IceCat seventytwo - un catamarano super hi-tech di 72 piedi
IceCat seventytwo un catamarano super hi-tech di 72 piedi
Il cantiere Ice Yachts, già famoso per essere il cantiere produttore dei più grossi catamarani a vela costruiti in Italia, dopo il supertecnologico IceCat 67 Elssa, veliero che si fregia dei
riconoscimenti di classe RINA, Green Class e Comfort Class che ne hanno certificato solidità strutturale, basso impatto energetico ed ambientale, alti standard di sicurezza e livelli minimi di rumorosità e vibrazioni, alza ulteriormente il tiro. Infatti dopo il successo di Elssa, che ha dimostrato le potenzialità e le capacità del cantiere cremonese, la squadra di Ice Yachts punta addirittura ad un catamarano super hi-tech di 72 piedi studiato assieme allo studio dell’eclettico Architetto Lucio Micheletti.
L’IceCat seventytwo, che avrà pure una sorellina di 62 piedi, sarà un prodotto 100% Made in Italy, verrà infatti interamente realizzato dall’esperta manovalanza dell’avveniristico cantiere cremonese di Ice Yachts, appositamente dedicato alla linea di multiscafi. Il cat verrà poi varato nel bacino della zona porto di Cremona da cui discenderà il grande fiume, il Po, per l’alberatura definitiva a Ravenna.
CARATTERISTICHE
Bellissimo, Velocissimo, Super smart e tecnologico… L’IceCat seventytwo rappresenta un deciso passo avanti nel design dei catamarani con spunti dal mondo automotive e nasce dal fortunato incontro tra Ice Yachts e lo studio Micheletti+Partners.
Lo scafo ha linee filanti, molto slanciate, caratterizzate da una pulizia formale quasi minimale e da un’essenzialità pratica al servizio delle massime performances. L’obbiettivo non troppo velato è di ottenere una barca capace di arrivare a oltre 30 nodi di velocità massima! La ricercata sportività ed ergonomia di ogni angolo permette di racchiudere in una barca dalle caratteristiche di navigazione così eccellenti, i comfort che un multiscafo di oltre 70 piedi deve avere.
La coperta è pulitissima ed essenziale e permette di avere strumentazioni, comandi e manovre lì dove servono, lasciando tanto spazio ad ospiti ed equipaggio. Il pozzetto, allo stesso livello della dinette, crea una continuità totale tra interno ed esterno, fruibile in qualsiasi condizione e nella massima sicurezza. Uno degli elementi distintivi che racchiude in sé i valori di praticità e vivibilità a bordo è il bimini, estremamente slanciato e aggettante perché sorretto da due modernissimi montanti ad arco.
L’imbarcazione è alta sull’acqua con tanto volume negli scafi e le carene potenti sono studiate per ridurre al minimo il rischio di ingavonamento. Parlando di design esterno, le ampie finestrature presenti sulle murate garantiscono una elevatissima luminosità ed un contatto ravvicinato con il mare. Il layout out interno prevede due accessi per scafo per garantire massima privacy e flessibilità nella vita a bordo. Lo scafo di sinistra consiste in una zona equipaggio a poppa con entrata privata, dove si trova una spaziosa cabina con bagno. La cabina dell’equipaggio è direttamente connessa alla zona cucina, molto ampia e attrezzata al meglio, in modo da cerare una zona operativa separata. Dalla seconda entrata a prua si accede alla cabina ospiti VIP, molto spaziosa con letto matrimoniale e bagno con doccia dedicato.
Nello scafo di dritta, a poppa, si trova la cabina armatoriale con zona letto, una cabina armadio molto ampia e luminosa e un bagno con doccia. A prua invece, si trova la seconda cabina ospiti con letti a castello e bagno, sempre con doccia. La separazione degli spazi interni è stata studiata per dare agli ospiti un esperienza unica a bordo, senza compromettere il comfort e la funzionalità.
Velocità a motore oltre 14 nodi di punta
Velocissimo a vela …ecco i famosi trenta
TIPOLOGIA DI COSTRUZIONE
Scafo e coperta sono interamente costruiti in sandwich di materiali compositi. Si utilizza tessuto quadriassiale di carbonio impregnato con infusione sottovuoto multistep di resina
epossidica e anima in Corecell espanso a grammatura e spessore variabili. La tecnica dell’infusione in multistep per la linea degli Ice Cat (infusione sulla pelle esterna, incollaggio anima sottovuoto, infusione sulla pelle interna) è stato scelto in quanto permette di ottenere un controllo ottimale del laminato con una massima percentuale di resina finale, necessaria per ottenere minimo peso e massime caratteristiche meccaniche del laminato.
I rinforzi localizzati, ottimizzati grazie ai calcoli FEM, sono realizzati con tessuti unidirezionali e biassiali di carbonio. Anche le strutture trasversali e longitudinali (paratie e madieri) sono interamente realizzate sottovuoto in sandwich di fibre di carbonio e di vetro-carbonio impregnate con resina epossidica e anime in PVC espanso di densità differenziate. Gli attacchi di sartie e dello strallo di prua sono realizzati in composito e acciaio.
DIMENSIONI
+ LOA 22 metri
+ BOA 9.8 metri
RIGGING
+ Trave in carbonio
+ Rete a filo
+ Sartiame in carbonio
+ Albero in carbonio con parafulmini integrato
APPENDICI
+ Basso pescaggio, skeg strutturale, derive laterali a comando elettrico, pescaggio da 1,2 a tre metri
PIANO VELICO
+ Randa square top con trasto randa
+ Solent e Trinchetta autoviranti
+ Genoa per andature portanti
PAROLA ALL'ARCHITETTO
Quando è partito il progetto Seventytwo abbiamo lavorato su un breef che prendeva spunto dalle nostre imbarcazioni precedenti. Volevamo creare un catamarano nuovo, funzionale e veloce. L’architettura navale come concetto, non dovrebbe inventare, ma trasformare, organizzare i mutamenti di quello che c’è già, di quello che precede. Nei multiscafi, dove i volumi molto ampi nella dinette, si confrontano con quelli più stretti delle vicine cabine, le misure degli spazi non sono mai riconducibili a un abaco codificato; si configurano invece solo nel rapporto di reciprocità tra i singoli elementi, creando scenografie diverse a seconda dei volumi che abbiamo a disposizione.
Noi come studio siamo estremamente convinti che oggi sia corretto avere l’idea di design in continua evoluzione. Il design si deve modellare intorno alle sue necessità, e ogni progetto viene ad avere requisiti e caratteristiche diverse, trovando espressione in contesti differenti. Ecco che le “originali e creative combinazioni dei singoli elementi“ non sono altro che una soluzione nata dall’esigenza del vivere in modo unico la vita della barca.
Trattare la dinette in loft, dove leggere e dialogare, creano dimensioni diverse di divaneria, dove cassetti e vani incastrati dentro le divanerie, nascondono bicchieri e bottiglie refrigerate, dove il timonare non è un arte riservata al capitano, ma vuole essere un rapporto continuo con l’equipaggio, non può e non vuole essere un concetto di design ma un concetto di vivere.
Il taglio delle aperture delle finestre in murata o le finestre in coperta, non sono un elemento estetico ma uno studio dettagliato del percorso ottico dell’armatore dentro lo scafo, da seduto al tavolo o accovacciato sul divano o semplicemente in piedi. Il nostro obbiettivo, come sempre con tutti i nostri clienti, è che nella lettura di tutto il progetto l’armatore ne fosse parte e che lo leggesse come un viaggio con le sue passioni, dolori ed enigmi.
Amiamo pensare al design come parte di un contesto più ampio, ampliando la scala, inserendolo in una visione più spaziale, più grande, legandola al mondo in cui l’uomo vive. Penso che, forse più semplicemente, ci vogliono persone che abbiano un altro punto di vista, persone con visioni trasversali che suggeriscano accostamenti e analogie impreviste e questo è quello che abbiamo fatto per il nostro cliente, creando un prodotto su misura.
Dobbiamo cercare un design libero da schemi legandolo a una visione più ampia, avvicinandolo alle necessità dell’uomo, adattandolo al suo vivere contemporaneo. Dobbiamo scardinare il concetto tradizionale che associa la barca a un vivere marinaro, ormai i clienti sono cambiati e noi con loro. Amo pensare che il risultato dipende dalla qualità dei rapporti tra i partners coinvolti. Dalla loro passione e disponibilità a crescere insieme.
Come diceva Charles Simic: “Dentro la mia bottiglia vuota stavo costruendo un faro, mentre tutti gli altri stavano facendo navi.”
Lucio Micheletti