Da settimane si sente parlare della spinosa questione riguardante Y721, lo yacht che Jeff Bezos, fondatore di Amazon, ha commissionato al noto cantiere navale Oceanco.
Si tratta di uno yacht con tre alberi, del valore di 430 milioni di dollari, lungo 127 metri e alto 40, che oltre a essere conosciuto come la barca del secondo uomo più ricco al mondo – a Bezos viene attribuito un patrimonio di 168 miliardi di dollari – è noto perché una volta varato sarà il secondo veliero privato più grande al mondo dopo “A” del russo Andrey Melnichenko che di metri ne misura 142,81. Notorietà ulteriormente amplificata in questi ultimi mesi per una faccenda che ha dell’incredibile: non riusciva a essere consegnato al suo proprietario!
Andiamo per gradi: tutto inizia lo scorso febbraio, quando il cantiere Oceanco ha fatto domanda all’amministrazione di Rotterdam di poter smontare la porzione centrale, più precisamente la sezione orizzontale che collega le due torri del ponte De Hef, noto anche come Koningshaven - a spese, chiaramente, di Bezos - per consentire il passaggio della gigantesca imbarcazione.
Una prassi abbastanza normale in Olanda, dove alcuni dei più famosi marchi di mega e giga yacht costruiscono prospicenti i canali che l’attraversano: quando si tratta di portare le barche al mare e vi sono ostacoli sul percorso, pagando per smontarli e rimontarli rapidamente, si tolgono. Il problema stavolta è che non si tratta di un ponte qualsiasi ma di un simbolo di Rotterdam e questo ha generato grande clamore tra i cittadini olandesi.
C’è stata grande mobilitazione popolare con numerose manifestazioni volte a sollecitare l’opinione pubblica per impedire il transito della nave nel centro della città, lungo il fiume Nieuwe Mass. Non è chiaro se a scaldare gli animi sia stata la volontà di tutelare lo storico ponte in ferro del 1927, parte di una linea ferroviaria ormai in disuso ma comunque un simbolo della città di Rotterdam o di affermare che i soldi non possono comprare il diritto di smontare un monumento nazionale… Fatto sta che la nave è rimasta bloccata per mesi in cantiere, minacciata anche da una pioggia di uova marce – il cosiddetto egging - promessa dagli attivisti, qualora avesse intrapreso il suo viaggio.
Ma qualcosa è accaduto nelle ultime ore: prima dell’alba di martedì lo yacht di Bezos è stato rimorchiato per essere trasferito dal cantiere Oceanco di Alblasserdam al cantiere Greenport di Rotterdam. Un tragitto alternativo di 24 miglia in direzione sud-ovest lungo il canale Noord, percorse in appena tre ore anziché le sei previste, ma con molta discrezione per evitare ulteriore pubblicità.
Finalmente i lavori a bordo possono proseguire ma ci vorranno ancora diversi mesi per il completamento della nave.
Non sappiamo ancora quando Jeff Bezos potrà prendere il mare con il suo gioiello multimilionario ma una cosa è certa: non tutto si può avere con i soldi e denaro illimitato non piega le regole né tantomeno smonta i monumenti. Lo hanno insegnato i cittadini olandesi al secondo uomo più ricco al mondo.
Priscilla Baldesi