Si chiama JST-30 ed è lo sportender adatto per tutte le esigenze. Lungo 3 metri, è il perfetto compromesso tra un tender e una moto d’acqua di cui, a quanto pare, prende le rispettive qualità.
È proprio questo, in effetti, il vero spirito di uno sportender: quello di offrire comfort e una navigazione sicura mantenendo quel carattere sfacciatamente sportivo e intrigante di un potente e performante watertoy!
Nasce dal sogno adolescenziale di Manuel di Nunzio, che con grinta e determinazione ha saputo rendere una primordiale idea un natante innovativo e intelligente.
Perché è esattamente di un natante che si tratta: JST-30 è stato studiato e brevettato nel rigoroso rispetto di tutti i requisiti necessari per tale omologazione. Differentemente da una moto d’acqua, infatti, può accedere ad aree protette inibite alla circolazione dei jet ski (come la zona di Portovenere) ed entrare autonomamente in tutti i porti, senza necessità di essere issato su una imbarcazione; la distanza di 1 meglio dalla costa è estesa a 6, il che significa che nei piccoli arcipelaghi del Mediterraneo si può bighellonare in tutta tranquillità tra le isole anche di notte, perché JST-30, è accessoriato non solo con luci di via ma anche e soprattutto con due tubolari e ben 4 camere d’aria, con litri sufficienti a superare le limitazioni. Senza contare che JST-30 naviga con autorizzazione in laghi e fiumi.
Le qualità di natante rendono questo interessante mezzo sellato piuttosto appetibile. Ma avrà superato il nostro test in acqua? Ebbene si. Con tre adulti a bordo si è mostrato decisamente stabile e piuttosto confortevole, oltre che “asciutto”: fattore molto importante se si pensa che tra le destinazioni d’uso ipotizzate ci sono l’impiego giornaliero, alla stregua di un daycruiser e quella di interessante compromesso tra tender tradizionale e tanto desiderata moto d’acqua. Ci sono armatori, infatti, che hanno visto proprio questo in JST-30, ovvero una soluzione diplomatica per gli appassionati di adrenalina e gli affezionati alle passeggiate in gommone.
Abbiamo anche verificato di persona quelli che per Manuel rappresentavano dei requisiti irrinunciabili che il suo tender doveva possedere: JST-30 è manovrabile come un jet ski, comodo come un tender, facile da guidare - due leve poste sul manubrio permettono di accelerare e cambiare le marce, la retromarcia facilita le manovre - e stabile in navigazione, grazie a una carena con V pronunciata, a 2 tubolari con altrettante camere d’aria ciascuno e all’assetto regolabile con i trim. La sella assicura una postura salda e confortevole e le luci di via consentono la navigazione notturna. Il motore idrogetto è prestante, compatto e leggero e il risultato finale è uno sportender affidabile, versatile, divertente e comodo… oltre che estetico, il che non guasta mai!
“Volevo creare un oggetto che fosse all’altezza degli gli standard del mercato nautico”, racconta Manuel di Nunzio, “che potesse essere gradito dagli appassionati di adrenalina come me e al contempo godibile da parte di una famiglia. Abbiamo lavorato sodo per progettare un oggetto con queste caratteristiche e grazie alla vicinanza del nostro cantiere con il fiume Ticino ho potuto provare personalmente e in tempo reale ogni idea, ogni aggiustamento e ogni miglioria apportata”.
Altre riflessioni utili riguardano il ricovero di JST-30 negli hangar delle imbarcazioni e il suo rimessaggio nei mesi invernali: quanto al primo punto, la possibilità di sgonfiare i tubolari e ridurre l’altezza del mezzo a 0,98 cm grazie al manubrio retrattile rende questo prodotto molto fruibile anche per armatori di yacht di dimensioni minori. Con riferimento al rimessaggio di fine stagione, bastano una porzione di box auto o un piccolo spazio in cantina… Una rinuncia sopportabile se si pensa a quante belle gite in mare il JST-30 possa regalare!
E poi c’è un’altra interessante pensata, brevettata anch’essa assieme al progetto, relativa alla possibilità di manutenere gli impianti interni con estrema facilità. Il brevetto riguarda infatti il bloccaggio della scocca alla coperta: all’interno dei tubolari corre una canalina rivestita da una guarnizione sulla quale normalmente alloggia la sovrastruttura; quest’ultima, in caso di ispezione, può essere facilmente tolta rimuovendo le viti che la tengono ancorata alla coperta. Ciò che la distingue dai precedenti progetti, è il fatto che le viti sono fornite di blocchetti di fissaggio che fanno si che l’impianto risulti completamente “esterno”. Il che significa che, in assenza degli spazi delle viti, piccoli ma pur sempre infiltrabili, l’acqua non ha possibilità di entrare al di sotto della scocca e la carena si mantiene del tutto asciutta!
Non è un caso che JST-30, presentato al Salone Internazionale di Genova lo scorso anno abbia riscosso tanto successo tra il vasto pubblico di appassionati e armatori, oltre ad aver suscitato l’interesse di media ed Enti pubblici dediti alla sicurezza dei nostri mari: perché risponde a esigenze eterogenee di una clientela molto ampia, incuriosisce i profani, cattura l’attenzione degli esperti.
Sembra impossibile che a idearlo sia stato un giovanissimo Manuel di Nunzio, appena adolescente: appassionato di nautica fin da bambino, si è ben presto adoperato per realizzare i propri sogni, ha creato un’azienda – Stingray Nautica Srl, assieme a Michele di Nunzio e Alessandro Dondi - e quindi un mezzonuovo e versatile, il JST-30, avvalendosi del supporto professionale di Federico Gerna, che ne ha curato il design e Federico Villa, che si è occupato dell’aspetto tecnico.
Il percorso è stato lungo come notevole l’impegno profuso ma dopo 5 anni ha preso finalmente vita un prodotto che fino a ora non c’era, unosportendercon tutte le caratteristiche che il suo ideatore aveva in mente e che può vantare di essere “il primo”, con tutte le responsabilità che implica.