Samos, azienda da oltre quarant’anni specializzata in impianti di stabilizzazione per navi da diporto
Samos stabilizza anche la propria crescita
GENOVA - Samos è una storica azienda italiana che da oltre quarant’anni è specializzata in impianti di stabilizzazione per navi da diporto. L’azienda è da tempo un punto di riferimento per i principali cantieri italiani, specie di maxiyacht, ma ha ampliato la propria offerta al mercato delle imbarcazioni di piccole e medie dimensioni.
All’ultimo Salone nautico di Genova Samos ha presentare in anteprima ZGYRO® 3.0, nuovo stabilizzatore giroscopico di terza generazione, completamente elettrico, dotato di un’architettura meccatronica ad alta efficienza.
Questo giroscopio, marchio registrato dell’azienda ZGYRO Shanghai, è ideale per imbarcazioni sotto ai 30 metri e si distingue per la sua capacità di riduzione del rollio, fino al 95% anche in condizioni di mare impegnative, senza l’uso di idraulica.
Al salone Press Mare ha intervistato Alessandro Campini, amministratore delegato di Samos.

Facciamo una fotografia di Samos oggi: cosa producete internamente e di cosa invece siete distributori e partner?
Samos è un po' la holding di un piccolo gruppo: è sempre un'azienda familiare che però negli ultimi anni è cresciuta in termini di persone, di fatturato, seguendo il trend del settore della nautica più orientato ai megayacht. Samos è sostanzialmente una società commerciale, quindi un distributore di prodotti esteri. Negli ultimi anni è diventata anche dealer di prodotti italiani che volevano svilupparsi nella nautica ma non avevano un punto di riferimento per poter poi arrivare ai cantieri di un certo livello.
Parliamo dei marchi all’interno del gruppo, allora.
Samos tradizionalmente rappresenta Naiad Dynamics, produttrice di pinne stabilizzatrici per il mercato dei megayacht, idrauliche e ora anche elettriche. In ordine di fatturato rappresenta poi anche la propria controllata Opem Sistemi, azienda che produce impianti di ormeggio e timonerie, elettroidrauliche ed elettriche. Successivamente Samos ha acquisito un'altra piccola società in forte crescita, Energy Srl, fornitrice di componenti elettrici, quadristica e progettazione elettrica.

Queste ultime due quindi sono controllate. Quali altre marchi rappresentate?
Al salone di Genova abbiamo rappresentato Setec, azienda di Torino che produce pali telescopici in carbonio o alluminio full electric che servono per alzare le luci su imbarcazioni sopra i 50 metri, il segmento dove siamo più forti. Con loro stiamo sviluppando un progetto accattivante, quello di elettrificare completamente i garage delle grosse imbarcazioni. Infine, attraverso Setec, abbiamo conosciuto un'azienda nuova, la Cubo di Torino, che opera nel settore automotive e produce robotica per l'installazione di componenti sulle linee di montaggio di case automobilistiche importanti come Lamborghini, Ferrari, Maserati. Cubo da tempo voleva entrare nella nautica e nel giro di sei mesi ha costruito il primo prototipo di passerella full electric, disegnata custom sulla richiesta di un cliente importante.
Quante persone occupate in totale?
Circa trentacinque, distribuite su tre sedi operative: Genova, Viareggio e Livorno, le ultime due dedicate a workshop e assistenza tecnica.
Vi occupate solo di vendita?
Facciamo anche manutenzione: per noi è sempre una parte di business strategica, anche perché diamo un servizio che è ormai riconosciuto come elevato. Il cliente sa sempre chi chiamare, sa chi si trova davanti.
Qual è il trend del vostro mercato?
Noi in questi anni, specie negli ultimi 2-3, siamo cresciuti significativamente, insieme ai cantieri soprattutto italiani. Parliamo di numeri a due o anche tre cifre, a seconda delle aree di business.

Quali sono i piani di Samos a medio termine? Volete crescere ancora per acquisizioni o puntate a una crescita organica?
No, ora stiamo cercando una stabilizzazione, in una logica di possibile saturazione che può colpire anche il settore megayacht. Questo non tanto per una ragione di mercato quanto anche per una questione di capacità produttiva da parte dei cantieri, che spesso sono obbligati un po' a rallentare: del resto gli slot sono quelli. Se le consegne del nuovo si allungano, il mercato dell'usato diventa un pochino più importante ed è un ciclo che abbiamo visto da anni ormai.
Riccardo Masnata
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