Cantiere delle Marche, azienda leader nella realizzazione di Explorer yacht, vanta una storia tutta sua nel panorama dell’industria nautica internazionale. Fondato nel 2010, nel pieno della crisi che aveva messo in ginocchio tutto il comparto, il cantiere nasce con una precisa vocazione di prodotto: costruire esclusivamente Explorer yacht. Una nicchia di mercato all’epoca appena accennata e a cui nessuno si era dedicato in modo sistematico. Forte di una spinta imprenditoriale con solide basi finanziarie, capacità di visione e un robusto back ground tecnico, Cantiere delle Marche in pochi anni diventa leader nella costruzione di questa tipologia di navi.
Nauta Air 110 "Mimì la Sardine", Cantiere delle Marche
Se già nel 2018 è annoverato tra i primi 20 cantieri nella classifica mondiale dei costruttori di yacht, nel ranking 2022 ricopre la dodicesima posizione. Un risultato non da poco, considerando che gli altri protagonisti sono i grandi colossi della nautica mondiale con imponenti infrastrutture, economie di scala e una ben più differenziata gamma di prodotto.
La scelta radicale di dedicarsi esclusivamente alle navi Explorer si è accompagnata, inoltre, ad una chiara visione progettuale e realizzativa, fattori che hanno segnato la differenza tra Cantiere delle Marche e il resto dell’industria e ne hanno decretato il successo.
Questa visione e il prodotto che ne consegue sono stati i fattori determinanti per l’entrata in società di FIL Bros, il family office con sede in Austria che fa capo al giovane imprenditore tedesco Tom Schröder.
Tom Schröder
Fil Bros oggi detiene il 75% dell’azienda, mentre la restante quota è al 20% nelle mani dei co-fondatori della società: Ennio Cecchini, oggi Presidente, e Vasco Buonpensiere, ora Amministratore Delegato, con un ulteriore 5% distribuito tra il management dell’azienda.
Tom Schröder, quando c'è stata la prima presa di contatto col cantiere?
Nel 2019, anno in cui decisi di costruire uno yacht a motore con cui poter affrontare il giro del mondo con la famiglia. In occasione del Cannes Yacht Show un amico mi ha caldamente suggerito di contattare Cantiere delle Marche in quanto era il cantiere che dimostrava la più dinamica evoluzione sul mercato. Sono salito a bordo della nave di CdM al Salone e mi hanno presentato la filosofia del cantiere mentre visitavo la sala macchine. Sono stato subito conquistato. Tutto tornava: le parole che mi dicevano trovavano piena corrispondenza in quello che i miei occhi vedevano.
Cantiere delle Marche Flexplorer 130 "Aurelia"
In effetti Schröder s'innamora subito del progetto Flexplorer che gli viene presentato su carta, ma la decisione finale viene presa dopo aver toccato con mano la realtà del cantiere assieme al suo team di surveyor e esperti, che hanno attestato l’eccellenza qualitativa e il know-how dell’azienda.
Il passaggio da armatore/cliente a investitore sembra essersi sviluppato naturalmente, di pari passo alle fasi costruttive del suo Flexplorer. Cosa l'ha spinta a investire nella realtà anconetana?
Come imprenditore, nel momento in cui valuto un investimento in una realtà ed in un team ho tre principi e condizioni di base. In primis, le persone coinvolte devono identificarsi al 100% con l’azienda e i suoi valori e si deve trovare la stessa coesione dal punto di vista umano. Con il team di Ancona questa condizione è soddisfatta al 100%: qui ho trovato persone che lavorano con integrità ed onestà e che danno anche il sangue per l’azienda.
Poi, ci deve essere corrispondenza tra prodotto e mercato. In questo caso, ho avuto il punto di vista privilegiato dell’cliente-armatore e quindi ho verificato questo aspetto di prima mano, prima ancora di iniziare le valutazioni.
Infine, il business plan deve essere coerente. Ma se i punti 1 e 2 sono soddisfatti, il punto 3 ne è, normalmente, una logica conseguenza.
Vasco Buonpensiere assieme a Ennio Cecchini, a destra
IFIL Bros investe in società avviate, che generano profitto...
In linea di principio, sì. Ennio e Vasco perseguono da 12 anni un piano ben preciso e focalizzato: realizzare Explorer di alta qualità con gli stessi standard qualitativi dei ben noti cantieri nord -europei. Ritengo che questo piano sia stato ben concretizzato dal momento che molti armatori di grande esperienza sono già passati da barche costruite in Nord Europa agli yacht del Cantiere delle Marche. Inoltre, numerosi clienti esistenti hanno già ordinato una seconda, e in alcuni casi una terza, unità al cantiere. La maggior parte dei nuovi acquirenti, poi, è arrivata in cantiere su suggerimento di nostri armatori. E vorrei aggiungere che non ho ancora parlato con un comandante di uno yacht di Cantiere delle Marche che non sia soddisfatto al 100% della nave e dei servizi del cantiere”.
Cantiere delle Marche Flexplorer 130 "Aurelia"
Vasco Buonpensiere come procede questa unione italo-tedesca?
Tom ha grande fiducia in noi e noi abbiamo grande fiducia in lui. Siamo orgogliosi del fatto che abbia manifestato questa fiducia confermando sia me che Ennio Cecchini ai vertici aziendali e non avendo tenuto per sé o per i suoi manager alcun ruolo chiave in CdM. La scelta di lasciare completamente le redini dell’azienda in mano al team di Ancona attesta un grande affiatamento tra il socio di maggioranza e i co-fondatori.
Quali obiettivi vi siete dati?
“Con Tom Schröder ci siamo posti obiettivi certamente ambiziosi ma al contempo solidi e realistici, in pieno stile CDM. Considerando che la produzione è interamente venduta fino al 2026 e che nei prossimi 3 anni raddoppieremo il valore della produzione rispetto al 2021, ci concentreremo sul consolidamento del posizionamento del marchio CDM che già oggi rappresenta un brand fortemente esclusivo: forse l’unico marchio italiano che viene considerato alla stregua dei migliori cantieri nord europei. È un dato di fatto che molti armatori preferiscano gli explorer di Cantiere delle Marche rispetto a quelli costruiti in Olanda e Germania”.
Avanti a tutta forza: Tom Schröder è dunque così che vede il futuro del Cantiere delle Marche?
Il Team di Ancona deve avere la libertà di continuare nella direzione intrapresa. FIL Bros sta al suo fianco e accompagna questo percorso, rendendo possibile l’ulteriore crescita dell’azienda. Io personalmente, inoltre, contribuisco portando sul tavolo la mia esperienza diretta di armatore. Dobbiamo crescere, sì, ma in modo assolutamente prudente. Il nostro obiettivo è quello di consegnare 3-4 navi all’anno. Vogliamo restare piccoli e in buona salute! Per raggiungere questi obiettivi, stiamo prendendo in considerazione la costruzione di un altro capannone da due slot produttivi, ad Ancona, in modo da arrivare complessivamente a nove in cui costruire yacht con lunghezza fino a 150 piedi.
Cantiere delle Marche Darwin 102 Archipelago
Cautela e ottimismo, dunque. Ottimismo ben giustificato da un order book che dal 2019 ad oggi è raddoppiato. Al momento il cantiere ha in portafoglio ordini 13 Explorer yacht per una lunghezza totale di 578 metri con consegne che arrivano fino al 2026 e altri contratti sono in via di definizione proprio in questi giorni.
Ieri come oggi, quindi, l’identità di Cantiere delle Marche continua a ruotare tutta attorno al prodotto. La reputazione di estrema competenza e solidità che l’azienda si è guadagnata, sia coi clienti che con la catena di fornitori, ricalca pienamente la filosofia dei suoi Explorer: navi robuste di grande qualità e affidabilità, ingegnerizzate con competenza, dotate di vasta autonomia e costruite per navigare gli oceani in totale sicurezza con ogni condizione meteo-marina.
Cantiere delle Marche Nauta Air 110 "Mimì la Sardine"
Da un punto di vista progettuale, il cantiere presenterà a breve due nuove serie di yacht che andranno a completare la famiglia dei suoi Explorer che oggi, ricordiamo, include barche declinate attorno a tre linee di prodotto.
La Darwin Class, la prima gamma lanciata nel 2010 in collaborazione con lo studio Hydro Tech, di Sergio Cutolo: yacht robusti, con linee nette e inconfondibili ispirate ai rimorchiatori oceanici, realizzati per navigare anche nelle più ostili condizioni.
La serie Nauta Air, in collaborazione con Nauta Yacht, gamma di Explorer con linee esterne più gentili, dedicati ad armatori meno inclini all’estetica dell’esplorazione più estrema.
Cantiere delle Marche Darwin 102 Acala
Il progetto Flexplorer, sempre in collaborazione con Sergio Cutolo-Hydro Tech, di cui è stata consegnata la prima unità - il 130 piedi Aurelia - e di cui il cantiere sta costruendo tre esemplari da 146 piedi ciascuno con caratteristiche molto diverse tra loro (dal numero di ponti, alla presenza o meno della gru A-frame).
La serie RJ, disegnata dallo studio Francesco Paszkowski che ha unito la sua inconfondibile cifra stilistica alle accresciute esigenze tecniche di questa nuova generazione di Explorer. Dopo un primo 130 piedi consegnato, CDM sta già costruendo due RJ da 115 piedi ed un RJ da 155, quest’ultimo ordinato dall’armatore del primo 130 piedi.
In parallelo a queste famiglie di Explorer, il cantiere ha inoltre realizzato innovativi progetti custom made, tra cui il 42.8 m Audace, il 42 m Crowbridge e l’Explorer Acala di 43,1 metri su progetto di Horacio Bozzo, architettura navale di Hydro Tec e interni del celebre studio messicano Simon Hamui.
Cristina Bernardini