Gennaro Candida De Matteo: Next Yacht Group, le barche non convenzionali

03/01/2023 - 09:36 in Superyacht by Press Mare

Quella di Next Yacht Group è una realtà imprenditoriale articolata, dove a competenze tecniche distintive e collaudate, acquisite con i marchi Maiora, AB Yachts e CBI Navi, si uniscono nuove capacità manageriali proiettate a valorizzarle, con una sempre più attenta analisi, interpretazione e risposta alle “attese emozionali” di ogni potenziale armatore. In altre parole, è ciò che Gennaro Candida De Matteo, amministratore delegato di Next Yacht Group, ha definito lo stile di vita “emozionale” del cliente: concetto molto interessante, dal quale siamo partiti nell’intervista.

Gennaro Candida De Matteo – Il nostro progetto è finalizzato a valorizzare il fascino dei marchi di Next Yacht Group, con i propri 40 anni di storia e con le proprie vocazioni, nell’interpretare uno specifico stile di vita “emozionale” dell’Armatore al quale vogliamo dare una risposta in termini di contenuti, di glamour, di sensazioni provate a bordo. Per raggiungere lo scopo abbiamo ritagliato una missione ai nostri marchi, offrendo soluzioni specifiche e coniugandole fra loro in maniera armonica.

Le declinazioni delle nostre proposte partono dalla storia dei marchi: se AB Yachts è il prodotto più sportivo, per definizione adrenalinico, con Maiora vogliamo valorizzare il piacere di vivere il mare in ambienti versatili, ispirati dalla godibilità degli spazi, con soluzioni spesso “non convenzionali”: abbiamo infine aggiunto una inusuale brillantezza prestazionale, generando quel prodotto Maiora Exuma che adesso è uno dei nostri motoryacht più richiesti. CBI Navi invece è un marchio rivolto agli armatori che vogliono fare dello one-off un elemento distintivo, fondato però su tecnologia ed innovazione tipicamente Next Yacht Group.

Il nuovo AB 120

PM - Quale obiettivo si pone per Next Yacht?

GC - Abbiamo un duplice obiettivo. Innanzi tutto, tornare ad essere un player importante in un mercato che è cresciuto significativamente negli ultimi anni. Per noi, in termini di valore della produzione, significa un incremento ad oggi di tre volte i numeri del 2019, numero significativo e segnale sicuramente positivo di continuità per l’azienda. Già lo scorso anno abbiamo avuto un valore della produzione di circa 45 milioni e un EBITDA (margine operativo lordo) del 13%, rilevante per la limitatezza del volume di attività realizzato.

Ma, soprattutto, vogliamo consolidare il rapporto con i Clienti: saremo più presenti ai boat show internazionali e direttamente in alcuni mercati per noi più strategici, dove concetti quali benessere e vivibilità a bordo oppure sportività agli estremi delle prestazioni raccolgono maggiore consenso. Sono fattori di differenziazione fondamentali nei mercati più evoluti, caratterizzati da armatori maturi, sicuri nelle scelte, spesso delusi dagli stereotipi.

PM - Per crescere ulteriormente, s'immagina che abbiate un piano di produzione in crescita...

GC - Nel 2021 abbiamo consegnato 5 barche, quest’anno programmiamo di finirne o consegnarne 8 (qualcuna probabilmente scavallerà l’anno); la proiezione è di 10 nel 2023, arrivando a 12 nel 2024, anno in cui avremo completato tutta la gamma prodotto. Significa non crescere oltre volumi da boutique della nautica.  C’è bisogno di almeno 7-8 postazioni di allestimento: quindi già oggi stiamo implementando un progetto industriale che prevede il raddoppio della capacità produttiva di Massa e Viareggio, mantenendo focalizzati il più possibile gli stabilimenti produttivi.

 

AB 100

PM - Quante barche sono state varate con i marchi AB Yachts, Maiora e CBI Navi?

GC - Attualmente navigano più di un centinaio di AB Yachts, quasi una decina di unità a marchio CBI Navi e circa 250 Maiora: una flotta considerevole, fatta di barche più piccole delle attuali, con una base clienti molto affezionata ai marchi. Per consolidarla e renderla più interessante, stiamo lavorando ad una nuova gamma di prodotti.

Abbiamo cominciato un paio di anni fa col ritoccare lo stile di alcuni modelli AB, l’80 e il 100; ora è la volta del 120 e a seguire, le novità vere e proprie: un 150 e un 170 piedi in stile assolutamente originale. Per il 2024 avremo una gamma completa di AB con un “family feeling comune”, contenuti rinnovati, soluzioni originali e meno originali ma che hanno trovato già ampio consenso, ove applicate. Penso, ad esempio, alla beach area con garage float-in dell’AB 100: sarà disponibile anche sull’AB 80 e sull’AB 120, ma con declinazioni assolutamente specifiche, per amplificarne fruibilità e spazi. Nel frattempo stiamo rinnovando le motorizzazioni, prima per il mercato americano e poi per gli altri mercati. Già oggi negli USA devono essere compatibili con i requisiti EPA - Environmental Protection Agency. Ma a breve entreranno in vigore nel mondo intero.

AB 100

PM - Parliamo di SCR, i sistemi per l’abbattimento dei NOx, gli ossidi di azoto sprigionati dai motori?

GC - Esattamente, sono sistemi che limitano il livello di emissioni di NOx definito dall'IMO come "Tier III" che, a partire dal 2021, è esteso agli yacht di stazza lorda inferiore a 500 tonnellate e di lunghezza superiore a 24 metri. Adesso è un requisito obbligatorio per navigare in zone ECA (aree controllate dalle emissioni), come ad esempio gli Stati Uniti. È la stessa normativa che a breve sarà trasferita anche in Italia e da allora tutte le nuove barche dovranno avere un SCR - Selective Catalytic Reduction - un procedimento di abbattimento degli NOx presenti nei gas di scarico. Un apparato che richiederà modifiche significative in sala macchine. 

PM – Prevedete anche un layout specifico, diverso per il mercato americano?

GC - Possiamo customizzare quasi ogni richiesta, penso ad esempio alla country kitchen nel main deck, molto apprezzata dagli armatori statunitensi, che offre ampia flessibilità nell’interpretazione degli spazi del lower deck. Il nostro prodotto nasce già con una grande modularità: non solo di lay-out ma anche di tipo “strutturale”. Fly spazioso vs. open roof sul secondo ponte, concetti di poppa alternativi, rapporto interni-esterni modificabile sul ponte principale: non solo – quindi - versioni orientate agli specifici mercati, ma vera e propria possibilità di tipo “one of a kind”.

Maiora 35 Exuma

PM - Ci sarà una gamma Maiora Exuma?

Quanto al Maiora Exuma, il 35 metri parte già con contenuti unici in termini di luce a bordo, di spazi e volumi interni ed esterni e delle loro modalità fruitive, di capacità per tender e toys, di prestazioni. Pensiamo di estendere la gamma ad un 30 e sopra i 40 metri, andando a incontrarsi con il 150 ed il 170 AB, rispondendo così alla richiesta del mercato di prestazioni ma con spazi inusuali. Oggi, con il 35 metri, offriamo 300GT di luce e di glamour con possibilità di configurazione motori per prestazioni fino a 40 nodi.

Su queste linee guida, sia su AB sia su Maiora Exuma, stiamo lavorando con l’architetto Casamonti e lo studio Archea, valorizzando i prodotti che abbiamo recentemente lanciato e rivedendo progressivamente prima gli interni e poi le linee esterne, nell’intento di dare armonia ed univocità, con un feeling comune per segmenti di gamma.

PM - Come sta andando il mercato?

GC - Ci stiamo muovendo in un mercato “complicato”: prima il clima di incertezza generato dal Covid che ha spinto i consumatori più abbienti ad assecondare rapidamente i propri desideri di evasione, quasi di “rinascita”, per cui la domanda è esplosa – non solo nella nautica - determinando grandi criticità nell’approvvigionamento delle materie prime; poi la questione Ucraina che ha toccato un mercato sicuramente importante per noi; infine la crisi energetica. Tutto è cambiato in maniera molto dinamica. Una continuità di “discontinuità”. Oggi credo si stia definendo un nuovo equilibrio, sicuramente interessante, dove bisognerà affrontare il mercato in maniera “tradizionale”: interpretando e declinando i trend, offrendo prodotti originali, coltivando gli stimoli dei nostri clienti.

Maiora 35 Exuma

PM - Quanto vi mette difficoltà questa situazione? Immaginiamo che adesso sia difficile anche fare un preventivo, visti anche i costi dell’energia…

GC - Nel momento in cui si è verificato questo fenomeno di crescita, tutti hanno cercato di bloccare prezzi e contratti nel medio e lungo termine. Ma a fronte di questo incremento della domanda del 40%, quanto è cambiata realmente la capacità produttiva del comparto?

Alcuni hanno adottato il trucco del “faccio la barca con attraversamento più corto”, visto che nella nostra industria le risorse critiche principali sono la progettazione e l’allestimento dell’imbarcazione. Per fare il 20% in più di barche basta tagliare il lead time da 12 a 10 mesi: se sono barche “ripetitive”, da non progettare, è ancora più facile.

Non avendo lo “stesso interruttore”, allestitori e componentistica ne hanno risentito, soprattutto quest’ultima. Oggi ciò che paghiamo è lo scontro coi limiti produttivi di un mercato che non ha saputo far crescere gli addetti: elettricisti, tubisti e meccanici in primis. Tutti, noi compresi, abbiamo vissuto i problemi di barche pronte ma non consegnabili perché mancava una scheda elettronica …

PM - Come avete risolto?

GC - Si trovano soluzioni alternative, in attesa che la situazione si stabilizzi. Componenti diversi, equipaggiamenti a bordo più ricchi del previsto e necessario, installazioni “last-minute”: i sistemi industriali tendono a collaborare e ad aiutarsi. Ricordo che agli inizi del 2000 nell’industria automobilistica mancavano i cuscinetti: tra concorrenti ce li dividevamo…  Sono quindi ottimista, credo in un nuovo equilibrio.

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