Tuxedo's Art: una serata Yacht e Arte nella galleria BIANCHIZARDIN di Milano
Tuxedo's Art: una serata Yacht e Arte nella galleria Bianchizardin di Milano
Una serata in cui due manifestazioni dell'estro creativo, lontane per spirito iniziale e per fine ultimo, si ritrovano a convivere sullo stesso oggetto, la barca, per creare qualcosa che unisce la funzionalità dell'oggetto artigianale alla leggerezza e trascendenza dell'arte.
Questo il fulcro attorno cui è ruotato l'evento Tuxedo's Art, L'arte di Tuxedo organizzato a Milano da TUXEDO YACHTING HOUSE, il cantiere fondato nel 2020 da Laura e Francesco Ceccarelli, insieme alla galleria e società di consulenza artistica BIANCHIZARDIN di Gaia Bianchi e Andrea Zardin che ha anche ospitato la serata riservata a un selezionato numero di ospiti.
A giocare il ruolo dei protagonisti sono stati i tre giovani artisti contemporanei, Alan Borguet, Gianluca Patti e Paolo Treni che, mediante il loro estro creativo, hanno comunicato con la forza dell’estetica e dell’immagine i valori aziendali di TUXEDO YACHTING HOUSE, marchio recente nel mondo della nautica, ma sviluppato sull'esperienza di chi produce barche in alluminio dal 1982.
Gli artisti, ognuno con la propria cifra, hanno riportato sullo scafo degli yacht Tuxedo le loro opere per trasmettere “l’elastica ma solida leggerezza dell’alluminio”, per dirla con Tommaso Marinetti fondatore del Futurismo. E proprio l'alluminio stesso ha una valenza differenziante dagli altri materiali di costruzione. Sia per sostenibilità sia per le modalità di lavorazione, caratterizzate dall’alto valore artigianale, rende ogni imbarcazione di per sé unica.
Da sempre gli yacht sono la dimora di prestigiose opere d’arte. TUXEDO YACHTING HOUSE e BIANCHIZARDIN compiono un ulteriore passo, scegliendo di trasformare lo yacht stesso in un'opera d'arte grazie alle creazioni dei giovani talenti. Lo yacht diventa così tela, o forse scultura che gli artisti dipingono o plasmano per materializzare la loro ricerca e il loro percorso creativo.
Francesco Ceccarelli, Ceo di TUXEDO YACHTING HOUSE «Sarebbe presuntuoso dire che i Tuxedo sono opere d'arte. Non abbiamo questa ambizione, anche se ogni creazione che nasce nel nostro cantiere è un'opera unica. Anche per questo abbiamo scelto di continuare a costruire imbarcazioni in alluminio. Il nostro è un esempio di alto artigianato in cui l'abilità manuale dell'uomo è messa al servizio di un fine tangibile: avere un mezzo per spostarsi in mare -o per qualsiasi altro scopo uno voglia interpretare l'oggetto barca. E proprio per sottolineare e rendere ancora più unico il nostro lavoro e i Tuxedo abbiamo deciso di sviluppare questo processo insieme a BIANCHIZARDIN, in cui abbiamo trovato un partner tanto stimolante quanto pronto a cogliere la nostra natura »
Laura Ceccarelli: «Ed è proprio grazie ai tre giovani e affascinanti artisti con cui abbiamo deciso di collaborare, anche grazie alle indicazioni di chi li conosce bene come Andrea e Gaia, che siamo particolarmente fieri di questa iniziativa. Un modo per rendere l'estro creativo vicino al nostro lavoro quotidiano e soprattutto disponibile agli armatori Tuxedo
potranno così vestire la propria barca di qualcosa di realmente unico e inimitabile come un'opera d'arte.
«Ci è piaciuta l’idea di mettere gli artisti e la loro arte a confronto con una realtà industriale così particolare ed esclusiva come quella degli yacht di lusso, luoghi dove spesso l’artestessa finisce», ha dichiarato Andrea Zardin, terza generazione alla guida di una delle gallerie più vitali del capoluogo lombardo. «E non solo. C'è un forte parallelismo tra arte e barche. In entrambi i casi l'impatto visivo è fondamentale, non si può prescindere da un'attrazione emotiva. Ma dietro c'è tutto un processo di creazione e di preparazione che va oltre all'estetica. E addirittura spesso a rendere il legame ancora più profondo è il processo che ogni giorno ci avvicina ancora di più a ciò che stiamo osservando, o addirittura vivendo, facendone apprezzare aspetti nuovi e sempre più profondi. E nel caso di un oggetto unico come un Tuxedo, la similitudine è ancora più intima».
Paolo Treni (lago di Garda, 1981) è un artista che lavora molto all'aspetto progettuale spaziale dell'opera, dalla scultura in plexiglas esposta a Portofino di fronte al mare, all'alluminio di uno yacht che diventa opera da vivere direttamente in mare, per "creare simulacri in perenne rapporto con la luce". la sua interpretazione di Tuxedo punta a rivelare le suggestioni cosmiche esplorate dal nuovissimo Telescopio James Webb, facendo emergere le connessioni oniriche fra gli abissi marini e lo spazio siderale profondo. Così le onde gravitazionali si rimescolano sullo scafo, talvolta irradiandolo come raggi cosmici, talvolta evocando nel flusso le onde marine che si rifrangono e si scompongono nei mille riflessi delle acque.
Gianluca Patti (Monza, 1977), basa la sua ricerca sullo studio del colore e della materia e della loro influenza sulla vita di ognuno di noi, della vibrazione che essi trasmettono. «Per Tuxedo ho scelto di interpretare la loro storia immaginando un nuovo concetto di barca che si possa prender vita dall’arte e dal design».
Alan Borguet (Milano, 1988), giovane e poliedrico nasce dalla street art e oggi passa dalla pittura alla scultura, dall'arte segnica alla creazione di opere in cui il materiale che le contraddistingue, come il marmo o il legno, è di recupero, con lo scopo di trasmettere un concetto legato a un unico gesto. Interpreta lo scafo Tuxedo come una grande tela, come la superficie di una scultura sulla quale intervenire. Elabora il concetto di street art e li riporta in mare, dove il suo “segno” si trasforma in energia. L’energia che fa parte dell’esistenza stessa e vine generates e tra Massa dalla materia: l’alluminio, il mare.