni internazionali del diporto come ICOMIA, oppure per eventi come il Superyacht Forum Live.
Definire una tendenza in una così vasta rappresentazione di prodotti e tecnologie rivolte a barche e yacht di qualsiasi dimensione, non è semplice ma quello che possiamo dire con certezza è che, più del passato, abbiamo riscontrato una presenza importante di aziende specializzate nello sviluppo di sistemi di propulsione elettrica o ibrida, così come di aziende che stanno considerando questo modo di navigare come qualcosa da affrontare nell’immediato per proporre soluzioni tecnologiche adeguate. Per esempio, sistemi di gestione di impianti di propulsione complessi o comunque diversi da quelli tradizionali, perché basati su macchine miste elettriche-endotermiche o solo su macchine elettriche. Tanti i motori marini elettrici, tante le aziende provenienti anche da altri settori ma impegnate a produrre macchine elettriche, hanno proposto soluzioni adeguate all’uso nautico di motori molto interessanti per facilità d’installazione. Diverse altre che propongono interi power train, vale a dire sistemi di propulsione completi dalle centraline alle batterie, dagli impianti a al motore, per offrire al cliente finale una soluzione finita e completa. Poi, motori marini piccoli e grandi, fuoribordo, entrofuoribordo, con sistemi di propulsione dedicati, ed entrobordo accomunati dall’impiego di macchine elettriche al loro interno per una nautica sempre più rivolta a un cambiamento per il quale a fare la differenza non sarà solo sviluppo tecnologico.
Indubbiamente da questo dipende la possibilità di disporre di prestazioni elevate e autonomie in linea con le abitudini dei diportisti attuali, ma sicuramente senza lo sviluppo infrastrutturale sul territorio, dal quale deriva la possibilità di ricaricare le proprie barche elettriche rapidamente e con una copertura intelligente e capillare, il mercato dell’elettrico in mare non ha futuro. Lo sviluppo di questo specifico settore, e al METS abbiamo trovato ulteriori conferme, permette oggi di avere autonomie importanti e prestazioni già in grado di accontentare il diportista medio, ma se i porti non si dotano di stazioni di ricarica dedicate alle imbarcazioni e in grado di offrire cariche rapide, la migrazione dall’endotermico all’elettrico sarà fortemente limitata e distante. Per fortuna aziende impegnate in queste attività di elettrificazione intelligente di porti turistici e marina, ci sono e sono già molto attive, ora si tratta di lasciare loro il giusto spazio perché possano offrire e garantire quello sviluppo infrastrutturale fondamentale. Qui su PressMare parleremo di questo tema in altri articoli, ma il METS ci ha sicuramente sollecitati ad approfondire tutti gli aspetti della nautica elettrica, vista la crescente offerta di prodotti specifici e soprattutto l’incremento delle prestazioni dei sistemi proposti da aziende internazionali, in particolare nord europee e statunitensi, dove le barche elettriche si stanno diffondendo molto più velocemente che da noi.
Angelo Colombo