Inizia da questo post il racconto di oltre 2.000 miglia di navigazione, che vedranno impegnati tre catamarani fra Atlantico e Mediterraneo

Editoriale

13/10/2017 - 15:48

L’oceano e la sua immensità, le sue onde, i suoi venti. Tanti di noi sono venuti su col mito della navigazione oceanica, ne abbiamo letto e fantasticato sin da piccoli e parecchi fortunati sono riusciti nel sogno di solcarlo in barca, addirittura di attraversarlo da un continente all’altro, riuscendo a trasformare l’onirico in realtà. Un’esperienza in grado di appagare la fantasia, di formare in termini umani e marinareschi, per tutti quegli appassionati del mare e della navigazione che vorrebbero spaziare verso orizzonti che per noi, circoscritti nel nostro splendido Mediterraneo, sembrano lontani ancor più delle distanze geografiche. Per questo, per tutto ciò che può rappresentare la navigazione oceanica, Pressmare ha deciso di ospitare sulle proprie pagine il racconto di chi in oceano ci sta navigando, proprio in questi giorni, in queste ore. Gli amici di Captains and Crew stanno infatti affrontando l’Oceano per portare tre catamarani nuovi di pacca, da Les Sable d’Olonne, poco a nord di La Rochelle, sulla costa atlantica francese, fino alla splendida Tropea, in Calabria. Oltre 2.000 miglia di mare che gli equipaggi dei tre Lagoon ci racconteranno anche con immagini, partendo dal post che segue, arrivato in redazione questa mattina.

 

La Chaume è un villaggio di pescatori, marinai e contadini, costruito con materiale alloctono. Le navi provenienti dal nord Europa scaricavano pietre e ripartivano cariche del sale che le generose maree locali lasciavano in abbondanza. Questa sinergia di gente operosa ha anticipato di diversi secoli la costruzione di Les Sables D’Olonne, quasi 20000 abitanti affacciati sull’Atlantico e di Port Olona, la struttura portuale consacrata alle Vendée Globe. Se è vero che gli abitanti del vecchio villaggio rivendicano fortemente la loro identità insulare (5 secoli fa erano staccati dalla terraferma), oggi sono separati dalla nuova cittadina solo dal canale di uscita del porto. Di fatto un unico contenitore urbano adagiato sulle coste della regione della Vendée, al quale mare e vento non fanno sconti.

Noi siamo giunti qui a fine novembre per prendere in consegna, allestire e preparare per la navigazione oceanica tre catamarani. Dodici tra comandanti e marinai di Captains and Crew, società specializzata nelle lunghe tratte di trasferimento sono all’opera sugli scafi, in questi giorni eccezionalmente miti.

I cantieri Lagoon consegnano qui le loro barche, a più di 2000 miglia dal porto di elezione dei loro armatori italiani. La distanza tra venditore e compratore la estinguiamo noi, con una navigazione in flottiglia di 15\20 giorni. Questa volta la destinazione è Tropea. Lungo il percorso tappe possibili a La Coruna, Oporto, Lisbona, Cadice, Gibilterra, Malaga, Ibiza, Minorca e Carloforte.

Ora siamo ormeggiati alla banchina di fronte alla capitaneria, sede provvisoria delle consegne Lagoon a causa delle operazioni di dragaggio dell’area del molo G, quello normalmente dedicato. Il nostro pontile si alza e si abbassa ogni sei ore a causa di una marea di più di 4 metri, consentendoci di tanto in tanto la vista della Chaume. Finita la giornata di lavoro ci ritiriamo tra i vicoli del villaggio per una meritata cena, al termine della quale rientriamo a bordo dei due Lagoon 400 e del Lagoon 380, tutti armati con vela Marconi e dotazioni standard per il charter. A partire da Maggio saranno infatti impegnati in crociere settimanali turistiche alle isole Eolie.

Il nostro compito è preparare alla navigazione oceanica barche che conosceranno poi solo il piccolo cabotaggio.

Le dotazioni straordinarie garantite da Captains and Crew comprendono tre PLB  e tre danbuoy e un tracker GPS. Ogni equipaggio dispone di sistema AIS in ricezione applicato al GPS cartografico.  Compriamo e applichiamo gli adesivi per comporre le targhe usando acqua e sapone. Armiamo le life lines. Controlliamo zattere, giubbotti autogonfiabili, dotazioni di sicurezza. Ispezioniamo la testa d’albero e istalliamo i riflettori radar. Teniamo briefing sulla sicurezza e sulle procedure in caso di uomo a mare. La farmacia di bordo è ben fornita e in ogni equipaggio è presente almeno una persona che abbia frequentato un corso di primo soccorso.

Anche se la temperatura per ora non scende sotto i 10 gradi siamo equipaggiati con vestiario a tre strati: uno a pelle, per conservare il calore corporeo, uno intermedio per espellere l'umidità e una cerata per proteggersi da vento e acqua. Un ricambio degli indumenti interni e intermedi è vitale. Gli stivali sono in gore-tex, il tessuto in microfibra che consente la fuoriuscita del vapore acqueo ma impedisce l’ingresso delle gocce. Devono essere sufficientemente grandi da poter essere sfilati senza l’uso delle mani. E’ una misura di sicurezza che permette all’uomo a mare di potersi liberare del peso della calzatura e restare a galla.

La cambusa viene fatta col criterio di rendere disponibile cibo in ogni condizione di mare e vento, ma anche di garantire un pasto caldo tutte le volte che se ne presenta la possibilità. Il pasto caldo costituisce un valore aggiunto sia dal punto di vista organico che psicologico. Per lo stesso motivo, ad ogni cambio turno la nostra routine prevede la preparazione di un the caldo per la guardia montante, come misura di cura del prossimo e come atto di fair play.

L’alcol a bordo semplicemente non è presente. E’ contrario ad ogni norma di sicurezza, di salute psicofisica e di buon senso. Il benessere di chi lavora a bordo è condizione indispensabile per la sicurezza della navigazione. Un minimo di un comandante e due membri di equipaggio, ma spesso in barca si è almeno in quattro, consente un adeguato riposo a tutti.

Le soste sono previste ogni volta che è necessario effettuare un rifornimento, di carburante o di cambusa. L’autonomia a 2000 rpm del Lagoon 380 è 41 ore (2 serbatoi da 100 lt). Quella dei Lagoon 400 è di 66 ore (2 serbatoi da 200 lt). Abbiamo a bordo taniche di gasolio per prolungare le autonomie a più di 80 ore (12 taniche da 20 lt sul 380 e 5 taniche da 20 lt su ogni 400), ma le considerazioni finali si faranno alla luce di vento e correnti. In linea di massima una prima sosta è prevista dopo circa 350 miglia nella zona di La Coruna, nord ovest della Spagna, in modo da affrontare senza affanni Capo Finisterre, prima pietra miliare del viaggio.

Le barche sono finalmente pronte. Il contrasto con il pontile a fianco è notevole. I nostri catamarani, nuovi e attrezzati sono ormeggiati vicino a barche che probabilmente hanno fatto la storia della navigazione. Nulla a che vedere con quelle sentine odoranti di vecchi cenci e di lunghe storie di nausea.

La partenza è vicina. Una profonda ed estesa perturbazione si sviluppa, come spesso accade, a latitudini più settentrionali. Nei settori di Rochebonne e del Cantabrico, la parte di Biscaglia che ci riguarda da vicino, è previsto un vento con intensità inferiore a 5 BF, onda di scaduta fino a 4 mt, ma con un rassicurante periodo di 15 secondi. Il plateau continentale che si estende per 40 miglia dalla costa renderà più difficile l’avvio. Le basse profondità aumentano l’altezza dell’onda. Per le prime miglia è sensibile anche l’effetto delle correnti di marea.

Decidiamo di mollare gli ormeggi alle ore 8 del 6 dicembre. Alle prime luci dell’alba Ugo, il capo flottiglia, aziona il nautofono in corrispondenza del passaggio davanti al bar Etoile de mer. E’ il nostro arrivederci alla Chaume. (continua…)

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