Barche piccole natanti
Barche piccole: i natanti per tutti sognando di crescere
Tempo fa ho scritto una nota dal titolo: “Viva le barche piccole!”. Ho ricevuto molto risposte positive e incoraggianti, e la cosa mi ha fatto piacere. Erano tutte di lettori che sanno che ci si può accontentare e con piacere.
Ma le barche piccole possono anche diventare più grandi, come capita spesso di pensare d’estate, sognando un pozzetto più grande, un bagno più largo, un verricello salpaancore elettrico o una plancetta da bagno comoda o solo più spazio a bordo.
Insomma, chi ha una barca a vela o a motore, a volte pensa ad una un po' più grande per poter dormire a bordo, alla fine di una giornata in mare o di andare a dare un’occhiata alla costa un po' più avanti, oltre alle sue abituali gite lungo costa.
La tendenza a migliorare è normale, anche se qualche volta costa troppo, ma pensiamo sempre o speriamo che si possa trovare una barca o meglio un natante un po' più comodo, magari con una piccola tuga o con un riparo contro il sole o l’umidità della notte.
Diciamo la verità: chi ha una barca aperta spesso non ha grandi sogni e si accontenta di poco: basta un metro di lunghezza di più e si può passare da un Dinghy di metri 3,77, o un gozzetto, a un Beccacino, un sogno per ché è più lungo, più largo, più veloce e con un bel pagliolo comodo anche per dormire a bordo in due, ma sempre carrellabile.
Oltre a questa soluzione se ne trovano altre simpatiche: per fortuna si trovano natanti a vela o a motore dalla lancetta e dal cabinatino ma anche con un piccolo fuoribordo fino alla barca con due remi, un grande aiuto in caso che manchi il vento.
Ma chi ha ancora voglia di barche in legno o con un motorino fuoribordo? Di remi, poi, non se ne parla mai: peccato!
Conosco diversi proprietari di barca piccola, di solito derive, e tra questi dei miei amici che navigano anche nella laguna di Venezia o nei laghi del Nord Italia, con la moglie o con un altro amico.
Varano la barca da una spiaggia, dormono dove capita, sempre pronti a tornare indietro se il vento cambia o cala. Non c’è bisogno di molto, alla faccia di chi pensa a una barca come se fosse una villa al mare, con relative comodità e con conseguenti costi di acquisto e di manutenzione.
La differenza la fa una barca facilmente carrellabile: si prende un carrello stradale adatto, anche con due scivoli metallici per metterla a terra, e con un bel verricello al carrello per mettere la barca in acqua anche più lontano dal carrello e via verso l’acqua e verso il tranquillo riposo con la famigliola o con un paio di amici.
Questa è libertà.
Arch. Gino Ciriaci