Giacomo Giulietti, giurato del Best of Boats Award, il premio nel quale PressMare, in rappresentanza dell’Italia, è parte di un pool internazionale di testate nautiche, racconta la sua esperienza al Vene Båt, il salone nautico di Finlandia dove si è svolta la prima riunione dei giornalisti che a fine anno assegneranno i Best of Boat Award 2023
Helsinki, inverno e nautica... Se ti dicessi di trovare la parola che non lega con le altre so già quale sceglieresti.
Eppure Helsinki, inverno e nautica, o meglio, salone della nautica, non solo sono molto legati, ma sono molto vitali. Tanto è vero che la giuria del Best of Boat Award di cui con il sottoscritto PressMare è parte come testata nautica italiana, tiene qui la prima riunione strategica dell'anno. E soprattutto raccontano un diporto totalmente diverso dal nostro.
L'Italia non c'è, ma in realtà per loro conta
Forse non tutti sanno che per le loro esportazioni di barche in Finlandia siamo il decimo Paese in termini di fatturato. Per la cronaca: Svezia, Norvegia, Gran Bretagna, Germania e Svizzera costituiscono la top five.
Nonostante questo nostro legame di fatto, per molti di noi italiani la cantieristica finlandese è condensata in quattro, cinque marchi al massimo. Due a vela, Nautor (che poi è di un imprenditore italiano, Leonardo Ferragamo) e Baltic, e tre a motore, Targa, Sargo e Axopar.
Una vela che non tira
Baltic alla 23 edizione invernale del Vene Båt (Vene Båt, rispettivamente barca in finlandese e in svedese), il salone nautico di casa, non c’era. Anche perché quassù le loro barche non si vendono. Un po' per la dimensione (qui si usano le barche piccole) un po' per volume di mercato: i finnici sono 5,5 milioni in totale quindi i milionari sono pochi di conseguenza e, in assoluto, la vela tira poco.
Per essere precisi, in Finlandia nel 2022 uno Swan 55 è stato venduto e, su un totale di 17 barche a vela varate nel Paese, è un risultato significativo. Molto vitali, invece, i velisti nel mercato dell'usato: rappresentano il 70% sul totale degli scambi.
Il Finnmaster Grandezza 37
Come funziona il diporto finlandese
Invece parlando di barche nuove, quelle a motore si vendono e come: lo scorso anno 4571. Quasi una ogni 1100 finlandesi, ovvero come se in Italia ne avessimo vendute 55mila solo per il mercato interno.
Le barche in alluminio della Alukin
Ma come è articolato questo mercato?
Intanto, dicevo, piacciono le barche piccole: 4-6 metri, che rappresentano il 63% del totale. E non solo le dimensioni contano, anche il materiale di fabbricazione è importante. L'elenco dello scorso anno dei dieci marchi di barche più venduti comprende quattro marchi di barche in alluminio (Buster, Faster, Falcon e Vboats), quattro marchi che producono modelli di scafo in alluminio e plastica rinforzata (Yamarin, Silver, Finnmaster e AMT), un marchio di vetroresina (Suvi) e un marchio di barche in ABS (Terhi).
Piccolo è bello
Sulle dimensioni superiori, già a partire dai 6 metri, i cantieri che dettano legge sono sempre Yamarin, e Finnmaster, cui si aggiungono Grandezza, Targa, Axopar e Saxdor. Ma anche i più attivi in termini commerciali mostrano numeri che puoi trovare sul tabellone della tombola.
Dai 10 metri in su le unità vendute crollano di numero alle famose dita di due mani. E se si va oltre i 40 piedi si possono elencare uno per uno: un Galeon 500 Fly, un Fairline Targa 45 GT, un Princess V50 e, unico made in Finland, un Targa 46. Nota positiva per il tricolore, il più grande motoscafo immatricolato in Finlandia lo scorso anno è stato il Pershing 6X.
In termini assoluti, la produzione totale di barche nel Paese dalla bandiera bianca con la croce blu si attesta intorno alle 12.500 unità.
Il Finnmaster Grandezza 37
Grandezza, Bella, Futuro...
Purtroppo al Vene Båt 2023 ho visto tanti nomi "italiani", ma nessun cantiere di casa nostra. In altri termini ho visto solo tante parole italiane usate per battezzare modelli e linee, anche da aziende di altri Paesi (Polonia soprattutto) che esponevano a Helsinki. Segno che gli piacciamo come idea.
A proposito di Futuro, cantiere polacco, appunto, nelle sue barche in alluminio nasconde i fuoribordo sotto una scatola che oltre a regalare un prendisole permette di avere una vera spiaggetta a poppa e praticamente un metro di barca in più
Motori: la sfida è tra le due sponde del Pacifico
Date le dimensioni delle unità vendute in Finlandia, ovviamente la guerra sulle propulsioni è qualcosa che riguarda praticamente solo i fuoribordo: l'americana Mercury contro il trittico del Sol Levante, Yamaha, Suzuki e Honda. Spesso gli importatori dei diversi marchi sono direttamente i gruppi che producono le barche o che le distribuiscono in quest'area geografica. Per cui le sorti di barche e motori sono qui molto legate: se vuoi una certa barca ti prendi anche un certo motore, punto.
Alluminio mon amour
L'alluminio è adottato e adorato perché qua è praticamente impossibile non finire a scogli almeno una volta in carriera. Di fatto, è inevitabile che nei primi sette anni di navigazione non si prenda almeno "un sasso" mentre di naviga. Poi il tasso di incidenti comincia a scendere. Lo dicono le statistiche pubblicate da Skipperi, il più grande gruppo locale di charter per barche a motore e che noleggia mezzi su cui è installata una sorta di scatola nera.
I chartplotter hanno migliorato la situazione, ma navigare da queste parti dove ci sono letteralmente ovunque rocce sotto il pelo dell'acqua è davvero difficile. Per dare un'idea, tra boe, miragli, mede, segnali cardinali, segnali laterali ecc il 75% degli avvertimenti fisici per la navigazione di tutto il mondo sono in Finlandia!
Il mare attorno a Helsinki
Acque pericolose e guida senza patente
Una carta nautica elettronica di queste parti sembra il risultato che rimane su un foglio di carta bianca dopo che, con un pennarello, ci hai picchiettato nervosamente sopra per almeno 10 minuti.
Altra nota curiosa, qui non è richiesta nessuna patente nautica per nessuna potenza di motore fino a 24 metri. C'è il limite per il tasso alcolemico, quello sì, come per guidare le auto, soltanto che in strada il limite è 0,5 (come in Italia) in mare è 1,0 (uno, non zerovirgola...)!
Quindi, come idea, tornando sui materiali di costruzione, l'alluminio dà, a ragione, molto più affidamento. Motivo per cui i gommoni piacciono poco (sono animali rari e più pensati per il lavoro, anche se qualche produttore locale comincia ad apparire) e meglio se hanno la chiglia in metallo, una soluzione, come si è visto, apprezzata anche su barche con coperta in vetroresina. Tra queste vale la pena citare gli interessanti XO, creati da Sakari Mattila, il designer fondatore di Axopar, Aquador, Paragon e Saxdor Yachts, per dire.
Un RIB della gamma Grand
Per in finlandesi (come per buona parte degli scandinavi), le barche, oltre a essere mezzi per passare la giornata in mare, spesso sono dei commuter, usati per spostarsi (e non solo il weekend) tra la città e le case sulle migliaia di isole, moltissime private.
Per tale ragione non sono rare le barche che a prua hanno veri e propri fari oltre alle luci di via: fanno comodo quando si arriva all'ormeggio privato con il buio per vedere che davanti alla prua sia tutto libero.
Questo almeno finché il mare rimane sgombro dai ghiacci, poi tutti in secca: d'inverno nei porti si trovano solo traghetti e rompighiaccio.
IronR non è un RIB ma una barca in alluminio con un generoso bottazzo in gomma
Aperte, chiuse o sigillate
Come tipologia le barche open piacciono e in questo caso meglio se sono bowrider: pochi i prendisole prodieri, mentre sono apprezzati quelli di poppa. Il tendalino et similia sono ricercati per proteggersi dalle non rare piogge estive più che dal sole.
Per il diportista che parla suomi, così si chiama il finlandese in finlandese... ah, piccola divagazione sulla lingua: è incomprensibile! Se non ti interessa questo piccolo intermezzo culturale salta direttamente a dove trovi scritto 'fine divagazione".
Barche aperte bowrider del cantiere Husky
La lingua batte...
Il Suomi non c'entra nulla con nessun altra lingua al mondo se non con il magiaro, l'ungherese -ma non è che le due siano reciprocamente intuibili, come riescono a essere tra di loro le lingue dello stesso ceppo, vedi per esempio le scandinave o le neolatine (forse per questo una parte di finlandesi si ostina a parlare svedese, che è la seconda lingua ufficiale).
Il suomi abbonda di doppie vocali e sentendola sembra di ascoltare la caricatura fonetica che ci fanno gli anglofoni quando parliamo la loro lingua, ma con parole che in inglese non esistono e manco assomigliano a qualcosa che conosci.
Lo sportivissimo Quarken 27 con parabrezza rovescio
Ben consci di questo e per evitare che ogni non Suomi parlante vaghi in giro per la Finlandia cercando un modo per orientarsi o per sopravvivere, praticamente tutte le comunicazioni che possano avere anche la minima pubblica utilità sono tradotte in svedese e in inglese.
Orgogliosamente, da uomo che non deve chiedere mai, credo di aver capito che uutuus, parola spesso appiccicata sulle barche che debuttano, significa novità, ma questa era facile.
Fine divagazione
Il Nimbus C11 con timoneria al chiuso e parabrezza verticale
Non solo tughe rovesce
Per il diportista che parla Suomi, si diceva, appena la misura della barca cresce un po' l'ideale è averla con la timoneria al chiuso. Una volta doveva obbligatoriamente avere la classica tuga squadrata e con vetro rovescio, oggi può permettersi linee da coupé, più mediterranee, ma insomma che riparino. I flybridge, qui, sono ancora meno che i gommoni.
La chiusura poppiera della dinette può esserci o non esserci a seconda dei gusti personali, in questo i cantieri sono molto flessibili a fornire diverse soluzioni sullo stesso modello: con porte in vetro e metallo, in tessuto impermeabile, senza nulla...
Una ponton boat Bennington trainata da una Polaris Ranger 4WD
Ma tu lo conosci il pontone?
Quassù piacciono i pontoni, le pontoon boat, stretti catamarani con la prua che si apre per sbarcare, per esempio, il quad una volta arrivati o la nonna trasportata direttamente con la sedia a dondolo. Di recente stanno prendendo piede anche i Bennington, barche da noi impensabili.
Sono catamarani tutto pozzetto da prua a poppa e dalla pianta rettangolare, costruiti in alluminio e quindi totalmente personalizzabili.
L'interno di un pontone Bennington
In loro scafi sembrano dei tubi da gasdotto adattati, ma sono estremamente flessibili nelle motorizzazioni che accettano, per esempio un 23' parte da 150 cavalli fino alla doppia da 400 cavalli totali per sfrecciare a 50 nodi. Per rendere tutto più emozionante in genere nessun parabrezza è presente: è come portare tutta la famiglia a 100 allora in Vespa (in realtà, a detta del collega finlandese, navigano molto bene).
Fast and furious
L'amore per la velocità è evidente dalle moltissime barche da competizione delle varie società e team di motonautica che esponevano: idroplani, catamarani e monoscafi anche per giovani piloti (la tradizione motoristica finlandese è ben nota: rally, raid e F1 inclusi) di varie classi e dimensioni.
Velocità è anche moto d'acqua, che qui ancora piacciono assai. Delle 1.195 immatricolate per la prima volta nel 2022, ben 1.059 erano Sea-Doo, il che significa che ai concorrenti giapponesi è rimasto solo il resto: 94 Yamaha e 41 Kawasaki.
Fuoribordo d'epoca al Vene Båt
Vecchiezza mezza bellezza
Grande spazio è dato alla nautica classica, meraviglioso lo stand del museo dei fuoribordo con pezzi incredibili alcuni dei quali risalgono alla nascita di questo sistema, compreso un mitico esemplare del 1911 di Ole Evinrude, e alcune chicche elettriche (e che pensavi davvero che il fuoribordo a batteria l'avesse inventato Torqeedo? Loro l'hanno solo reso moderno).
E alcuni mostrano anche barche a vapore realmente funzionati e di recente costruzione!
Un day cruiser in legno del cantiere Red Sky Yachts
E che vuoi trascurare il legno?
In generale il legno è qualcosa con cui i finnici hanno confidenza quando si parla di diporto, anche perché gli alberi qui non mancano. E oltre a barche da voga o da piccolissimo cabotaggio si scoprono anche produzioni contemporanee come quelle del cantiere Red Sky Yachts, da tenere d'occhio: sono grandi pezzi di artigianato e falegnameria nautica.
Insomma, al di là della bellezza della città, un salto a Helsinki vale la pena prevederlo se si vuole andare a vedere come da quelle parti vanno in mare per provare a trovare dei clienti nei Paesi che circondano il Baltico.
Greta la yole di Elvene che naviga in elettrico alimentata da pannelli solari
Altri tre elementi finlandesi degni di nota
Il primo è la presentazione di una barca elettrica che si preannuncia autonoma dalla rete di terra, basterà il pannello fotovoltaico (di propria creazione) installato. Per ora è poco più di una yole che naviga a 5 nodi, ma i ragazzi di Elvene stanno già lavorando al 19 piedi che navigherà a circa 20 nodi per un paio di ore continuiate con lo stesso principio di autosufficienza.
Secondo, moltissime barche, hanno l'ancora e il relativo salpa ancora a poppa anziché a prua. Questa soluzione, per noi impensabile, mantiene l'estremità che pesca di più (dato il motore o il timone) più lontana dalla pericolosa costa (vedi paragrafo: acque pericolose) e su fondali più sicuri.
Terzo, la pubblicità anche davanti agli orinatoi. Probabilmente gli esperti hanno studiato che da quel momento in poi associerai il nome che leggi alla fantastica sensazione che si ha quando finalmente riesci a liberarti dopo aver cercato per tutto il padiglione fieristico dove sono i bagni. Se non è marketing questo...
La pubblicità al Vene Båt è... proprio ovunque
Per chi ama i numeri
Per verificare nel dettaglio i numeri della nautica finlandese (e dintorni) si può fare riferimento ai dati pubblicati da Finnboats, l'associazione nautica locale. Per la lettura consiglio l'uso di un traduttore online: muuten et ymmärrä paljoakaan! (altrimenti non capirai molto!)
Giacomo Giulietti