Questo inizio di 2023 ha mostrato che nella nautica l'elettricità è la nuova frontiera: l'energia dei nuovi oggetti del desiderio.
Tralascio le considerazioni ecologiche su tutto ciò che concerne l'elettricità, a parte una nota personale: non la considero una soluzione sostenibile di default solo perché elimina le emissioni locali. Come si produce la corrente per ricaricare i nostri giocattoli; come si costruiscono e poi si smaltiscono le batterie; il fatto che a parità di potenza e autonomia i mezzi elettrici pesando di più rispetto a equivalenti barche con motore a combustione interna, proprio a causa delle batterie. Sono più pesanti della benzina e sono pesanti sempre anche da scariche, mentre i serbatoi si svuotano, alleggerendo la barca. Quindi per un principio fisico hanno bisogno di più energia per muoversi. Insomma, ci sono ancora questioni sul tavolo.
L'elettricità è dunque la nuova frontiera. Anzi, ormai un reale segmento di mercato redditizio per chi lo ha già intrapreso. Non solo nella nautica tradizionale, quella delle barche, ma anche in tutto quello che rappresenta la nautica leggera, anzi leggerissima, tanto che riesce in molti casi a volare, come vedremo.
In questo senso, visitando i saloni nautici di questi mesi, ho ritrovato una vitalità che non ricordavo dai tempi dell'esplosione del windsurf, negli Anni 80, e chi a quel tempo era almeno adolescente, come me, non può non ricordare. Elettricità e foil soprattutto, che insieme rappresentano un'accoppiata vincente, a quanto pare. Il perché è presto detto.
Il grosso problema della propulsione elettrica è rappresentato appunto dalla ridotta autonomia delle barche che sfruttando questa fonte energetica e di conseguenza le basse velocità o il limitato tempo di utilizzo che in genere si portano dietro. Le batterie fanno quello che possono, e in ogni caso sono costose e pesanti. Di contro, l'assenza di rumore e di emissioni sono dei sicuri vantaggi sia per chi usa questi mezzi sia per chi gli sta intorno e in qualche modo "li subisce", come ben sa chi si trova vicino - e neanche troppo vicino - a qualcuno che usa una tradizionale moto d'acqua, per esempio. Navigare in elettrico, col solo "rumore" del vento e dell'acqua è tutta un'altra cosa, l'ebbrezza dei velisti.
Il foil, dal canto suo, che riduce fino al 50% il fabbisogno energetico per spostarsi, è lo strumento che viene in soccorso dei propulsori elettrici aumentando le prestazioni a livelli paragonabili agli equivalenti mezzi equipaggiati con motore a scoppio con gli indubbi vantaggi appena visti.
La ricerca su questo "strumento per il volo sull'acqua" che tra Moth, Coppa America, windsurf, kite, wing ecc ha fatto grandissimi progressi sull'efficienza. Ne ha conseguito la riduzione dei costi nello studio e nella realizzazione dei profili idrodinamici che permettono a un natante di togliere lo scafo dall'acqua, riducendo infinitamente gli attriti; le prestazioni strutturali garantite da carbonio e alluminio (i principali materiali con cui i foil sono costruiti), la possibilità di realizzare tavole pneumatiche tipo i sup, quindi leggere ed economiche; l'incrementata capacità delle batterie di stivare sempre più energia in volumi sempre più compatti. Sono gli elementi che hanno chiuso il cerchio rendendo un'opzione a portata (quasi) di tutti una cosa che solo una decina di anni fa era roba da James Bond.
Certo, rimane chi propone tavole da e-surf senza appendici da volo, alcune molto costose e prestazionali, roba con il cartellino: "A partire da 18mila euro". Altre più "turistiche" e abbordabili, ma comunque una rivisitazione ad elettroni del gioco finora nutrito dalle molecole degli idrocarburi. Il fermento però è spostato verso il mondo foil.
Parlando con la statunitense Lift, uno dei primi produttori in termini di apparizione sul mercato di queste tavole, si scopre che solo nel 2022 hanno venduto 7500 tavole in giro per il mondo! Insomma numeri da mercato di massa (o quasi). Ed entusiasmo e soddisfazione simile hanno mostrato sia i nomi più "vecchi" di questo settore sia i più recenti che appaiono praticamente in ogni Paese (l'italia è un po' rimasta indietro): l'australiana Flite; i tedeschi di Aerofoils - che si presenta con i suoi bei quattro anelli sulle tavole a testimonianza della stretta relazione che hanno con il mondo e-tron dell'Audi - e di Way-doo tedeschi, gli Awake svedesi, i francesi di Pwr Foil, i bulgari di SiFly…
Una tavola da e-foil è sostanzialmente una tavola da surf abbastanza voluminosa da tenere a galla il rider, chi ci va sopra, anche da ferma e in grado di navigare in foiling spinta da un motore elettrico la cui potenza è controllata da un telecomando che funziona tipo controllo delle macchinine da pista elettrica. Con un grilletto si gestisce "il gas" e su un display si legge la carica restante e la relativa autonomia istantanea.
La direzione della tavola è data dallo spostamento del peso di chi ci sta sopra, un po' come avviene su uno skateboard, uno snowboard o, appunto, una tavola da surf. Lo stesso per il controllo del volo: peso indietro per fare salire la tavola, peso in avanti per farla scendere, peso in mezzo per mantenerla stabile. Semplice ed economico, molto più dei complessi sistemi che invece devono essere previsti per gestire un sistema del genere su una barca: o c'è a bordo uno molto sveglio e abile, completamente dedicato a questa attività o si affida il controllo a un complesso e costoso sistema di hardware e software. Oppure c'è l'opzione fissa che, come si vede in seguito, ha certe controindicazioni.
In ogni caso parlando in termini di produttori, al Boot ne ho contati otto. Cosa che ha una positiva ricaduta su chi acquista. Se solo due anni fa era impossibile trovare dei gadget del genere a un costo inferiore ai 12mila euro, oggi si acquistano tavole da e-foil che costano anche la metà: non più realizzate solo in costoso epoxy, ma anche in poliuretano o gonfiabili, come i sup, le tavole da wing o alcune tavole da windsurf.
E le tavole gonfiabili in questo caso aiutano, specialmente se non si hanno necessità estreme in termini di resistenza strutturale. Per andare a zonzo, magari surfare qualche onda, la tavola gonfiabile va benissimo. Non deve contrastare la "durezza dell'acqua" quando si naviga a velocità da planata, galleggia benissimo da fermi e una volta smesso il suo uso si sgonfia e si stiva ovunque dopo aver smontato il foil.
Non a caso, sempre parlando di "nautica gonfiabile" c'è anche l'azienda ungherese Portless catamaran che a Düsseldorf ha presentato una sorta di roulotte acquatiche smontabili. Un'houseboat ridotta ai minimi termini che in 20 minuti si gonfia o si sgonfia con un compressorino dedicato e alloggia comode fino a sei persone. Con fuoribordo elettrico, batterie per navigare a cinque, sei nodi per tre ore e pannello fotovoltaico di supporto sul tetto pesa circa 100 kg. Abbastanza leggera da poterla spiaggiare e tirarla in secca anche da una coppia o per alzarla di peso se si è in quattro. E a fine giornata, se si vuole, si sgonfia, si smonta (i vari pezzi sono uniti da cerniere lampo in plastica) e si mette nel bagagliaio della macchina (una station wagon, dai). Il costo? A partire da seimila euro scarsi…
E poi scooter acquatici elettrici, finalmente dei reali concorrenti del Sea Doo. Gli Altivs, più leggeri, 18kg invece che 40, ed economici pur avendo forme e funzioni paragonabili. E anche almeno altri quattro produttori con versioni più o meno piccole ed essenziali. Continuando la rassegna tavole da surf elettriche che non foilano, ma che hanno abdicato il rumoroso motore a scoppio per quello elettrico, tavola da bodyboard (ci si sdraia sopra e si va un po' come su uno skeleton (lo slittino "a faccia avanti") come il Wave-jam.
E l'offerta è varia e ha già approcciato ogni possibile soluzione. Ci sono motori elettrici piccoli e compatti e con batterie integrate tipo lo Scubajet che puoi usare sia come scooter sia come propulsore da mettere sotto la tua tavola da sup. I Mo-Jet che puoi comporre rapidamente cambiando il pezzo a proravia del motore per usarlo come bodyboard, come tavola da e-surf o da e-foil. Persino il gigante ei giochi gonfiabili Jobe ha presentato il suo scooterino elettrico…
Alternative elettriche ai pedalò (così appaiono gli Spaceboats proposti da un'azienda cipriota); le poltrone gonfiabili della iMatJet con propulsore a elica (sempre elettrico) gestito da un telecomando tipo controller da consolle per videogiochi. Gommoni con i foil della francese Seair: uno dei primi oggetti a motore con i foil che ho provato, ormai nel lontano 2018, e leggermente evoluto); trimarani-tender-dayboat elettrici e foilanti realizzati da Proteus Boats, di nuovo un nome da Cipro.
In entrambi i casi si vede il limite dei foil fissi che sì fanno volare con tutti i vantaggi del caso, ma non variando il loro assetto in acqua trasformano le reazioni di una barca (che per contrastare la forza centrifuga, come una moto si inclina verso il centro della curva) in quelle di un'auto, anzi di un triciclo, sottoponendo l'equipaggio alla fastidiosa sensazione di essere spinto fuori ogni volta che si cambia direzione in modo un po' drastico. In alternativa ci sono i francesi di JetCycle invece dei motori elettrici hanno la bici da acqua con i foil.
Arrivano anche le moto d'acqua elettriche che già raggiungono i 100km/h, con motori elettrici e propulsione a idrogetto che con 200 kg scarsi di peso totale erogano fino a 100 kW di picco e 62 kW in continuo. Le ha presentate l'austriaca Belassi. Dati e prestazioni paragonabili alle moto d'acqua tradizionali, solo che il tempo d'uso è limitato a non più di 15' al massimo rendendole di fatto dei gradini verso la realizzazioni dell'oggetto definitivo. Il sistema batteria, inverter, motore, e idrogetto, invece, già oggi può essere utilizzato su mezzi, come i tender per esempio, che possono muoversi anche con meno della metà della potenza erogata.
Non sono mancati neanche i sottomarini personali (elettrici ovviamente) costosi giocattoli che ti aprono un meraviglioso e alternativo mondo riguardo ai tender o più in generale ai toys di bordo, anche se l'azienda olandese U-Boat Worx che li produce li propone anche come mezzi a sé stanti anche nella configurazione più piccola: una sfera di plexiglass incastonata nel sistema di controllo e propulsione capace di portarti fino a 100 metri di profondità. Costo dell'oggetto a partire da 600mila euro, ma con il corso di pilotaggio incluso.
Giacomo Giulietti