Ripartire dal lockdown, INAIL dà ok al piano Confindustria Nautica

25/04/2020 - 14:13 in Editoriale by Press Mare

I telegiornali di questa mattina rivelano alcuni dettagli delle misure che la Task force governativa, guidata dal dott. Colao, si appresta a dare al governo sulla base di un rapporto per la riapertura messo a punto dall’INAIL.

PressMare è in grado di anticipare alcuni dietro le quinte. Innanzitutto la buona notizia: dopo i tre incontri svoltisi nelle ultime due settimane a Palazzo Chigi per discutere il “Piano per la riapertura controllata e coordinata della filiera” di Confindustria Nautica, le attività delle imprese nautiche sono state classificate come a “basso rischio” e a “bassa integrazione sociale” dal rapporto redatto dall’Istituto Nazionale per gli Infortuni sul Lavoro. Un doppio semaforo verde che è la condizione necessaria, ma ancora non sufficiente, alla riapertura, che dovrà passare come per tutti un secondo vaglio.

Il documento dell’INAIL analizza il rischio contagio secondo tre macrovariabili:

- Esposizione: la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio

- Prossimità: le caratteristiche relative a un sufficiente distanziamento sociale

- Aggregazione: l’intensità di contatto con altri soggetti in possibili occasioni di integrazione sociale.

“Tali profili di rischio possono assumere una diversa entità, ma allo stesso tempo modularità in considerazione delle aree in cui operano gli insediamenti produttivi, delle modalità di organizzazione del lavoro e delle specifiche misure preventive adottate”, si legge nelle anticipazioni di cui siamo venuti in possesso.

Quando abbiamo letto il rapporto siamo rimasti molto colpiti di come temi e approccio combaciassero con la lettura offertaci dal Presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, nell’intervista rilasciataci qualche giorno fa.

Segno evidente che il lavoro svolto nelle scorse settimane dall’Associazione nazionale di categoria era stato approfondito anche dal punto di vista dell’intelligence e che le aveva permesso di fornire i giusti elementi di lettura al governo.

Oggi il Presidente Cecchi ha scritto una lettera riservata ai Soci, in cui spiega la sua preoccupazione per iniziative locali, prive dell’adeguato supporto tecnico, che si mobilitano per richiedere un’apertura generalizzata e indifferenziata, che va dalle attività d’impresa fino all’utenza privata. Spiegando perché Confindustria Nautica ritiene di non supportarle.

Alla luce delle informazioni sul rapporto INAIL oggi siamo in grado di dare una nuova e più consapevole lettura a questo appello ad evitare azioni scoordinate, che lo stesso Cecchi aveva rivolto dalla nostra testata. "Attenzione al tafazismo".

Il punto cruciale, secondo quanto un esperto del lavoro consultato da PressMare, è proprio il mettere genericamente insieme situazioni che hanno diversi indici di valutazione. A preoccupare è soprattutto “l’indice di aggregazione”. Secondo INAIL, infatti, i rischi sono classificati:

•          con coefficiente 1.00, se la presenza di terzi esterni è limitata o nulla (come può avvenire nell’accesso controllato a un’azienda);

•          sale  del 15%) se la presenza di terzi è intrinseca all’attività, ma comunque controllabile organizzativamente

•          sale ben del 50% in presenza di aggregazioni intrinseche controllabili in qualche maniera con delle procedure

•          si impenna in presenza di attività libere di utenza privata, che non sono preordinate, organizzate e vincolabili.

Come si vede dalla matrice posta alla base delle analisi del rapporto, la crescita del rischio può essere esponenziale e innalzarsi da 1 a 4. Tutte le attività sportive, ad esempio, sono classificate in rosso, rischio massimo. Ecco dunque che chi ha pensato di abbinare pesca sportiva a nautica, se ascoltato, affonderebbe entrambe.

Non è tutto. Le attività che interessano la nostra filiera hanno valutazioni molto diverse e quindi è evidente che vadano trattate in modo specifico. Il noleggio, per un esempio, ha una classe di rischio bassa (e fin qui tutti sono in grado di dire che se si sta chiusi su una barca si è in qualche modo isolati), ma deve fare i conti con una classe di aggregazione alta, di 3 su 4, dovuta a tutte le interazioni che avvengono all’imbarco e allo sbarco. Se si affronta solo il primo aspetto, si fa solo movimento senza costrutto. Ed è anche per questo che un importante operatore nazionale del charter ci ha detto di aver partecipato alla stesura di un documento specifico nell’ambito delle iniziative di Confindustria Nautica col Governo

Con senso di responsabilità verso tutta la filiera, PressMare conferma quindi la propria linea editoriale espressa domenica: restiamo sempre sul pezzo, vigili, aspettando fiduciosi che il Governo si esprima. Fra oggi e mercoledì ne sapremo di più.

Fabio Petrone

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