Alinghi RedBull verso l'America’s Cup con tanti italiani nel team
Quello di Alinghi RedBull, in America’s Cup, è un team nuovo e sorprendentemente ricco di italiani, giovani e donne. Tutti entusiasti di lavorare insieme per un grande obiettivo, questo abbiamo visto a Barcellona, ospiti alla base del team. Alinghi RedBull Racing ed Ernesto Bertarelli tornano in acqua per la sfida alla 37^ America’s Cup, dopo due vittorie (2003 ad Aukland e 2007 a Valencia) e tre edizioni di assenza. Un gap da colmare in termini di know how sull’ultima generazione di monoscafi volanti, ma con lo stile e la determinazione che il ginevrino di origini romane ha già dimostrato di saper mettere in campo con successo.
Andrea Emone Alinghi Red Bull Racing
Gli occhi di Andrea Emone sono scintillanti e il sorriso coinvolgente mentre racconta il suo arrivo a Barcellona: “Sono italo-spagnola e vivo a Valencia. Ho sognato di lavorare in America’s Cup fin quando da piccola la vedevo nel porto sotto casa. Mi sono cimentata nella vela e nel windsurf con successo, pensando anche a una campagna di Coppa. Alla fine ho capito che l’ingegneria aerospaziale mi avrebbe aiutata a realizzare il mio sogno e per ora lavoro sui dati e la telemetria”.
Qual è il plus di essere anche una velista? “Comprendere esattamente le sensazioni che riporta il team una volta che scende a terra e tramutarlo in dati”.
Ludovica Genghini Alinghi Red Bull Racing
Lodovica Genghini, da Monza alla Southampton Solent University per una specializzazione in Yacht & Powercraft Design. Meno di 30 anni e un arruolamento nel team di Alinghi. “Oggi sono il punto di convergenza di tante informazioni – spiega Lodovica- ad esempio sono al corrente di tutti i cambiamenti e le modifiche per poter fare le necessarie valutazioni sui pesi. Il peso a bordo è un costo e va ridotto e bilanciato al meglio per avere le migliori performance. Al momento sono incaricata della gestione del planning: triangolazione tra progettazione, installazione e costruzione”. Ma c’è anche la passione per la vela o solo quella per il design? “La passione per la vela mi è stata trasmessa da mio padre e a 18 anni ho attraversato l’Oceano come secondo, marinaio s’intende, di Vittorio Malingri su Huck“.
Sorprende il clima disteso che impera alla base. Il team che sarà a bordo del nuovo AC75 sarà necessariamente svizzero, come da regolamento, ma sono davvero molti gli italiani nei vari dipartimenti. Abbiamo aperto con due giovani donne italiane ma non mancano i nomi top, di grande esperienza come Silvio Arrivabene e Pietro Sibello, tanto per citare due giganti.
Alinghi RedBull Racing è il primo dei 5 partecipanti (Luna Rossa Challenge, Ineos Britannia, Emirates Team New Zealand, American Magic) in acqua dall'inizio dell'estate per colmare il suo gap su queste barche. Non che il team non sia esperto di catamarani volanti come il suo patròn, le sfide di Ernesto Bertarelli spaziano dai D35 ad altre classi foiling. Alinghi è il nuovo arrivato in questo ciclo di America’s Cup, il primo team a installarsi dove si svolgeranno le regate, a Barcellona, in una base ancora non definitiva. Il regolamento permette loro, rispetto ai team più esperti, di allenarsi su un AC75 che è stata la prima barca di Team New Zealand della scorsa edizione di Auckland, potendo così familiarizzare con i monoscafi volanti.
Silvio Arrivabene Alinghi Red Bull Racing
Silvio Arrivabene, co-general manager ha una visione romantica della vela anche quando si parla di sfide gigantesche: “Per me la cosa più bella è far funzionare tutto perché sia un successo: la tecnica, la parte sportiva, la costruzione, l’amministrazione, il marketing, saper raccordare tutto un team di oltre cento persone, costituisce una sfida. Il bello di Alinghi per la 37ma Coppa? Avere tanti giovani di talento e alla prima esperienza, sono stati loro i primi a trasferirsi a Barcellona”.
Pietro Sibello ha iniziato l’attività di coaching, la più utile in questa fase per far prendere confidenza con il mezzo e trovare il miglior assetto con il foiling.
Pietro Sibello Alinghi Red Bull Racing
Da tattico ad Auckland su Luna Rossa a coach con Alinghi per trasmettere il suo know how a un team alla prima sfida sugli AC75 volanti. Qual è la cosa più importante ora: “È l’attività di coaching, nel senso di trasferire la mia esperienza ai velisti, giovani molto bravi e preparati ma senza esperienza specifica sull’ AC75, in questa fase questa è la cosa più importante. Allo stesso tempo è molto stimolante essere a contatto e di supporto al design team: il team Alinghi è composto da circa cento persone, due anni di tempo non sono poi molti per preparare un team che tecnicamente parte oggi. Le barche sono ormai in fase avanzata di sviluppo quindi avere un sailing team preparato acquista un’importanza fondamentale per portarle al meglio e avere successo”.
Un dipartimento di particolare importanza è infine lo shore team, basta vedere i numeri: ad oggi sono già 40 persone e forse più. Anche qui non manca il tocco tricolore, con i due giovanissimi Lorenzo Gennari e Simone Busonero. Pluricampioni a vela nel team match race con Ettore Botticini, oggi sono nel cuore pulsante degli apparati di bordo, elettronica e sistemi.
Emanuela Di Mundo