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La carena: capirne di più si può

La parte immersa di uno scafo è detta anche opera viva, mentre ciò che di esso si trova sopra della linea di galleggiamento si chiama opera morta. Siamo certi che per i tanti appassionati che ci seguono quotidianamente, tali definizioni sono non solo ben conosciute ma addirittura scontate.

Man mano che si approfondisce l’argomento in tema di carene, però, può capitare di perdersi, perché bene o male molti sanno distinguere le linee d’acqua dislocanti, da quelle semiplananti e plananti, ma tanti aspetti dell’idrodinamica, a meno che non si sia degli addetti ai lavori, ai più sfuggono. Ciò che vi proponiamo in questo spazio sono una serie di articoli redatti da uno specialista di carene qual è Angelo Sinisi, un progettista con un’enorme esperienza alle spalle in tema di scafi per il naviglio militare e da diporto, che ha, secondo noi, anche il pregio di saper rendere comprensibile un argomento “tosto” ai più come può essere considerata l’idrodinamica.

Con lui affronteremo temi specifici riguardanti l’opera viva in tutti i suoi aspetti, dalle forme di carena alle appendici, trattando di stabilità, di efficienza, di tenuta di mare ecc. Non è un argomento semplice, ne siamo ben coscienti, ma per chi ha voglia di seguirci in questo ciclo di articoli, Angelo Sinisi offrirà una chiave di lettura chiara, una spiegazione efficace a quell’apparente labirinto di formule su cui si basa l’idrodinamica, dal numero di Froude in giù.