Interni di uno yacht customizzato

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Custom Yacht Quality: la qualità percepita e quella reale

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03/02/2021 - 17:03

Premetto che ho sempre lavorato per piccoli cantieri e artigiani, e non voglio estendere i miei giudizi al di là di ciò che conosco.

Sono comunque convinto che esisterà sempre spazio per le fuoriserie. Non possiamo acquistare tutto in estremo oriente e soprattutto, quando si parla di oggetti che ci danno piacere, ognuno ha i suoi capricci e della cosa amata vuole seguire la genesi da vicino; se i costi sono l'ostacolo maggiore oggi, è possibile ottenere la fuoriserie a costi ragionevoli risparmiando sulla quantità di denari che le aziende investono sull'immateriale, soprattutto se si pensa fuori dagli schemi.

Ma la qualità? Oggi la qualità è stabilita per legge, ma io dubito che la burocrazia imponga regole per il bene di altri che non siano la burocrazia stessa. La qualità non è di carta e rimane, quindi, uno dei pilastri della realizzazione. Il disegno della nostra barca sarà dunque bellissimo, spaziale o retrò, non fa differenza, ma è quando andiamo a stabilire la sua qualità che capiamo di cosa si parla davvero. Una tavola di legno può scheggiarsi e ferirci una mano, ma anche essere liscia e setosa, piacevole al tatto. La qualità parte dal basso, dai materiali e dai metodi di costruzione.

Al giorno d’oggi, però, è molto difficile trovare qualcuno che sappia fare il suo mestiere e certe arti si estinguono, come è stato per quella del mosaico. Ai tempi delle botteghe artigiane, quando le manifatture italiane erano al top, si andava da piccoli a bottega, prima dei 13 anni, e si diventava padroni del mestiere a 25. Per l’apprendistato e per salire gli "scalini di merito” che portano ad arrivare al saper fare dell’artigiano finito, servivano una dozzina di anni. Sembra molto ma ancora oggi circa 12 anni sono il lasso di tempo necessario in cui si può imparare a fare un mestiere, cominciando dal tenere in ordine la bottega per terminare con la rifinitura dei manufatti. Immagino che saranno diversi quelli che non la pensano allo stesso modo. Sì le macchine fanno tante cose e ne faranno sempre più, ma sono di per sé ripetitive e seriali, mentre il bello è fascino e sorpresa.

Attenti, comunque, alla sorpresa fine a sé stessa perché la sua freschezza stanca subito, mentre le evoluzioni dei delfini o la Gioconda ci sorprendono sempre.

Un altro tranello è la moda, intesa in contrasto allo stile.

L’industria nautica ha creato, per gli interni, la moda minimalista che io chiamo delle “pannellature”, per cui tutto si risolve in un collage di riquadri beige e grigi. Vi faccio un esempio: se vediamo una parete affrescata, potremmo essere in un castello, ma se vediamo una parete di marmo potremmo anche essere all’obitorio. Morale: una pannellatura costosissima, fosse anche d’oro, può seguire la moda ma restare anonima, mentre l’oggetto amato deve rispecchiare noi stessi, meno è anonimo e meglio è.

Qualità di materiali e processi, qualità degli accessori e dei componenti, lunga esperienza nella produzione di quel tipo di manufatto portano alla qualità complessiva.

Non bisogna però identificare la qualità col lusso, il Cutty Shark era una nave da trasporto, ma la sua qualità ha ben pochi concorrenti, proprio come quella di un Kalasnikov o di una Bic, e non sono oggetti di lusso. Un film di qualità può essere girato negli slum di Calcutta come nella reggia del re Sole.

Il lusso tuttavia ha un suo ruolo che è quello di arricchire, è la ciliegina sulla torta. Se invece c'è solo la ciliegina e “sotto al vestito niente”, come recitava il titolo di un film italiano, allora in cucina c’è odore di bruciato.

Michele Ansaloni

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