Abbiamo visto il documentario del canale britannico ITV, The Sinking of a Superyacht: How Safe Is Your Voyage?, andato in onda il 3 ottobre 2024, dove sono state esplorate le tragiche circostanze che hanno portato all'affondamento del superyacht Bayesian, di proprietà del magnate Mike Lynch. L’imbarcazione, costruita da cantiere Perini Navi, era considerata “inaffondabile,” ma affondò in meno di 20 minuti durante una tempesta al largo della costa siciliana il 19 agosto 2024, causando la morte di sette persone, tra cui lo stesso Lynch e sua figlia diciottenne Hannah.
Il documentario ha sollevato domande su come una nave con compartimenti stagni progettati per garantire la stabilità in caso di allagamento, potesse colare a picco così velocemente. Secondo gli esperti intervistati, è probabile che l’acqua sia penetrata in più compartimenti a causa di porte o portelloni che potrebbero essere stati lasciati aperti a causa della calura notturna, ma l’ipotesi sembra improbabile visto che il Bayesian, come qualsiasi yacht di grandi dimensioni, era dotato di impianto di condizionamento in tutti gli ambienti, tranne per la sala macchine e il garage dei tender.
L’attenzione, piuttosto, è caduta su nuove fotografie emerse nel documentario, scattate da un’altra imbarcazione vicina. Mostrano che tutti i portelloni del veliero pochi minuti prima che il fortunale lo investisse, erano chiusi, smentendo questa ipotesi e spostando l’attenzione su altri potenziali errori tecnici o umani. Le immagini sono state fornite da Karsten Börner, il capitano olandese della Sir Robert Baden Powell, lo yacht ancorato a circa 100 metri dal Bayesian, il primo a prestare soccorsi ai sopravvissuti del Perini naufragato.
Ovviamente la notizia, l’autenticità temporale dello scatto, dovrà essere confermata, ma ove ciò accadesse, per chi ha costruito teorie sull’affondamento basate sulla presenza del portellone aperto, verrebbero meno come un castello di carte. E sarà il momento di farsi tutti qualche domanda.
Bruno Vespa aprendo la puntata dello scorso 10 settembre della sua trasmissione “5 Minuti” su Rai 1, dedicata alla tragedia del Bayesian, aveva esordito così ai telespettatori: “Qual era il portellone del Bayesian che sarebbe rimasto aperto e che avrebbe causato l’affondamento del veliero?” Il giornalista aveva girato poi la domanda a Giovanni Costantino – fondatore e CEO di The Italian Sea Group, holding che oggi detiene il marchio Perini - presente in studio, anche lui dando per scontata la possibilità che il portellone del Bayesian, quello di sinistra che dà accesso ai garage di toy e tender, fosse stato colpevolmente lasciato aperto per negligenza dal comandante James Cutfield e dal suo equipaggio. Solo così l’acqua sarebbe potuta entrare nella nave, compromettendone la stabilità. Altrimenti, sempre secondo Costantino, il Perini sarebbe stato uno yacht inaffondabile. L’analisi si era poi concentrata sul comportamento dell’equipaggio: “probabilmente non si è coordinato, probabilmente non era preparato, probabilmente era distratto... andavano seguite delle procedure di sicurezza ma nulla di questo è stato fatto.”
Costantino aveva poi ribadito gli stessi concetti più volte ai media di tutto il mondo, per salvaguardare il buon nome di quello che oggi è uno dei marchi di The Italian Sea Group e della “sua” barca, che fra l’altro fu costruita sotto un’altra gestione del cantiere. Peraltro, sulla qualità della costruzione e del progetto, pensiamo che nessuno abbia dubbi, a meno che, una volta riportata a galla la nave, le perizie non evidenzino diversamente. Il tema, che non riguarda solo la proprietà del cantiere ma tutto il mondo della comunicazione, è se non fossero state più opportune altre modalità per proteggerne la reputazione.
Lo abbiamo scritto più volte che la questione del Bayesian andava - da tutti - trattata con cautela, perché senza prove e riscontri oggettivi, tutto ciò di cui si è fin qui narrato non può trovare riscontro. Dalla procura di Termini Imerese, dopo la conferenza stampa del 24 agosto, non è ancora trapelata alcuna informazione riguardo l’affondamento dello yacht, si sa solo che sono stati indagati sia il comandante sia l’ufficiale di macchina che un marinaio presente a bordo, a tutti gli effetti un atto dovuto da parte di chi conduce le indagini.
Il documentario ha anche evidenziato l'importanza di una manutenzione rigorosa e di verifiche tecniche accurate per prevenire incidenti simili in futuro, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza delle crociere di lusso e sull'affidabilità dei sistemi di sicurezza a bordo dei superyacht moderni. In tal senso sappiamo che nel mondo della yacht industry sono già in corso studi su un pacchetto di soluzioni che potrà garantire livelli di sicurezza ancora maggiori.