Da sinistra: Barbara Biggiero, Cristiana Monina, Benedetta Bianco (foto A. Falcon)

Da sinistra: Barbara Biggiero, Cristiana Monina, Benedetta Bianco (foto A. Falcon)

Quattro generazioni a confronto a Heroes Experience 2020

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27/01/2020 - 19:59

Quattro eroi della vela, quattro diverse generazioni a confronto. E’ iniziato con il racconto delle storie di mare di campioni del calibro di Marco Gradoni, Maelle Frascari, Andrea Fantini e Roberto Ferrarese l’incontro di presentazione delle attività dell’agenzia Cristiana Monina Nautical Events che, a chiusura della serata ha presentato il nuovo brand realizzato da Genuina Hub, la nuova denominazione “Monina Corporate Sailing” e i progetti nautici dedicati al mondo corporate per il 2020.
Durante il talk condotto dal giornalista Andrea Falcon è stata posta ai velisti la medesima domanda: nelle sfide veliche che hai affrontato come hai superato la paura per raggiungere il tuo obiettivo. “In barca a vela ci possono essere due paure – dice il quindicenne pluricampione mondiale della classe Optimist, Marco Gradoni -: la paura di farsi male, di un incidente, soprattutto con le barche veloci tipo Nacra 17 o 49er, e la paura del risultato… Quest’ultima io l’ho trasformata in rabbia, nel desiderio di raggiungere il mio obiettivo”. E’ invece per Maelle Frascari, campionessa mondiale della classe olimpica Nacra 17, “la paura più grande è stata cambiare ruolo da timoniera nella classe Laser Radial a prodiera nel catamarano foil. Sono riuscita a superare la paura di non poter più decidere io, da sola come e dove regatare, costruendo un rapporto di fiducia con il mio timoniere Vittorio Bissaro. I risultati che sono arrivati in questi ultimi mesi ne sono la prova”. Per l’atleta romana di 25 anni non è mancata la paura per gli incidenti che ha avuto a bordo del multiscafo: “Provi la paura quando stai per farti male… e ti fai male perché in quel momento non hai il controllo di ciò che stai facendo”. Il velista oceanico 38enne Andrea Fantini, che nel 2018 ha partecipato alla regata transoceanica Route du Ruhm, ora sogna di fare il giro del mondo in solitario senza scalo. La sua paura in Oceano c’è sempre: “E’ quella che ti fa alzare sempre l’asticella per portare avanti nuove sfide, ma è anche quella paura positiva che ti accompagna durante la navigazione e ti dà la forza per tornare a casa”. La paura più grande in mare, invece, il 63enne barese Roberto Ferrarese - uno dei massimi esperti di match race e coach di team di Coppa America - l’ha avuta all’età di 7 anni durante una discesa in apnea con il padre: “Eravamo alle Tremiti, durante una immersione mi sono ritrovato davanti un pesce spada che ha iniziato brandire la spada davanti a me… Solo dopo, quando sono tornato su, mi dissero che quel movimento precede l’attacco dello squalo! In quel momento ho avuto davvero paura, ma per fortuna non mi ha condizionato nella mia attività successiva a vela. Oggi da psicologo dello sport, il mio intento è proprio quello di aiutare gli atleti a superare la paura di uscire dalla propria comfort zone”.

La serata è proseguita con l’illustrazione dei progetti di Monina Corporate Sailing per il 2020:

eventi corporate in occasione delle World Series di Coppa America a Cagliari dal 23 al 26 aprile in collaborazione con Scuola Italia in Vela di Franco Ricci con la rinnovata flotta di Giro34, voluta dal papà  Cino Ricci per il Giro d'Italia a vela.

progetti sociali di sostenibilità ambientale organizzati con Guido Stratta de “Il mare in tasca”, con l’obiettivo di condividere la conoscenza e far crescere la cultura del mare e la sua salvaguardia.

la gestione del team velico Pedevilla, azienda familiare con oltre quarant’anni di esperienza nella ristorazione collettiva, insieme alla One Off Academy di Santa Marinella in collaborazione con Paolo Brinati della classe Este 24.

“La vela crea engagement rafforzando i rapporti umani tra le persone - ha commentato Barbara Biggiero, Partner & Managing Director di Monina Corporate Sailing - e, in un momento in cui si parla tanto di digital transformation e di intelligenza artificiale, ritornare ad un sano "human touch" è qualcosa che le aziende stanno rivalutando. Non solo, oggi come oggi promuovere progetti legati alla corporate social responsability  per la salvaguardia dell'ambiente marino infestato dalle plastiche migliora l'immagine dell'azienda e stimola i propri dipendenti a farsi ambassador di un brand che ha a cuore l'ambiente".
 
“Questa serata – ha commentato Cristiana Monina, CEO e founder dell’agenzia - rappresenta per me un momento importante perché segna il passaggio da un’attività imprenditoriale fino ad ora legata alla mia persona verso una visione più aziendale. il porto rappresenta sempre un luogo di aggregazione e di condivisione delle avventure appena compiute e di pianificazione di nuove sfide, oltre a essere un approdo sicuro. Questi sono alcuni degli aspetti che, attraverso lo sport della vela, vogliamo trasferire con le nostre attività nel mondo corporate”.

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