Toc: “trivellazione orizzontale controllata”. Questa tecnologia di posa in opera di tubazioni nel sottosuolo è quella decisa per costruire il sabbiodotto del porto di Viareggio. Si, proprio sott'acqua, comunque a pochi metri in profondità, dove la sabbia arriva abbondante con le correnti da Sud verso Nord, dalle foci dell'Arno e del Serchio. Non va più bene lo “scavo in trincea” come inizialmente previsto dal progetto, e quindi ecco il rinvio di almeno un anno dall'inizio dei lavori (invece che entro il 2024 come promesso). In altre parole, dopo la stagione estiva si dovranno iniziare nuovi lavori di escavazioni con la draga per almeno altri due anni, ad essere ottimisti. Le famose “Fatiche di Sisifo” avranno di nuovo molto spazio nel porto di Viareggio come, del resto, è avvenuto negli ultimi trent'anni. Il tutto ovviamente a discapito delle attività dei motopesca professionali e dei grandi yacht che rischiano di insabbiarsi sia dentro che all'uscita dello scalo.
Più volte, nell'inverno scorso, ci sono state difficoltà evidenti, culminate in un sinistro grave ad un motopesca finito sugli scogli del molo per evitare l' incagliamento sulle barre sabbiose. In questo contesto si colloca il “sogno” dichiarato dal presidente di Sanlorenzo, Massimo Perotti, di portare a Viareggio la costruzione di imbarcazioni a vela da 100' (e più) “come succedeva anni fa” (evidente il riferimento ai vecchi Perini). E' noto che Perotti abbia in mente gli Swan, che hanno comunque un pescaggio sui 5 metri, e quindi difficilmente compatibili con i fondali interni e quelli in uscita ed entrata dal porto. Sembra tuttavia che la trattativa tra il cantiere di Avenza e quello di Pietarsaari in Finlandia sia ferma da un anno. Vedremo.
Altra notizia: forse sarà la volta buona per la nomina definitiva, da parte della Regione Toscana, del nuovo segretario dell'Autorità Portuale Regionale che ha competenza sugli scali di Viareggio, Marina di Campo, Porto Santo Stefano e Giglio. Salvo ripensamenti, sarà l'ingegnere Massimo Lucchesi, dirigente pubblico di lunga esperienza, che viene dalla direzione della Autorità di Bacino dell'Appennino Settentrionale. Dovrebbe così, forse, chiudersi il rimpallo di nomi e di veti finora avvenuti tra Regione e Comune di Viareggio. Una cosa è comunque certa, da ormai troppo tempo: gli operatori industriali, commerciali e tutti quanti lavorano in Darsena non aspettano altro che una stabilizzazione e una certezza direzionale e operativa dell'Autorità Portuale. Per potere apprezzare, finalmente, il futuro dello scalo e dell'area industriale leader della nautica.