Come il design post-vendita definisce l’esperienza a bordo di un explorer yacht

27/05/2025 - 08:05 in Servizio by Press Mare

E se il vero valore di un explorer yacht iniziasse dopo la consegna? È questo il messaggio emerso dal Blue Design Summit 2025 di La Spezia, dove leader del settore e designer, hanno discusso di come queste imbarcazioni siano sempre più viste come piattaforme in evoluzione, anziché beni statici.

Con gli explorer yacht che diventano la scelta preferita di una nuova generazione di Ultra-High-Net-Worth Individuals (UHNWI), i relatori hanno sottolineato che oggi progettare lo yacht è solo metà del percorso. L’altra metà? Progettare cosa accade dopo la consegna. Questi armatori vogliono esplorare gli angoli più remoti del pianeta e si aspettano che la loro imbarcazione cresca con loro, si adatti al loro stile di vita e continui a offrire valore ben oltre il primo viaggio.

Progettare pensando al lungo termine

Gli explorer yacht sono costruiti per spingersi oltre, restare in mare più a lungo e operare in maniera più autonoma rispetto agli yacht convenzionali. Ma la vera autonomia riguarda funzionalità, comfort e autosufficienza. Queste imbarcazioni non sono mai acquisti d’impulso, bensì espressioni di un’intenzione, progettate per un’esplorazione consapevole in ambienti in continuo mutamento.

Questo impone ai progettisti una visione che va ben oltre l’estetica, includendo la durata e l’efficienza delle tecnologie, la funzionalità in acque remote e l’adattabilità a contesti di vita diversi. Interni modulari, spazi convertibili e infrastrutture predisposte per aggiornamenti tecnologici sono ormai essenziali per anticipare la vita a bordo dopo la consegna. Dalla plancia dotata di sistemi diagnostici remoti agli interni progettati per la flessibilità del personale, il design post-vendita deve partire dalla fase di progettazione.

Il post-vendita come parte integrante del brief progettuale

I cantieri e i designer più lungimiranti stanno adottando un cambiamento sostanziale: il post-vendita è un’estensione del processo progettuale. Questo include la predisposizione per refit futuri, l’anticipazione di nuove tecnologie e la progettazione orientata alla manutenzione. In aree del mondo dove il supporto tecnico è limitato, sono fondamentali sistemi diagnostici intelligenti, impianti intuitivi e assistenza remota, spesso supportata dall’intelligenza artificiale.

Questo cambio di mentalità è stato al centro del panel “The Big Players” tenutosi il 15 maggio durante il Blue Design Summit, moderato da Fabio Pozzo. Il dibattito ha visto protagonisti autorevoli del settore: Vasco Buonpensiere (Cantiere delle Marche), Diego Deprati (Baglietto), Sebastiano Fanizza (Next Yacht Group) e Vincenzo Poerio (Tankoa). Tutti hanno evidenziato l’importanza crescente del valore nel tempo, della soddisfazione del cliente nel lungo periodo, e della necessità di ripensare la consegna non come punto d’arrivo, ma come punto intermedio.

Progettare fiducia, prima ancora che yacht

Quando un armatore si trova a 2.000 miglia nautiche dal porto più vicino, la relazione con il cantiere, il designer e il team di supporto diventa cruciale.

Poiché i clienti si aspettano una piattaforma per esperienze che durino una vita, alcuni cantieri offrono oggi team dedicati all’esperienza post-consegna, per garantire che ogni viaggio resti personale e fluido.

Il concetto è stato ulteriormente rafforzato durante le tavole rotonde di design “Change: Present and Future”. Nella sessione del mattino, leggende del settore come Gianni Zuccon, Mario Pedol, Fulvio De Simoni e Tommaso Spadolini hanno riflettuto sui principi fondativi del design nautico. Più tardi, una nuova generazione di progettisti – Martino Majno, Stefano Vafiadis, Daniele Mazzon e Giorgio Cassetta – ha condiviso come i propri studi si stiano adattando a un futuro definito da sostenibilità, flessibilità e risonanza emotiva.

Rebecca Gabbi

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