Science diplomacy, interdisciplinarità e multilateralismo

Science diplomacy, interdisciplinarità e multilateralismo

Science diplomacy, interdisciplinarità e multilateralismo

Istituzioni

08/10/2021 - 19:35

Trieste, 8 ottobre 2021 - La Trieste scientifica - con i suoi prestigiosi istituti di ricerca come l'Istituto Nazionale di Oceanografica e di Geofisica Sperimentale – OGS, l'Università - fa da sfondo alla seconda giornata di Sea Summit, dedicata al ruolo della scienza nella protezione e tutela del mare e all'impatto e l'impegno che il settore privato può avere. 

Dai nuovi corsi di studi come la Laurea Magistrale in "Gestione integrata marina in costiera", annunciata dal rettore dell'Università degli Studi di Trieste Roberto di Lenarda e attiva a partire dal 2022, all'Advanced Master in Sustainable Blue Growth, in preparazione presso l'OGS, rappresentato in sala dal Presidente Nicola Casagli, emerge subito l'esigenza di riscrivere i programmi formativi e creare nuove figure professionali in grado di svolgere le funzioni complesse che la ricerca e la tutela del mare ci richiedono all'insegna della trans e multidisciplinarità. Ricerca ed educazione fanno capolino in diversi interventi della giornata, perché se a oggi l'81% dei fondali marini è ancora inesplorato, è chiaro quanto sia necessario fare ricerca, iniziare missioni esplorative e intraprendere programmi di educazione e formazione per conoscere davvero L'Oceano – con la "O" maiuscola. Da considerare come un unico organismo vivente, come ci raccontano Francesca Santoro, Programme Specialist, IOC UNESCO che coordina il progetto "Ocean Literacy", Maria Cristina Pedicchio, Presidente Cluster MareFVG e, con Pascal Lamy compone il comitato "Missione Stella di Mare 2030". Paola Dal Negro, direttore dell'OGS ci ricorda che è indispensabile alla nostra sopravvivenza comprendere il funzionamento dell'Oceano, che compone per il 71% il nostro "pianeta blu". 

Dal punto di vista della ricerca, Stefano La Porta, Presidente Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA e Sistema Nazionale Protezione Ambientale – SNPA, sottolinea come l'attività di monitoraggio sia fondamentale in generale ma in particolare per il Mediterraneo che, con il solo 0,3% del volume totale dei mari, ospita il 7% delle specie marine identificate a livello globale con circa il 2% endemico, tra cui il corallo rosso e la posidonia oceanica. Colmare i gap di conoscenza quindi, integrare la tutela della biodiversità nelle politiche di governi e istituzioni, e sviluppare programmi educativi che restituiscano la complessità del problema e dell'analisi necessaria a comprendere e quindi salvare il mare. 

La formazione e l'educazione sono fondamentali alla creazione di consapevolezza per tutte le parti, ma sono anche indispensabili alla creazione di nuove figure professionali in grado di contribuire a questa importantissima missione che la nostra società ha: la sessione Barcolana Job restituisce le numerosissime possibilità che la "blue economy" offre oggi ai giovani, possibilità che vanno oltre i tradizionali mestieri del mare per intercettare nuovi spazi in particolare nel settore dello sviluppo tecnologico per la ricerca, l'acquacoltura (con progetti innovativi come Ittinsect e AdriAquaNet per i mangimi sostenibili, la Citizen Science, ovvero quella branca della scienza sviluppa soluzioni in collaborazione con la società civile. 

E qual è il ruolo delle aziende in questo scenario? Cosa può fare il settore privato? 

Dagli impegni di Coop che, con i suoi 8 miliardi di prodotti in vendita (di cui il 30% a proprio marchio) produce solo plastica 100% riciclata, sta eliminando antibiotici e glisofato dalle proprie filiere agricole e chiede alle istituzioni di "adeguare le normative in tempi rapidi, in linea con gli sviluppi tecnologici" (così Maura Latini, Amministratore Delegato Coop Italia), a Generali che, racconta Lucia Silva, Head of Sustainability and Social Responsibility, Assicurazioni Generali, ha sviluppato un percorso che mira alla creazione di valore unendo gli aspetti finanziari a quelli di sostenibilità e sente forte la responsabilità nei confronti delle oltre 72.600 persone coinvolte nel proprio network, sottolineando come "i cambiamenti devono avvenire secondo una just transition, che tenga conto di aspetti economici, sociali e ambientali insieme", il settore privato appare particolarmente attivo, impegnando su molteplici fronti. 

Roberta Marracino, Head of Group ESG Strategy & Impact Banking UniCredit, evidenzia il ruolo fondamentale del settore bancario che sta fungendo da acceleratore nel direzionare gli investimenti in un'ottica di sostenibilità. Paolo Testini, CEO Office Manager Snam, apre scenari interessanti raccontando come l'Italia potrebbe diventare l'hub europeo per la fornitura di idrogeno verde a moltissimi paesi dell'unione, mentre Emanuela Trentin, Amministratrice Delegata Siram Veolia sottolinea come sia intrinseco al DNA dell'azienda il fine della sostenibilità e dell'ottimizzazione dei consumi. 

Roberto Gasparetto, Amministratore Delegato AcegasApsAmga - Gruppo Hera, sottolinea l'impegno dell'azienda nel ridurre la neutralità carbonica lungo tutta la supply chain e fino ai consumatori finali, coinvolti direttamente anche nei numerosi progetti di sostenibilità raccontati da Sonia Ziveri, Chief Sustainability Officer Davines Group, che spazia dalla raccolta di plastica sulle spiagge, al supporto alle ONG che combattono la pesca di frodo, fino all'eco-design di un packaging che pensa anche al fine vita dei prodotti. 

Alle azioni indirizzate direttamente ai consumer – come quella raccontata da David Brussa, Chief Sustainability Officer illycaffè, ci ricorda che tutti possiamo fare la differenza proprio come recita l'hashtag #OneMakedTheDifference che l'azienda ha deciso di mettere in evidenza su tutti i suoi prodotti si affiancano impegni e piani di azione complessi messi in atto da realtà come MSC Cruises, impegnate a ridurre le emissioni e ottimizzare l'impatto energetico di macchine complesse come le navi da crociera, come racconta Michele Francioni, SVP MSC Cruises. 
Chiude la giornata il lungo intervento di Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che, nell'effettuare un'articolata ricognizione di come l'interdipendenza dei diversi settori di attività del suo ministero si intersechi con quelli dello sviluppo economico, sottolinea la difficoltà della politica di effettuare scelte e pianificazioni di lunghissimo periodo come la transizione ecologia richiede. 

Sullo sfondo, la consapevolezza che – insieme a ricerca ed educazione – l'azione dei singoli e la sinergia tra settore privato, politiche e istituzioni – può, concretamente, invertire la rotta.

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