Confarca a rilento con le pratiche nautiche

Confarca a rilento con le pratiche nautiche

Personale in smart working in deroga a Milano: è caos

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07/12/2020 - 20:06

Con il personale in smart working in deroga, oltre duemila pratiche nautiche sono ferme da un anno nella sola città di Milano. Documenti non evasi, risalenti anche al mese di ottobre del 2019, che si sono notevolmente accumulati durante il lockdown scattato nello scorso mese di marzo per la prima ondata epidemiologica da Covid19 e che hanno provocato una vera e propria paralisi a causa della mancata digitalizzazione degli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico. I lavori indifferibili, come auspicato dal dicastero, che riguardavano documenti per il VHF e la RTF, gli apparati ricetrasmittenti obbligatori per la navigazione, sono paralizzati: il personale col lavoro a casa in deroga, appartenente perlopiù alle categorie fragili, dovrà lavorare in smart working fino al 31 dicembre 2020, ma di fatto senza poter lavorare. Durante il periodo da maggio a settembre, non è stato fatto nulla per metterli in grado di digitalizzare le domande in ingresso con marche da bollo, poiché il sistema non è mai stato aggiornato, come invece è previsto dalla semplificazione auspicata nella Riforma del Codice della Nautica da diporto.
A denunciarlo è la Confarca, attraverso il suo vice segretario alla sezione nautica, Marco Morana. “Le pratiche arrivano in ufficio, con la scansione si potrebbero lavorare i certificati, e poi potrebbero essere inoltrate nuovamente le copie completate: ma ciò non avviene perché il sistema non è mai stato digitalizzato”, rivela Morana dopo aver appreso dall’URP del Mise che il sistema non è mai stato attivato. “Quindi i lavoratori restano a casa a lavorare, ma senza portar avanti quelle pratiche che dovrebbero essere indifferibili, e attualmente su Milano ci sono quasi duemila documentazioni, tra rinnovi e rilasci, da evadere ancora. E a questo punto ci chiediamo quale sia il tipo di lavoro svolto in questi mesi”.  
Nel periodo di massima stagionalità per la nautica da diporto, quella che va da aprile a settembre, non ci sono stati interventi ministeriali per smaltire l’enorme mole burocratica che Milano si trascina dall’ottobre 2019, e che in questi mesi si è accumulata a dismisura. La proposta di ripristinare i certificati provvisori, avanzata dai dirigenti degli uffici ministeriali milanesi, non è mai stata avallata dal dicastero. L’enorme giacenza di certificati VHF, che avrebbe potuto essere smaltita in base a quanto previsto dal Decreto Semplificazioni dello scorso mese di settembre e, ancor prima, dalla riforma del Codice della Nautica, resta ancora sui tavoli del MISE. La casella email dell’URP di Milano è stata letteralmente presa d’assalto, con oltre tremila mail di protesta inviate da marzo ad oggi e centinaia e centinaia di telefonate di utenti inviperiti.  Un intero comparto in attesa, dunque, nonostante le rassicurazioni di metà agosto arrivate alla Confarca da parte del dirigente generale per le Attività Territoriali del Ministero, Carlo Sappino, che assicuravano un rapido smaltimento delle pratiche in giacenza. “Chiediamo un intervento immediato al fine di smaltire queste pratiche – conclude Morana – Il nostro settore è già in ginocchio per le chiusure primaverili per contrastare il coronavirus: non possiamo permetterci ulteriori frenate”.

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