Stupefacente Sailing Team al passaggio del Fastnet

Stupefacente Sailing Team al passaggio del Fastnet

Stupefacente Sailing Team al Fastnet

Sport

13/08/2019 - 11:58

Intervista a Bruno Stanzione, skipper e navigatore dello Stupefacente Sailing Team

Bruno, come nasce lo Stupefacente Sailing Team?

Siamo un gruppo di amici di Salerno che si conosce da sempre e che ha iniziato a fare regate d’altura insieme circa 10 anni fa dopo aver un trascorso, in parte comune, su derive come Optmist, laser e 470.

L’anno scorso dopo una preparazione più mirata abbiamo vinto il campionato italiano offshore di classe 3 a bordo del First 36.7 Stupefacente, che da appunto nome al nostro team. E’ la barca dove abbiamo cominciato a fare altura.

Come nasce l’avventura del Fastnet?

Il Fastnet è una di quelle regate a cui ogni velista sogna di partecipare. Dopo la vittoria del campionato italiano offshore ci siamo chiesti quale poteva essere la prossima sfida. L’idea è nata spontaneamente e l’adesione del team è stata così immediata e compatta che subito ci siamo messi alla ricerca di una barca da noleggiare in UK, vista le difficoltà nel trasporto della nostra barca. Nessuno di noi é un professionista e tutti siamo impegnati o con lo studio o il lavoro.

Qual è l’età media del team?

30 anni circa. Siamo un gruppo molto giovane, io ho 28 anni. I più giovani hanno appeno iniziato l’università, io insegno navigazione in un istituto nautico. Puntiamo all’unione del nostro Team, al valore dei singoli elementi del gruppo e all’entusiasmo che ci porta a sognare obiettivi sempre più ambiziosi.

Come è andata la regata?

Bene, direi benissimo, siamo arrivati quinti nella nostra categoria IRC2B su circa 40 barche con una barca noleggiata che non conoscevamo. Il Fastnet è una regata difficile e a detta di molti esperti completarla non è scontato. Sapevamo di essere in grado di poter far bene ma non potevamo avere certezza. Nella classifica totale 71-esimi su circa 400 barche. Nella fase più strategica abbiamo dato il meglio risultando primi al primo terzo della regata nella nostra categoria.  La parte più impegnativa è stata l’uscita dal Solent dove le correnti di marea sono un fenomeno totalmente condizionante nelle scelte tattico-strategiche, si arriva a navigare anche con 5-6 nodi di corrente contraria. Poi Portland Bill, noto per essere uno dei passaggi più difficili. Lo studio dei mesi precedenti su diverse fonti ci ha permesso di interpretare al meglio i fattori meteo marini e devo dire che la lettura della regata è stata corretta, i passaggi scelti coscientemente avendo sempre chiare informazioni come intensità della corrente e orari di inversioni delle correnti di marea, tutti elementi ambientali a cui non siamo abituati nel Mar Mediterraneo.

Rimane chiaro che avremo potuto fare di più con una barca da noi preparata. In queste regate lo studio statistico preventivo del percorso e della meteo permette di scegliere le vele più adatte ad ottenere la massima performance dell’imbarcazione, navigando sempre “sulle polari” come si usa dire, ovvero portando sempre la barca al 100% delle sue prestazioni. In alcuni tratti il set di vele disponibili non ci ha permesso di fare ciò ma di utilizzare solamente quanto avevamo a bordo. Abbiamo perso passo nella parte più lineare del percorso (circa 350 miglia), dove contava più la velocità pura, mentre siamo emersi nelle fasi più tattiche, questo ci ha dato grande soddisfazione.

Qual è stato il momento più emozionante?

Sicuramente il passaggio del faro irlandese del Fastnet, "the ireland' tear drop", l'ultima parte di terra irlandese che gli emigranti del XIX secolo vedevano prima di allontanarsi in oceano atlantico verso l'America. Ma anche il passaggio alle Scilly Islands è stato molto particolare, dove un fronte freddo generava un'atmosfera spettrale: un cielo plumbeo, vento forte a raffiche, mare formato e frangenti generati dalla corrente contraria. Anche la partenza nel canale del Solent tra i mostri sacri della vela e le barche più moderne ed avanzate del mondo non è stata da poco.Quali sono state le difficoltà maggiori nell’organizzazione?

In queste regate la logistica e la preparazione sono fondamentali. Ci siamo suddivisi i compiti affrontando la regata come un vero e proprio progetto. Abbiamo pensato al cibo, agli alloggiamenti prima a Southampton poi a Plymouth, al vestiario specifico per la regata, agli spostamenti. Non siamo riusciti a raccogliere sponsorizzazioni perché non siamo organizzati come un team professionale e non abbiamo un ufficio stampa dedicato, abbiamo raccolto però un grande consenso e dei significativi contributi da chi ci conosce e crede in noi. Questo ci fa ben sperare per il futuro.

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

Continuare a fare un offshore serio ed impegnato prendendo parte agli eventi più importanti della stagione. Abbiamo in mente anche una Rolex Middle Sea Race ma non solo. Speriamo di trovare supporto e fiducia, siamo un equipaggio giovane e capace che può dimostrare molto.

Il Team Stupefacente alla Fastnet race è stato composto da:

Bruno Stanzione - Andrea Marotta - Matteo Anastasio - Davide Paioletti - Gianluca Perasole - Valeria Costagliola - Mario Marino - Elio Rosapepe

Sito ufficiale www.stupefacentesailingteam.it - Sito evento https://stupefacentefastnet.com/

Facebook:  StupefacenteSailingTeam - Instagram: stupefacentefastnet

 

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