Ancora tanti podi per la XIII Zona FIV con la ex olimpica classe Europa

Ancora tanti podi per la XIII Zona FIV con la ex olimpica classe Europa

Ancora tanti podi per la XIII Zona FIV con la ex olimpica classe Europa

Sport

24/09/2024 - 13:32

I segreti della rinata ex classe olimpica raccontati dalla neo campionessa italiana Sarah Barbarossa e dal Presidente della classe Europa Alan Travaglio

Dopo lo storico bronzo alla Gold Finn Cup di Alessandro Marega, la XIII Zona FIV torna a brillare nei campi di regata italiani e internazionali, questa volta in un’altra ex classe olimpica dalle caratteristiche molto fisiche e tecniche, la classe Europa. In questa stagione la XIII Zona é salita su tutti i gradini del podio assoluto e juniores del Campionato Italiano di Colico, guadagnandosi anche la vittoria Under 19, rispettivamente con Sarah Barbarossa (LNI Monfalcone), Alberto da Col (anche 1° juniores, STSM), Francesco Zugna (Società Triestina Sport del Mare) e Aurora Deiuri (Società Nautica Laguna). Inoltre bronzo femminile al Campionato Europeo Master in Belgio sempre ad opera di Sarah Barbarossa tornata più che mai agguerrita in regata, insieme alle partecipazioni internazionali dei giovani, come Aurora Deiuri e Alice Dal Col all’Europeo Juniores e Young Adult Cup, che danno lustro alla Zona della federazione Vela Friuli Venezia Giulia. La brillante stagione all’insegna della classe Europa dà l’occasione per scoprire nel dettaglio quale movimento c’è dietro questa ex olimpica; scopriamolo dal Presidente della classe Europa Alan Travaglio e dalla neo campionessa italiana Sarah Barbarossa:

ALAN TRAVAGLIO, PRESIDENTE CLASSE EUROPA

Qualche numero della Classe Europa

A livello internazionale gli Europa contano circa 400 associati nel vecchio continente e, se si escludono i campionati europei e mondiali, la regata più frequentata è il Torbole Europe Meeting che si svolge in primavera e vede stabilmente una partecipazione di 150/170 imbarcazioni.
A livello Italiano la XIII Zona conta gli atleti più forti negli ultimi anni con ottimi piazzamenti ai Campionati europei da parte di Alberto Da Col (STSM) e Sarah Barbarossa (LNI-Monfalcone). A livello italiano sia nel 2023 che quest'anno il podio è stato interamente monopolizzato da atleti della Zona Friuli Venezia Giulia.

I segreti della classe

Una cosa bella della classe è che si diventa un unico gruppo di avversari si, ma soprattutto di amici. Alle regate in XIII Zona si fa tutti base nello stesso circolo e si esce e rientra tutti assieme; al mattino si fa colazione
e nel pomeriggio davanti a una bibita ci si scambiano le opinioni e impressioni della giornata, ci si dà consigli e ci si aiuta per armare e ottimizzare le attrezzature. In caso di infrazioni alle regole di regata, difficilmente si arriva alla protesta, c'è molta correttezza in mare e se a volte si sbaglia, generalmente la si risolve al bar!
Il clima non esasperato piace davvero a tutti perchè per noi andare in barca è e vuole essere anzitutto un momento di evasione dalla vita di tutti i giorni, dove lo stress e i pensieri lasciano il campo libero al piacere dell'andar per mare assieme agli amici che condividono questo spirito!

Che incremento ha avuto la classe in questi ultimi due anni?

A.T: Ho preso per mano la classe Europa, oramai estinta in Italia, nel 2016 grazie al sostegno incondizionato della Società Triestina Sport del Mare e dal 2020 ne sono il Presidente.
Negli ultimi anni stiamo crescendo con percentuali a doppia cifra. (33 associati nel 2022, 38 nel 2023, 43 quest’anno, di cui quasi la metà della XIII Zona; ora l'obiettivo è superare i 50 associati.
In XIII Zona ci sono diversi circoli impegnati nell’organizzare regate e attività per la classe Europa, nello specifico LNI Monfalcone, Società Velica Barcola Grignano, Società Triestina della Vela e Compagnia Della Vela Muggia, Società Velica Oscar Cosulich, Società Nautica Laguna e Società Triestina Sport del Mare.

A che fascia di età consigli l’Europa e perchè?

A.T: La classe internazionale ha coniato lo slogan "the best not olympic class after Optimist" e potremmo davvero pensarla così perchè l'Europa, è stata comunque per molti anni classe olimpica e oggi, la generazione di velisti 40-50 enni più forti in circolazione è transitata per larghissima parte su questa classe!
Tra gli altri ricordo Maurizio Scrazzolo, Andrea Tical, Gabriele Benussi, Larissa Nevirov, Arianna Bogatec, Chiara Calligaris, Vasco Vascotto, Silvia Zennaro tanto per citarne quelli più titolati.
L'Europa tuttavia non ha limiti di età, tant'è che in questi anni abbiamo tesserati dai 14 ai 74 anni, credo che solo lo Snipe permette un'analoga forbice di età!

Programmi 2025?

A.T: Le zone FIV, che godono di maggiori associati sono la XV, XII e sta ri-emergendo ora anche la X. In queste stesse si disputano regolarmente regate zonali e nazionali.
Nel 2025 il campionato italiano toccherà alla XIII zona e abbiamo le candidature dalla LNI-Monfalcone e una dalla S.C. Ausonia di Grado.

Chiave di successo della gestione della classe che sta riportando buoni numeri di partecipazione soprattutto in XIII Zona?

A.T: L’Europa non è in contrapposizione ai singoli e in particolar modo agli ILCA, che sono per certi versi un po' pompati dal fatto che essendo imbarcazione olimpica, fanno credere a incredibili ambizioni di altissimo livello, come era stato anche per la stessa Europa fino alle olimpiadi di Atene 2004. L'Europa piace perchè ti insega a regolare la vela, le cinghie, la deriva, il trasto randa, è molto instabile e richiede grande sensibilità soprattutto nelle andature portanti e viene scelta anche perchè i programmi di regate e allenamenti non sono estremamente intensi e permettono così di avere una vita famigliare, lavorativa e di studio che altre classi invece non permettono se si vuole arrivare a alto livello.

SARAH BARBAROSSA

Il Laser radial, Attuale ILCA 6 ha sostiuito l’Europa come classe olimpica femminile. Secondo te cos’ha in più l’Europa rispetto all’Ilca dal punto di vista tecnico)?

S.B: Dal punto di vista tecnico non c’è paragone: l’Europa ha molte più regolazioni, a partire dall’albero che si può spostare in avanti o indietro a seconda del vento e in sincronia con la deriva, che anche si sposta in modo che centro velico e centro di deriva “si parlino” sempre; poi per quanto riguarda le regolazioni della randa, l’Europa ha tutto quello c’è anche sulle barche “grandi”: non solo scotta randa ma anche il carrello randa, fondamentale per imparare a gestire l’esigenza di conciliare velocità e capacità di stringere il vento di bolina; poi si impara a regolare base, mura, cunningam, vang. Quello che impari sull’Europa poi lo puoi riproporre su qualsiasi altra barca. L’Europa non perdona: se sbagli, scuffi: punto e basta. Prendo ad esempio una strambata con vento forte: quando strambi se parti subito all’orza il boma dell’Europa (che è molto basso) tocca subito l’acqua, facendo cazzare la vela e automaticamente si scuffia…così si impara che è meglio uscire morbidi sulla strambata e orzare gradualmente una volta che il boma è passato dall’altra parte; e questo vale su tutte le barche, e va a finire che lo fai anche quando sei su altre tipologie di barche, che potrebbero anche “perdonare” certe manovre.

Quali caratteristiche fisiche e tecniche sono necessarie per un buon timoniere Europa?

S.B: Le caratteristiche fisiche sono esattamente quelle necessarie per andare su un Ilca. Chi dice il contrario non ha mai provato a farsi una bolina alle cinghie di un Europa con 18-20 nodi o più: la posizione è a stecca, si deve stare dritti in cinghia per tenere la barca piatta, busto aperto e addominali di “acciaio". Non è che siccome è più leggera dell’ ilca si fa meno fatica: occorre fare una preparazione atletica importante, allenare la resistenza andando a correre, agilità e potenziamento muscolare, insomma, bisogna essere degli atleti. La leggerezza dell’Europa rispetto all’Ilca permette solo di fare in più delle planate spettacolari con vento forte. Poi la sensibilità che ti fai sull’Europa, dove le regolazioni millimetriche fanno la differenza, crea dei timonieri con caratteristiche tecniche rare, che, al timone di qualsiasi altra barca, poi fanno la differenza.

In nord -Europa la classe é diffusa anche tra i giovani. In Italia cosa si sta facendo per incentivare la partecipazione?

S.B: E’ vero in Nord Europa, ma non solo, anche in Francia, Germania, in Spagna l'Europa é molto diffuso tra i giovani, perché é considerato uno step intermedio tra l’Optimist e le Classi olimpiche. Ed è la strada giusta, proprio perché è molto formativo. Prima del campionato italiano (che si disputa sempre il penultimo weekend di agosto) la classe italiana Europa ha organizzato un clinic gestito da un campione mondiale spagnolo, in modo tale che i ragazzi presenti hanno potuto apprendere i segreti della barca. Il prossimo anno dovremmo riuscire a farlo in XIII zona e ci piacerebbe coinvolgere qualche bravo allenatore locale. In Italia poi c’è l’opportunità di partecipare oltre alle regate zonali e nazionali anche all’Europa Meeting di Torbole, con una partecipazione di alto livello oltre che numerosa (150-180 iscritti).

Un 2024 per te pieno di soddisfazzioni, qual é stata la più grande?

S.B: Il 2024 per me è un anno da incorniciare: da quando ho ripreso, (nel 2019 dopo 25 anni che non regatavo più sull’Europa a seguito del mio ritiro dalla campagna olimpica per infortunio al ginocchio), ai campionati italiani arrivavo sempre tra i primi, seconda, terza, ma mai prima assoluta. Avevo questo obiettivo da un po’ e mi ero detta che non sarei mai stata contenta finché non avessi vinto l’assoluto, non solo il femminile o il master (già vinto diverse volte), volevo a tutti i costi il primo assoluto. E quest’anno, su una quarantina di partecipanti, ce l’ho fatta! Però anche il terzo posto femminile al campionato europeo master in Belgio mi ha dato molta soddisfazione, anche perché le condizioni erano davvero rigide: freddo, onde, cielo nero e 25 nodi di vento! In contemporanea all’europeo master c’era anche l’europeo juniores e la Young Adult cup, destinata a chi non è più juniores, ma non è ancora master, quindi aperta ai ragazzi tra i 20 e i 30 anni: una bella idea per non far allontanare dalla vela i ragazzi (per metterli sui barconi c’e’ sempre tempo!)

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