Armare Ropes: in arrivo una nuova sede per un'azienda all'avanguardia
Armare Ropes: in arrivo una nuova sede per un'azienda all'avanguardia
Forte di 15 anni di continua crescita dei volumi produttivi e con il raggiungimento di una consolidata riconoscibilità di brand a livello internazionale, il produttore di cordami Armare Ropes si appresta ora ad un altro grande passo, con la realizzazione di un nuovo stabilimento che permetterà all'azienda di affrontare le crescenti esigenze di spazi produttivi, per la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie.
La progettazione è stata affidata allo Studio Geza Architetti di Udine, una delle realtà più importanti a livello internazionale in tema di progettazione industriale.
Riuso, continuità storica e sostenibilità. L’unicità del progetto di Armare Ropes risiede nella volontà di dare nuova vita ad un fabbricato industriale esistente dismesso da anni: 2.000 mq di corpo fabbrica su un'area complessiva di 32.000 mq di proprietà, che saranno bonificati, risanati e riutilizzati dall’azienda. Il recupero della preesistenza è una chiara dichiarazione di intenti di porsi in continuità con la storia industriale locale, tramite un intervento sostenibile e rispettoso dell’ambiente circostante, con scelte tecniche e costruttive all’avanguardia e di assoluta novità per la Zona Industriale Aussa Corno di San Giorgio di Nogaro.
Il progetto prevede soluzioni architettoniche ed impiantistiche utili ad incrementare il rendimento dell’azienda e migliorare il comfort lavorativo dei propri dipendenti, con la realizzazione di un edificio industriale pensato ed adeguato per le nuove esigenze produttive, ma integrato nella storia, ispirato al concetto di "Nuova Corderia" a riprendere l'essenzialità delle antiche corderie, quando la produzione si svolgeva “in pista”su lunghe corsie dove i
vari elementi tessili venivano stesi.
Il nuovo stabilimento, che sarà consegnato nella seconda metà del 2024, oltre alla produzione comprenderà nuovi spazi per servizi, showroom ed uffici; nuovi macchinari saranno costruiti su progetto e con tecnologie proprietarie e brevettate per la produzione di nuove linee di prodotto, sempre in un contesto di sostenibilità ambientale con autoproduzione di energia pulita e recupero delle acque piovane per usi irrigui. Nel progetto delle parti scoperte troveranno espressione molti richiami al territorio: uno specchio d’acqua frontale al corpo uffici a rievocare la laguna, posta a pochi km dal sito; pini marittimi e filari d’albero creeranno naturali zone d’ombra e barriere verdi di mitigazione.
Un progetto che parla anche della storia della famiglia Finco, cordai tra Friuli Venezia Giulia e Veneto da oltre 200 anni, e la location del nuovo stabilimento, che vedrà riattivata l’area dismessa ex-Rema dove si era insediato il primo stabilimento della Zona Industriale Aussa Corno.
Stefano Finco, C.E.O. e fondatore dell'azienda, oggi affiancato da uno staff di 42 collaboratori, racconta come l'azienda è approdata, seppur dopo anni complicati, alla attuale situazione: "Da oltre 15 anni siamo in costante crescita, con risultati importanti in termini di volumi di produzione e di riconoscibilità del marchio. Scelte avvedute e continui investimenti hanno portato Armare Ropes ad essere oggi riconosciuta come brand di eccellenza in questo settore, pur in confronto con realtà industriali più grandi e strutturate a livello mondiale. Nella nuova sede tutti i processi produttivi saranno gestiti in modo informatizzato, ogni prodotto gestito e tracciato lungo tutta la filiera produttiva e di vendita, con certificazioni che potranno essere rilasciate sia da enti terzi, sia dal nostro laboratorio prove interno. Una gamma di nuovi articoli e linee di prodotto saranno proposte su mercati diversi da quelli oggi esplorati e daranno nuovi impulsi ad un settore che gode di un intenso sviluppo, ad esempio grazie alla possibilità di sostituire cavi e tiranti di acciaio con funi e cavi tessili.
Proprio in questo settore Armare Ropes scommette investendo nello sviluppo di una nuova linea per la produzione di tiranti tecnologicamente avanzati che potranno raggiungere le 1.000 tonnellate di resistenza. L'impegno di tutta la nostra squadra ci ha permesso di superare tutte le sfide passate e sarà così anche per quelle future.
La ristrutturazione e la bonifica di un'area degradata, pur essendo costata molto in termini di tempo e denaro, rende tutti noi molto orgogliosi. Credo che un buon imprenditore non debba fare i conti solamente con polso economico, ma aggiungere emozioni e valori più alti e universali ad ogni progetto. Con occhi rivolti al territorio ritengo sia corretto riattivare luoghi ed ambienti che hanno segnato la storia industriale della nostra zona. Abbiamo un progetto che darà nuove possibilità e nuove visioni alle persone che ci lavoreranno all'interno, ai clienti e a coloro che graviteranno attorno all'azienda".