Intervento di Massimiliano Fedriga presidente Friuli Venezia Giulia ph. G.Aiello

Intervento di Massimiliano Fedriga presidente Friuli Venezia Giulia ph. G.Aiello

Alto Adriatico: la nuova filiera della nautica

Servizio

25/03/2024 - 07:40

Monfalcone si scopre il punto più a nord del Mediterraneo: un viaggio lungo la storia e il futuro della nautica dell’alto Adriatico

All’ombra dei cantieri che realizzano le più grandi navi da crociera del mondo c’è una filiera industriale unica: si scrive Monfalcone, si legge “Punto più a Nord del Mediterraneo” e questo è un reportage di un viaggio lungo una costa dalla storia antica, riscoperta oggi dai grandi player della nautica.

Dai Maestri d’Ascia a Beneteau, da Alpha Yachts al nuovo Marina Monfalcone, erede dello storico Hannibal, per arrivare fino alla nautica dei grandi artigiani di Ocean Marine: Monfalcone punta a diventare il centro di gravità per il diporto, con grandi storie da raccontare, oltre 3mila imbarcazioni (una ogni 10 abitanti, per chi ama la statistica) ormeggiate nei 18 km di costa che collegano Trieste, la città della Barcolana, a Grado, una delle mete turistiche più amate dal mercato tedesco. A Monfalcone nel settore della nautica lavorano oltre 1500 persone e in corso vi sono finanziamenti per 9,3 milioni di euro per dare al diporto più spazi, qualità del servizio, ospitalità e opportunità di mercato.

Il nostro viaggio parte dal Canale Est-Ovest: lo si imbocca all’altezza del Castello di Duino, dove la costa bassa dell’Adriatico incontra le falesie del Carso. Grazie a un lavoro di squadra tra Regione Friuli Venezia Giulia, COSEVEG (Consorzio di Sviluppo Economico della Venezia Giulia) e Comune di Monfalcone il Canale Est-Ovest è stato oggetto di importanti lavori che ne hanno portato la profondità fino a -3,7 metri dal livello medio del mare. Una “magia amministrativa”, considerando gli iter burocratici necessari per dragare i fanghi, una “magia necessaria” per garantire a un grande player come Beneteau una infrastruttura che permetta all’azienda di varare i propri Janneau 65, i Grand Trawler 62, o i nuovissimi catamarani a motore M8 che il colosso francese ha scelto di produrre qui, in un insediamento industriale di 45mila metri quadri di cui 18mila coperti: è l’erede dei cantieri MonteCarlo Yachts, che Groupe Beneteau Italia ha messo in pausa di riflessione ma senza rinunciare al proprio unico e strategico cantiere con sbocco diretto sul mare, riconvertendolo a sito di produzione di diversi marchi del Gruppo in cui lavorano oltre 200 persone.

Poco distante, a breve inizieranno invece i lavori per la realizzazione del secondo cantiere italiano di Alpha Yachts, marchio sudamericano di produzione di yacht a motore di lusso, tra i 30 e i 50 metri. Dopo Fano, Alpha Yachts sbarca a Monfalcone dove, a inizio marzo, ha firmato l’acquisto dei terreni in cui è pronto a costruire, puntando a creare 250 posti di lavoro tra dipendenti e indotto.

Alto Adriatico la nuova filiera della nautica ph. G.Aiello

Lo stesso Canale Est-Ovest è percorso, come si conviene in Alto Adriatico, anche da piccole imbarcazioni: 1500 l’anno, per la precisione, che si dirigono verso Ocean Marine, il primo cantiere-marina italiano ad aver introdotto, trent’anni fa, la formula mista “fai da te” più supporto artigiano, il tutto rispettando le (sempre più) severe e complesse normative ambientali. “Mio padre ha inventato questa formula mista - spiega Alberto Cattaruzza - per garantire agli armatori di poter curare direttamente la propria barca, avvalendosi al tempo stesso di professionalità artigiane qualora ci fossero lavori più complessi”. Il risultato è la presenza di 24 artigiani e un piazzale con 900 barche che, a rotazione, vengono rimessate in maniera mista, creando una “economia appassionata” e un consistente giro d’affari che permette anche ai piccoli armatori di mantenere una barca unendo professionalità al proprio olio di gomito. In un insospettabile capannone di Ocean Marine c’è anche un segreto ben nascosto: i maestri d’ascia Odilo Simonit, Paolo Skabar e Federico Lenardon ristrutturano antichi gioielli del mare, che lì approdano da tutto il mondo, e realizzano barche nuove nello “spirit of tradition”, come la meravigliosa Nababbo, che l’armatore Guglielmo Danelon sta portando alla luce. Basta trovare la porta giusta, bussare ed entrare: Odilo vi accoglierà con un disarmante sorriso, per raccontarvi la grande passione dell’essere Maestri d’Ascia.

Accanto a quello Est-Ovest, un altro canale è destinato a passare alla storia: è il Valentinis, che conduce al punto più a Nord del Mediterraneo. 45°48.2793’ N, 13°31.9979’ E le coordinate per raggiungerlo in barca, infilandosi praticamente in città, entro maggio verrà infatti inaugurata una nuova piazza sul mare che segnerà il punto esatto in cui il Mediterraneo entra nel cuore dell’Europa, grazie a oltre 5 milioni di investimenti e con una grande festa che si svolgerà a 199 anni di distanza dal momento in cui l’illuminato Conte Eugenio Valentinis colse l’importanza di scavare il canale, creando un nuovo porto sulla rotta Venezia - Trieste. Due secoli dopo, Monfalcone si riappropria del suo essere al centro d’Europa, erigendo la nuova piazza che diventa il manifesto della vocazione nautica della città: “crescere con il cantiere, e non di cantiere”, dirà il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint, grande appassionata di vela e sempre in prima linea quando si tratta di difendere e sviluppare l’economia blu sulla sua terra.

Hans Peter Steinacher direttore Marina Monfalcone ph. G.Aiello

Continuando a scendere lungo la costa ad ammaliarci è la storia della vela: i grandi circoli nautici, uno su tutti la SVOC (Società Velica Oscar Cosulich) dove nacque - non solo sportivamente, anche “fisicamente” - Mauro Pelaschier, che figlio del custode del circolo visse proprio qui, a Panzano. Difficile ricordare oggi come fosse la Baia di Panzano negli anni Sessanta del secolo scorso, quando iniziarono ad essere impiantate le palificazioni per il primo Marina nautico d’Italia, l’Hannibal. Oggi qui c’è il campione olimpico Hans Peter Steinacher, due medaglie d’oro in classe Tornado a Sidney 2000 e Atene 2004, che gestisce e racconta il futuro di questa imponente struttura che ora porta il nome di Marina Monfalcone. Nei suoi 26 ettari di terreni si trovano l’Isola dei Bagni - riaperta recentemente al pubblico e dedicata agli sport del foiling con, a breve, un nuovo corridoio per il kitesurf e le derive foil - il Marina con i suoi 300 posti barca e oggetto di una completa ristrutturazione che rispetta la filologia del luogo, e i prestigiosi cantieri Comune di Monfalcone
con infrastrutture capaci di gestire il refitting dei maxi yacht - ed è qui che Solaris, che produce i suoi gioielli a vela nella vicina Aquileia, ha una delle proprie basi nautiche - e nuovi spazi a Nord che permetteranno di costruire una stazione di carburante a servizio di tutta la nautica da diporto del territorio.

Gli occhi sono puntati sull’Olimpic Hangar, una grande struttura in legno i cui lavori si concluderanno entro l'estate, la nuova casa di chi - spiega Steinacher - “Vorrà prepararsi per le Olimpiadi 2028 e 2032: qui troverà professionalità, training e un contesto internazionale per portare la preparazione ai massimi livelli”, un progetto visionario sia dal punto di vista architettonico che da quello della logistica e che rientra nei piani di sviluppo sportivo di Red Bull.

Tappa finale la spiaggia: Marina Julia, ultimo tratto di costa di Monfalcone nella rotta verso Grado. È sì dedicata ai bagnanti, ma ha una vocazione sportiva “energy”: è la destinazione di kiters, wingers e windsurfer austriaci, tedeschi (e locali!) grazie a nuove facilities e a una ristrutturazione, anche questa in corso, che consentirà a chi fa sport di avere spazi dedicati e un approdo per i grandi giorni di Bora.

 

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