La Spezia per tre giorni è stata al centro del mondo dei superyacht. Tutto è ruotato attorno al Miglio Blu, il distretto nautico spezzino che include primari player del mercato internazionale dei superyacht, concentrato lungo la costa di levante del Golfo, in un'area compresa tra il Molo Pagliari e il Muggiano. Riva/Ferretti Group, Sanlorenzo Yacht, Baglietto, Porto Lotti, Cantieri navali La Spezia, Fincantieri, Cantiere navale Michelini, Perini Navi/TISG: con l’auto imbocchi via S. Bartolomeo e te li trovi uno dietro l’altro, cantieri dai quali usciranno una parte consistente delle 156 navi da diporto oltre i 30 metri di lunghezza vendute agli armatori di tutto il mondo dal comparto nautico del Made in Italy nel 2023. Una concentrazione di costruttori e di aziende dell’indotto nautico, che ricorda molto quella viareggina che si snoda lungo la famosa via Coppino.
Andando per ordine, nella mattinata di giovedì 16 maggio ha preso il via il Blue Design Summit, un evento business dedicato al design, alla progettazione, alla costruzione e al refitting di superyacht, fortemente voluto tanto dalle aziende sopra elencate quanto dalle istituzioni locali, per sottolineare quanto la cantieristica nautica sia sempre più importante e identificativa per la città di La Spezia. Qui si forgiano tante barche di lusso, qui prendono forma e si concretizzano idee, progetti e soluzioni che dettano la via alle tendenze di uno yacht design sempre indubbiamente bello, in grado di emozionare, ma anche sempre più sensibile all’evoluzione dei costumi, al modo di vivere il tempo trascorso in barca, e adeguato ai grandi temi che coinvolgono la società, tutti noi, in questa era di grandi cambiamenti.
Durante le due giornate del Blue Design Summit, si sono quindi susseguiti una serie di convegni, nove in totale, animati da panel di professionisti del settore nautico, che hanno illustrato e si sono confrontati su tematiche fondamentali per il presente e il futuro della cantieristica e della sua filiera, come l’approccio e lo sviluppo delle tematiche ambientali legate alle barche.
A parlarne si sono alternati architetti e yacht designer di fama, top manager dei cantieri del Miglio Blu, esperti di materiali e tecnologie di bordo e delle costruzioni navali, ma anche figure che hanno contribuito ad approfondire le diverse attività legate alla vita e all’utilizzo degli yacht, come l’assistenza, il refitting, il noleggio ecc. Si è trattato di un evento di livello, ben partecipato da stampa, addetti ai lavori ma anche da un pubblico di giovani che si accingono a entrare nel mondo del lavoro. Si è trattato della prima edizione del Blue Design Summit e del premio Blue Design Award a esso collegato, qualcosa sicuramente deve essere registrata per le prossime ma sicuramente l’idea è buona e da coltivare.
Il giorno successivo, il 17 maggio, purtroppo in sovrapposizione con i lavori dei convegni del Blue Design Summit, a catalizzare l’attenzione della stampa è stata l’inaugurazione del cantiere Riva di La Spezia, facility che ha subito un sensibile upgrade grazie al cospicuo investimento stanziato dal Gruppo Ferretti, ben 50 milioni di euro. Capitali che sono serviti a rinnovare un po’ tutto all’interno di questa sede produttiva che si sviluppa su superficie di 64.000 metri quadri, dove si realizzano i modelli Riva in composito compresi fra i 76′ e i 130′.
Una struttura modernissima, articolata su quattro capannoni che contengono 21 slot di produzione, altri due da 1.000 mq complessivi per la verniciatura e 33 posti barca che sfruttano i 400 metri lineari di banchine. Tutto è funzionale per poter far bene le barche ma anche per accogliere gli armatori, comandanti e crew in una struttura stilosa, quella di una vera griffe.
Significativa la presenza al taglio del nastro dell’Avv. Galassi, il CEO del Gruppo Ferretti, che ha sottolineato lo stato di grazia della società che ha appena performato "la migliore trimestrale di sempre": il portafoglio ordini supera 1,6 miliardi di euro, +10,2% rispetto al 31 dicembre 2023; +11,7% dei ricavi, saliti a quota 313 milioni; Ebitda di 48,2 milioni, +20,5%; Ebitda margin +15,4%, aumentato di 110 punti base; utile di 22,2 milioni (+19,4%). Il Gruppo Ferretti, insomma, stando a questi dati scoppia di salute e conferma l’ottima performance che tutta la nautica italiana, quella dei grandi gruppi quotati in borsa e non, sta facendo registrare a livello finanziario.
Accanto all’Ing. Piero Ferrari - azionista minoritario della holding forlivese e guida del Comitato Strategico di Prodotto di Ferretti Group - al taglio del nastro del rinnovato cantiere Riva c’era anche “Chairman Tan” Xuguang, presidente di Weichai che è l’azionista di riferimento Gruppo Ferretti. Nel suo intervento ha ripercorso a grandi linee la storia che ha portato il colosso industriale cinese prima a salvarlo dal fallimento, nel 2011, poi a finanziarlo per farlo arrivare ai giorni nostri, florido come mai prima. In sintesi le sue parole: all’inizio il consiglio che ricevetti fu quello di attendere il fallimento del Gruppo per poterlo rilevare a un costo inferiore, ma così facendo non avrei salvaguardato la reputazione del marchio e soprattutto i 1.900 uomini e le loro famiglie che dall’azienda trovano sostentamento.
Si sarebbero inoltre perse competenze che sono state invece fondamentali per il suo rilancio e che lo saranno anche per il futuro dell’azienda. Sostenere gli uomini che lavorano in questo e negli altri cantieri del Gruppo, dare loro benessere è per noi una priorità, per cui confermo il nostro pieno impegno nell’azienda affinché possa continuare a crescere per tutti loro e per portare attraverso le nostre barche la cultura dello yachting e del bello in tutto il mondo almeno per i prossimi 200, 300 anni. Chairman Tan ha anche sottolineato come l’avvento di Alberto Galassi come CEO del Gruppo Ferretti, abbia consentito di cogliere opportunità e portare agli importanti risultati finanziari che si riscontrano oggi.
Insomma, benché Weichai, dopo la quotazione nei listini dell’Hang Seng di Hong Kong e della Borsa di Milano, non detenga più la maggioranza del Gruppo – oggi l’azionariato, tolto il flottante che è pari al 42,61, vede fra i principali investitori Weichai, 37,54%, Valea Foundation di Karel Komarek, 10,01%, Danilo Iervolino, 5,28%, e Piero Ferrari, 4,56% - Tan Xuguang con il suo discorso ha escluso un’ulteriore diluizione o addirittura il disimpegno del colosso industriale cinese dal business delle barche italiane, voce che invece circolava ormai da un po’ nel nostro ambiente. Concetto ribadito dallo stesso Galassi, che a proposito della vicenda inerente l’applicazione del Golden Power al Gruppo Ferretti, procedura poi ritirata dal Governo italiano, ci ha detto “è stata una normale attività informativa avviata nei nostri confronti, perché le piattaforme navali che utilizziamo con FSD (Ferretti Security Division) per le forniture militari sono derivate da quelle degli yacht.”
L’ultimo evento al quale abbiamo partecipato in ordine temporale, capace di focalizzare l’attenzione del mondo nautico internazionale su La Spezia e sul suo Miglio Blu, è stato il varo del primo esemplare di 50Steel, “ALMAX”, avvenuto all’interno del cantiere Sanlorenzo. Sabato 18 maggio ha infatti preso il via dalla mattina una grande festa che ha visto coinvolta, oltre a una selezionata presenza dei media, soprattutto armatori, broker e più in generale i personaggi più stretti che ruotano attorno al brand, provenienti da tutto il mondo: la sera a cena, all'interno di un capannone di produzione trasformato in salone della festa, a tavola eravamo in 720!
Ma partiamo dall’inizio: mattinata conviviale, dedicata anche alle prove in acqua e alla visita di diversi modelli che compongono l’offerta del cantiere sia a marchio Sanlorenzo sia Bluegame. Poi, dopo pranzo, l’attesa conferenza stampa del Presidente di Sanlorenzo SPA, il Cav. Massimo Perotti.
Disattese le aspettative su un possibile annuncio dell’acquisizione Nautor Swan – “vi darò notizie molto presto” – è stata completamente incentrata sulla barca che dopo poche ore ha toccato l’acqua. Il Sanlorenzo 50Steel è uno yacht da 499GT, realizzato in acciaio con sovrastrutture in alluminio, e ha una lunghezza fuori tutto di 49,99 m e una larghezza di 9,40 m, con alloggio per 10 ospiti e nove membri dell'equipaggio. I suoi motori sono MAN D2862-LE489 1066 kW (1450 PS) @ 2100 RPM che lo spingono a una velocità massima di 16 nodi. Grazie alla riserva di carburante da 55.000 litri, alla velocità di crociera di 11 nodi ha un'autonomia oceanica di 4.000 miglia nautiche.
Diversi gli spunti d’interesse toccati, in primis quello dell’adozione a bordo di un sistema Siemens Energy che produce energia attraverso fuel cell, alimentate da idrogeno generato da metanolo verde attraverso un processo di reforming. È un sistema di celle a combustibile modulare, che sprigiona fino a 100 kW di potenza massima, destinati a sostenere gli impianti alberghieri di bordo, ed è supportato da accumulatori al litio di ultima generazione. È una soluzione innovativa, finora non ancora presente nello yachting, che consente all’imbarcazione di utilizzare energia elettrica generata a bordo ma con motori e generatori spenti, andando ad ampliare in modo significativo sia il comfort di bordo, perché non c’è rumore, sia il tempo di permanenza in rada senza consumo di combustibile diesel. Con questo progetto viene realizzato un sistema “Net-Zero GHG emission” - Net Zero emission identifica il percorso che persegue l'obiettivo di raggiungere “emissioni nette zero” di gas serra, allo scopo di contenere il riscaldamento climatico globale, e implica una drastica riduzione delle proprie emissioni di CO2 fino ad annullarle - compatibile con gli spazi limitati disponibili a bordo e con l’impiego in ambiente marino.
“Tutto il mondo della mobilità si sta orientando su questa tecnologia per il futuro e – ha ribadito Perotti – noi siamo i primi ad applicarlo nello yachting. Sarà disponibile per tutte le nostre unità comprese fra i 50 e gli 80 metri di lunghezza.”
Il cantiere ha introdotto sullo 50Steel anche il sistema, brevettato da Sanlorenzo, denominato Hidden Engine Room (HER): la sala macchine, completamente ripensata rispetto a quelle convenzionali, si sviluppa longitudinalmente e non più in verticale, come accade di solito sui grandi yacht, dove toglie spazio alle soluzioni abitative. “Proprio partendo da questa nuova architettura navale - ci hanno detto Bernardo e Martina Zuccon, dell’omonimo studio Zuccon International Project, che hanno progettato la barca – abbiamo avuto modo di ripensare completamente al layout interno dello yacht. HER ci ha dato modo di rompere schemi consolidati, di creare una barca senza più diaframmi a interrompere la connessione fra i vari ponti che sono stati concepiti su piani sfalsati per creare massima continuità dalla beach area fino all’upper deck.”
Piero Lissoni, che ha firmato gli interni, ha invece sottolineato che per la prima volta ha impiegato la tecnologia 3D, che ha permesso di sovrapporre il modello tecnico sviluppato da Sanlorenzo a quello architettonico. Ciò gli ha consentito di ottenere un elevato controllo su ogni dettaglio.
Nel tardo pomeriggio si è quindi arrivati alla cerimonia del varo. A compensare le mancate “good vibration” del varo classico, da scivolo, visto che la nave è stata calata in acqua con un travel lift, sono bastate le parole del Cav. Perotti, visibilmente emozionato davanti alla sua nave, perché è lui l’armatore di questo primo Sanlorenzo 50Steel, mentre toccava l’acqua per la prima volta. Un sogno che si è evidentemente realizzato.