C’eravamo a Roma, all’assemblea di Confindustria Nautica dello scorso dicembre quando il vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti con delega al mare, Edoardo Rixi, ha annunciato il decreto di riforma dei titoli marittimi professionali e di introduzione del titolo semplificato per il noleggio di imbarcazioni da diporto.
Plauso della sala anche perché il decreto contiene, o meglio, avrebbe dovuto contenere la disciplina della nuova figura professionale semplificata per il noleggio di imbarcazioni e l’allineamento dei titoli professionali maggiori a quelli di altri Paesi. Cosa che potrebbe far molto bene al charter, al turismo nautico e a tutto l’indotto che genera.
Ma sono passati esattamente sette mesi dall’annuncio e qualche giorno fa a Taranto, a un convegno peraltro su temi legati alla navigazione mercantile e non del diporto, ecco il “riannuncio” del medesimo atto - non un intero codice, una legge, un PNRR qualsiasi – ma un “decretino”. Che però ancora non c’è. E se anche arrivasse, ad agosto, vista la stagionalità della professione che te ne fai? Se ne parla comunque l’anno prossimo.
Questa è la politica oggi: annunci e riannunci. Intanto a Napoli l’Ammiraglio Vella, comandante della locale capitaneria - che per inciso fa capo al medesimo dicastero - annuncia la cacciata dei superyacht di armatori internazionali, stabilendo che l’attracco al porto di Mergellina non va più bene per loro. Il tempismo in questo caso è stato perfetto, nel pieno della stagione dello yachting.
Decine di migliaia di euro di indotto in servizi, commercio e ristorazione bruciati. Solo per capire il danno mediatico, industriale e turistico al settore, la notizia è finita su tutta la stampa internazionale ed economica, a cominciare dal Financial Times. L’unico che non l’ha letta probabilmente è proprio Rixi, di cui – in questo caso – non si registra neanche un commento.