Corrado Fara: La mia vela tra passione, territorio e programmazione
Avvocato, uomo di mare e velista per passione, Corrado Fara è il presidente della Conferenza Territoriale FIV, l’organo che riunisce i quindici presidenti di Zona. Con una lunga esperienza come vicepresidente e presidente della III Zona (Sardegna), Fara porta con sé una visione che unisce radicamento al territorio e attenzione ai grandi temi dello sport. In questa intervista racconta il suo percorso, la vela come scuola di vita e gli obiettivi per il quadriennio 2025–2028.
– Ci racconta chi è Corrado Fara, dentro e fuori dalla vela? Quando e come è iniziato il suo legame con questo sport?
“La mia passione nasce in tempi lontani, crescendo in una terra dove il vento e il mare sono compagni quotidiani. Da bambino andavo quasi per gioco al porto, osservavo le barche davanti a casa ad Alghero. Poi sono arrivati la scuola di vela e le prime regate in deriva, fino a organizzare eventi sempre più importanti che hanno portato in Sardegna i migliori regatanti professionisti al mondo. Ho vissuto, anche se indirettamente, le emozioni della Coppa America del Moro di Venezia tanti anni fa.
Quel ‘gioco’ si è trasformato in una passione e in una professione: la libertà che dà la vela si è intrecciata con la mia attività di avvocato, portandomi a lavorare su regate, sponsor, cultura nautica e sostenibilità. Ho ricoperto per trent’anni il ruolo di vicepresidente di Zona, poi per due quadrienni quello di presidente della III Zona, e più recentemente sono stato eletto presidente della Conferenza Territoriale e vicepresidente del CONI Sardegna. La vela mi ha insegnato disciplina, rispetto per la natura e spirito di squadra: valori che porto con me ogni giorno.”
– Da pochi mesi è stato eletto presidente della Conferenza Territoriale FIV per il quadriennio 2025–2028. Come vive questo ruolo che la Federazione affida al rappresentante dei presidenti di Zona?
“Mi sono sentito molto onorato dalla fiducia dei presidenti di Zona che mi hanno eletto per guidare la ‘Consulta’. È un orgoglio poter rappresentare il territorio nelle sue mille sfaccettature, in primis nel Consiglio Federale, l’organo amministrativo e deliberativo della vela in Italia. Sarà un impegno condiviso con tutti i colleghi, sia i presidenti confermati che i nuovi. La Conferenza ha il compito di portare la voce del territorio, confermando il suo ruolo consultivo e di supporto al Consiglio Federale.”
– La Conferenza mette insieme i quindici presidenti di Zona; sono stati eletti molti nuovi volti ed è in crescita la rappresentanza femminile. Qual è, secondo lei, il valore di questo confronto?
“Personalmente non ho mai fatto distinzioni di genere né nello sport né nel lavoro. Il confronto tra presidenti è fondamentale perché ognuno, per essere arrivato a rappresentare il proprio territorio, porta con sé meriti e qualità. Più che confronto, lo definirei sinergia e condivisione di obiettivi: sono certo che tutti i ‘miei presidenti’ metteranno a disposizione della vela il loro sapere e, soprattutto, l’amore per lo sport e per il territorio. Faremo cose importanti, ne sono sicuro.”
– Come pensa di favorire lo scambio di buone pratiche fra le Zone, così che un’idea efficace possa diventare patrimonio di tutti?
“La Conferenza Territoriale nasce proprio per questo: è la sede naturale per lo scambio di esperienze. Mi piace pensare ai ‘vasi comunicanti’: un’idea che funziona in una Zona può fluire verso le altre e diventare un modello comune. Il nostro Paese ha un territorio estremamente sviluppato sotto il profilo sportivo e, anche se alcune Zone sono più favorite per posizione o servizi, tutte hanno dimostrato di saper organizzare eventi di altissimo livello. La politica della Federazione di portare manifestazioni importanti in giro per l’Italia lo conferma.”
– Ogni territorio ha la sua storia, i suoi punti di forza e anche le sue difficoltà. Come si può far crescere il sistema FIV rispettando queste diversità?
“Il confronto in sede di Conferenza Territoriale è essenziale, ma non dimentichiamo che questo è anche l’obiettivo del Consiglio Federale e del presidente Francesco Ettorre. La sua visione ha portato la vela italiana a crescere e a uniformarsi nei limiti del possibile. Alcuni adeguamenti richiedono tempo e progettualità, ma ci lavoreremo insieme.”
– La Conferenza ha il compito di portare la voce dei territori al Consiglio Federale. Quali temi sente più urgenti in questo momento?
“La voce del territorio ‘parla’ a 360 gradi: dalla formazione degli Ufficiali di Regata, all’altura, alla scuola vela, fino alla comunicazione, che oggi è strategica. Comunicare bene cosa facciamo è fondamentale per far crescere il movimento. Non amo la parola ‘urgenza’ perché è nemica della programmazione, e la Federazione ha dimostrato di essere una macchina ben oliata proprio nella capacità di programmare.”
– I circoli velici sono il cuore della vela sul territorio. Come può la Conferenza aiutarli a crescere e sentirsi parte di una rete più ampia?
“I circoli vanno ascoltati e visitati per capirne l’organizzazione, i punti di forza ed eventuali debolezze. Negli ultimi anni sono stati coinvolti in importanti adeguamenti normativi, che all’inizio sono sembrati onerosi ma daranno risultati significativi in termini organizzativi. È fondamentale anche la formazione dei dirigenti sportivi: una cultura gestionale adeguata è indispensabile per affrontare le sfide dei nostri tempi.”
– Nei territori si formano Istruttori e Ufficiali di Regata. In che modo la Conferenza può sostenere questi percorsi?
“Le normative sono di competenza del Consiglio Federale, ma la Conferenza può farsi portavoce delle esigenze locali e presentare proposte di miglioramento per la formazione di queste figure, che sono fondamentali per la crescita del movimento.”
– In Sardegna e in altre Zone sono nati progetti per la tutela dell’ambiente. Crede che possano diventare un modello per tutta la vela italiana?
“La cultura della tutela ambientale oggi è universale. La Sardegna, con la sua bellezza naturale e la concentrazione di eventi velici, può certamente fare da modello. Sono impegnato da anni in associazioni e fondazioni che lavorano per il mare: sarà importante coinvolgere anche gli altri presidenti di Zona in questa sensibilità.”
– La III Zona ha ospitato l’Inclusive Development Programme. Come si può portare lo spirito di iniziative così globali e inclusive in tutte le Zone?
“Questa esperienza, vissuta per due anni, è stata per me un momento di grande emozione. Stare a contatto con questi atleti fa dimenticare ogni diversità. Sarà compito del presidente Ettorre, in collaborazione con World Sailing, estendere questi progetti ad altri territori. Da parte mia, metterò a disposizione l’esperienza maturata in Sardegna per aiutare chi vorrà organizzare eventi simili.”
– Come membro della Giunta CONI Sardegna, quali sinergie vede possibili tra la vela e il mondo sportivo più ampio nei territori?
“Avere una visione pluridisciplinare permette di ragionare in termini più completi. Il CONI ha anche il ruolo di interfaccia con le istituzioni politiche locali, e questo aiuta a creare norme e strumenti per finanziare attività sportive e promuovere lo sport come diritto costituzionale.”
– Ogni mandato si costruisce giorno dopo giorno. Se dovesse scegliere un obiettivo concreto da lasciare come segno di questo quadriennio appena cominciato, quale sarebbe?
“Non basterebbe il tempo per elencare tutto. La mia più grande soddisfazione sarà vedere giovani crescere con lo sport, raggiungere traguardi con le proprie forze e trasformare i sogni in realtà, accompagnati da noi dirigenti sportivi. Mi piacerebbe coronare il sogno di organizzare campionati mondiali di classi veliche che sono alla base del nostro sport, ma se ci penso un attimo, gli obiettivi diventano già più di uno…”
