Baleari: tassa su beni di lusso spaventa gli armatori, pronti a cambiare approdi

22/03/2023 - 10:45 in Portualità by Press Mare

Il timore di un esodo di yacht privati ​​da Maiorca dilaga. Il motivo? La volontà mostrata dal Governo delle Baleari, di introdurre una nuova tassa sui beni di lusso non produttivi tra cui, neanche a dirlo, gli yacht. Tale misura è stata espressamente chiesta lo scorso 7 febbraio dal Parlamento in una proposta non legislativa su iniziativa del partito di sinistra Més. Gli armatori sono pronti a mollare gli ormeggi e a portare le loro barche lontane dalle Baleari.

Ma andiamo per gradi e capiamo meglio cosa ha portato a questa decisione: all'inizio dello scorso mese il Parlamento dell’arcipelago aveva approvato una mozione per chiedere ufficialmente al Governo centrale di imporre una tassa speciale sui beni di lusso delle aziende. A seguito di un'inchiesta del Ministero delle Finanze di Palma, infatti, si è giunti alla conclusione che molti facoltosi proprietari di ville e superyacht usano dichiarare queste ricchezze come beni di società fondate appositamente per gestirle, al fine di risparmiare sulle tasse.

Baleari: pronti a fare rotta verso altri approdi

Le polemiche sono state pressoché immediate e a esternare per prima la propria preoccupazione, unitamente a forti critiche, è stata la CAEB - Confederazione delle Associazioni Imprenditoriali delle Baleari -, che ha avvertito come una simile iniziativa provocherebbe inevitabilmente un esodo di superyacht verso altre destinazioni. L'associazione ha espresso la sua "totale contrarietà" alla possibilità di una tassa sul lusso nelle Baleari poiché “danneggerebbe chiaramente i porti e le marine ma anche il tessuto commerciale e industriale delle Baleari”. Ha altresì mostrato preoccupazione che questa scelta possa andare a vantaggio di altre destinazioni del Mediterraneo e ha ammonito il governo di non seguire l'esempio di altre comunità, come la Catalogna, dove sono già stati fatti tentativi per implementare gravami simili che non hanno però avuto il successo sperato.

Yacht di lusso in rada

Perché? La risposta è semplice, le barche possono essere spostate verso altri luoghi, esattamente come accadde in Italia ai tempi del governo Monti che, nel 2011 impose l’introduzione di una tassa di stazionamento sui posti barca: ci fu un fuggi fuggi generalizzato e il tracollo di un’intera economia legata al diporto nautico. Spostando gli yacht si aggirerebbe il problema e a pagarne le spese, in tal caso, sarebbero solo le attività economiche delle Baleari.

Delle stessa idea Andy Halcón, vicepresidente di ANADE - Associazione degli impianti sportivi nautici delle Isole Baleari-, che ammonisce di tenere presente che la nautica da diporto è attività preziosa per l’economia del posto “durante l'estate e non solo, in quanto gli yacht utilizzano le nostre strutture in bassa stagione per lavori di riparazione e manutenzione, generando molto lavoro per aziende altamente specializzate”: basti pensare alle attrezzature di sicurezza, di carpenteria, di elettronica, fino alle forniture per interni e di pezzi di ricambio.

I danni collaterali dovuti all’esodo degli yacht sarebbero ingenti.

Halcón ha anche sottolineato che la nautica da diporto negli ultimi anni ha rappresentato il 69% delle entrate nelle aree gestite dall'Autorità portuale dell’arcipelago.

Molti armatori stranieri, allarmati dalla prospettiva, starebbero già valutando di spostare le loro imbarcazioni in altre acque, speriamo italiane.

Priscilla Baldesi

Gli armatori volteranno le spalle alle Baleari?

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