Porto di Venezia

Porto di Venezia

Porto di Venezia: dall’UE oltre mezzo milione di euro per progetti green

Portualità

05/05/2020 - 17:25

572.000 euro co-finanziati al 100% dal progetto europeo di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia sono in arrivo all’Autorità di Sistema Portuale veneziana in quanto partner del progetto SUSPORTS “Sustainable Ports”.

Il progetto, che avrà budget totale di oltre 7 milioni di euro e che è coordinato dalla Regione Veneto, mira a sostenere azioni di efficientamento energetico e di sostenibilità ambientale. Lato italiano, partecipano anche i porti di Ravenna, Ancona, Bari  e Trieste, che è capofila del progetto. Sono coinvolti anche la Venice International University e il COSEF, Consorzio per lo sviluppo economico del Friuli. Da parte croata, sono interessati i porti di Rijeka, Dubrovnik, Ploce, Zadar, Split, la Regione Dubrovnik Neretva e l’Intermodal Transport Kluster.

L’Autorità veneziana impiegherà le risorse per l’acquisto di due auto elettriche in dotazione al personale e per varie altre azioni di miglioramento dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale come da Documento di Pianificazione Energetico e Ambientale approvato dall’Ente nelle ultime settimane. Tra queste vi sarà sicuramente l’efficientamento dell’illuminazione con fari a Led nelle aree di S. Andrea, S. Marta e S. Basilio, intervento che, da solo, permetterà di evitare emissioni in atmosfera per circa 125 tonnellate di CO2 all’anno.

“Sono risorse importanti che ci consentiranno di raggiungere molti dei nostri traguardi sul fronte della sostenibilità e della promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili all’interno dell’ambito portuale” dichiara il presidente Pino Musolino. “I progetti che definiremo nelle prossime settimane sosterranno anche lo sforzo intrapreso in questi ultimi anni a beneficio della riqualificazione delle aree di confine porto-città. Si ricorda, ad esempio, il recupero in corso dell’area ex platea lavaggi tra S. Andrea e S. Marta, dove negli ultimi mesi abbiamo ultimato una bonifica dei terreni per realizzare un parcheggio che decongestionerà dal traffico auto le aree di S. Marta e S. Basilio a beneficio dei residenti”.

L’Autorità di Sistema Portuale in merito alla sentenza 398/20 del TAR Veneto

L’Autorità ritiene utile precisare che la sentenza del TAR pubblicata ieri relativamente al ricorso presentato da VTP non dà il via libera a operazioni di project financing per la caratterizzazione dei sedimenti ma riconosce esclusivamente l’obbligo delle Amministrazioni coinvolte (l’AdSP stessa e il PIOPP) a fornire entro novanta giorni una risposta - positiva o negativa che sia ¬- a VTP rispetto alla richiesta di effettuare a proprie spese carotaggi lungo il Canale Vittorio Emanuele III, il Canale Nord e il Canale Brentelle. Rimane invece aperta la possibilità, già avanzata dall’Autorità, di adottare una finanza di progetto per la realizzazione di un terminal crocieristico sito sulla sponda nord del Canale Nord.
Il TAR ha dunque stabilito la doverosità di una risposta all’istanza di VTP alla quale l’Autorità non ha in buona fede dato corso essendosi già pronunciata nel 2018. Si ricorda, infatti, che già nell’agosto del 2018 VTP aveva chiesto autorizzazione a procedere all’AdSP per le caratterizzazioni sulle stesse aree. L’Autorità aveva risposto che era propria intenzione procedere direttamente, trattandosi di attività istituzionali ed avendo già approntato le procedure necessarie all’affidamento delle indagini di caratterizzazione, per le quali aveva già messo a bilancio oltre 200.000 euro. AdSP, cui non è addebitabile alcuna inerzia su questo fronte, non ha mai potuto dare attuazione a questa iniziativa, in carenza di una attualizzazione del Piano morfologico della Laguna di Venezia e del protocollo di gestione dei sedimenti,  precludendo così l’attività di dragaggio e l’individuazione di adeguati siti di conferimento dei sedimenti medesimi. Questo avveniva nonostante le ripetute insistenze dell’Ente per ottenere i debiti assensi a procedere dalle varie Amministrazioni, centrali e locali, coinvolte.

La sentenza del TAR, su cui l’Autorità si riserva di valutare un eventuale ricorso al Consiglio di Stato,  si rivela comunque interessante, perché lascia spazio a un’interpretazione della normativa vigente utile anche per l’Ente, che potrebbe realizzare così anche altre caratterizzazioni in attesa del nuovo “Protocollo fanghi”, permettendo di sbloccare almeno parzialmente gli interventi preliminari al piano escavi per i porti di Venezia e Chioggia.

A questo proposito, si ricorda che le operazioni di escavo previste e finanziate dall’Ente sono state realizzate solo in minima parte poiché mancano a tutt’oggi adeguati siti di conferimento per i sedimenti. Si attende, infatti, dagli enti competenti il via libera all’innalzamento dell’Isola delle Tresse e l’individuazione di nuovi siti.
Nonostante tutte le difficoltà riscontrate negli ultimi mesi, l’attività dell’Autorità non si è mai fermata, tanto è vero che sono state già realizzate caratterizzazioni lungo il canale Malamocco-Marghera, la principale arteria del traffico portuale veneziano dove sono state svolte anche mirate operazioni di escavo per ripristinare i fondali.
 

PREVIOS POST
Porto di Trieste: parte a breve Susport “Sustainable Ports"
NEXT POST
Nautica verso normalità: burocrazia, incertezza, casini all’italiana