Da ieri mattina siamo sul pezzo così come tanti altri colleghi giornalisti, per seguire e informare i nostri lettori sulla vicenda Perini Bayesian, sul suo tragico affondamento. Ovviamente si tratta di un evento mediatico enorme, del quale sta scrivendo tutto il mondo, molti come noi attenendosi alla cronaca altri, purtroppo tanti, specie sui social, sparando sentenze sulle cause che hanno portato lo yacht ad affondare, portando con sé sette persone. C’è un morto “certificato” e altri sei che lo diventeranno non appena si riuscirà a entrare nello scafo che è sepolto sotto 50 metri d’acqua.
In questo momento però nessuno ha il diritto di ergersi a detentore della verità, ogni ipotesi è letteralmente fuffa e resterà tale fino a quando non si avranno elementi certi, rilievi tecnici che potranno far luce su un evento che per adesso non ha una spiegazione. Eppure c’è chi si sente in grado di svelare il mistero. Snocciolare ipotesi come fossero sentenze è un gioco al quale non partecipiamo, ma sarebbe il caso che smettessero di farlo anche i tanti leoni da tastiera che in queste ore stanno ingolfando i social. Come purtroppo spesso accade, si cerca di approfittare di un evento triste e sconvolgente, per ottenere un “like” in più, per avere il proprio attimo di notorietà di fronte a una platea non in grado di discernere la notizia da una pura supposizione basata sul nulla.