Azimut 105, una della barche recentemente vendute da Dome Yachts Italia

Azimut 105, una della barche recentemente vendute da Dome Yachts Italia

Dome Yachts Italia: intervista al broker Flavio Domenici, il titolare

Servizio

13/12/2018 - 16:19

I saloni nautici sono eventi attorno ai quali, inevitabilmente, ruota tutto il mondo della nautica. Rassegne dedicate ad armatori e appassionati, cioè i clienti, ma anche agli operatori che utilizzano i boat show per relazionarsi col mercato e con gli altri addetti ai lavori protagonisti della nautica produttiva e dei servizi.

Visitando il Versilia Yachting Rendez-Vous, del quale si è appena conclusa la seconda edizione, abbiamo dunque avuto l’opportunità di trovare tanti professionisti, compresi i broker che del mercato nautico e dunque del settore, sono pedine fondamentali. Fra questi c’era anche Flavio Domenici, titolare della Dome Yachts Italia, agenzia che nelle ultime stagioni ha messo a segno alcune importanti operazioni. PressMare lo ha intervistato.

Cos’è Dome Yachts Italia e cosa offre?

Dome Yachts Italia (DYI) è una società che opera nel settore dei grandi yacht, specializzata nell’attività di brokeraggio di barche a motore che sta sempre più trovando riscontri nell’ambito delle grandi unità e dunque nella nautica super lusso. Siamo sempre operativi fra Livorno e Viareggio e anche perhé agevolati dalla costante presenza sul territorio, proprio nel contesto della Versilia, abbiamo una profonda conoscenza di ciò che storicamente si costruisce in quest’area.

Viareggio sta alla nautica di lusso come Modena sta alle auto fuoriserie…

È così, indubbiamente! Qui c’è la migliore cantieristica made in Italy e del mondo, ma c’è anche una filiera che consente ai nostri marchi di primeggiare: allestitori, accessoristi, artigiani dotati di grandi capacità, ma anche chi fornisce servizi…

Quando è nata Dome Yachts Italia?

La storia dell’azienda è abbastanza giovane, ma le assicuro che di competenza ne abbiamo tanta perché siamo nella nautica da sempre. Sono un mediatore marittimo e ho sempre vissuto di barche, lavorando anche nei cantieri. Il mio team l’ho scelto con cura, gente che ha voglia di seguirmi, persone preparate o che comunque ho formato. Siamo ambiziosi, non lo nascondo, l’obiettivo che tutti noi di DYI abbiamo è quello di crescere, ma se guardiamo alle nostre spalle, a ciò che abbiamo realizzato negli ultimi anni devo dire che siamo già molto soddisfatti.

Gli anni che ci lasciamo alle spalle hanno segnato un periodo che per l’intero comparto nautico è stato difficile, difficilissimo…

DYI è nata proprio in quegli anni “bui” e forse proprio in questo è la soddisfazione maggiore: essere venuti su con un trend completamente differente dal resto del settore. Il nostro modo di lavorare, la nostra professionalità, la conoscenza così approfondita delle barche che abbiamo trattato, ci ha dato modo comunque di assicurarci una posizione di rilievo nell’attività di broker. Dapprima molto localizzata e poi con un respiro territoriale sempre maggiore.

Si dice che l’acquirente cui venga a mancare la fiducia nel venditore, non fa un buon affare: lo conferma?

Il rapporto di fiducia con i clienti e con i loro comandanti o surveyor è fondamentale, lo è in qualsiasi settore merceologico figuriamoci nella nautica di lusso, dove la “merce” sono oggetti che costano milioni. La trasparenza del venditore oltre alla preparazione tecnica, è un aspetto fondamentale che bisogna sempre mettere in campo, altrimenti non si crea quel clima di fiducia che, invece, lo ribadisco, è fondamentale. Altri atteggiamenti non fanno il bene dell’azienda, si trasformano in nodi che prima o poi vengono al pettine…

Nel nostro ambiente forse si cura un po’ troppo l’apparire che spesso è molto diverso dall’essere, mentre noi cerchiamo sempre la massima coerenza anche con l’immagine che vogliamo dare dell’azienda.

Parliamo di barche: mi ha detto che la vostra specializzazione è nell’ambito dei motoryacht, mi ha accennato anche di unità grandi nel vostro portafoglio.

La crescita della DYI è coincisa con la crescita delle barche che abbiamo potuto proporre ai nostri clienti. Siamo partiti col vendere barche “normali” e siamo arrivati a trattare superyacht. Negli ultimi due anni abbiamo trovato clienti a diverse unità grandi, Benetti soprattutto, e diverse altre ne stiamo trattando. Non le nascondo che per noi, oltre che una soddisfazione professionale, poter proporre barche di questo rango è una questione di orgoglio personale, perché innanzi tutto, siamo appassionati di barche e Benetti è il marchio numero 1 al mondo.

Insomma, è un po’ come vendere una Ferrari per un appassionato di auto…

Farei un paragone con Rolls Royce, anche se non è un’auto italiana, meno veloce di un’auto di Maranello ma sicuramente il massimo in termini di esclusività e comfort.

Ci sono segnali positivi dal mercato delle barche nuove, è così anche per l’usato?

La ripresa è innegabile, c’è un’aria diversa e questo è indubbio, anche se vendere una barca non è mai facile. Rispetto al periodo pre-crisi la differenza sostanziale sta nel tempo necessario alla conclusione di una trattativa. Le ripeto, a nessuno piace sbagliare un acquisto e dunque si è portati sempre più a muoversi, come si suol dire, con i piedi di piombo.

E poi c’è maggiore informazione sulle barche proprio grazie a internet...

È vero, teoricamente è così, ma delle volte le troppe informazioni, se non sono vagliate, vere, certe, fanno più confusione che altro, diventano fuorvianti per il cliente che cerca di documentarsi.

Insomma, anche nel brokeraggio nautico si soffrono i fake di internet?

Se fa un giro sui tanti siti nazionali e internazionali che propongono barche in vendita, lei che è un addetto ai lavori capisce al volo che in alcuni annunci c’è qualcosa che non va, hanno quotazioni non attinenti con la realtà del mercato, molto più basse, da discount. Se lei prova a chiamare, vedrà che quelle barche in realtà non esistono, servono solo a stabilire un contatto con un potenziale cliente. Il fatto, però, è che non tutti chiamano, si limitano invece a vedere il prezzo e quella valutazione diventa il loro benchmark nella trattativa.

Come si risolve la cosa?

Ci vuole un po’ di buonsenso perché da che mondo è mondo nessuno regala niente. Certe offerte non vanno prese come oro colato, bisogna diffidare perché il mercato è fatto da oggetti di un valore sostanzialmente sempre definibile in base alla vetustà, alle ore di moto, al tipo di allestimento, al livello di accessori… Le variabili sono tante, ma alla fine il broker professionista riesce sempre a proporre la giusta valutazione. Quando parlo della trasparenza di Dome Yachts Italia, voglio ribadire che la intendo a partire dal prezzo delle barche che proponiamo. Viviamo di compravendite, siamo un’azienda e come tale dobbiamo fare utile, ma le assicuro che le nostre valutazioni sono sempre oneste, assolutamente allineate col reale valore dello yacht che vendiamo.

Un’ultima domanda sempre sul mercato: quali sono le barche attualmente più richieste?

Chi ha la disponibilità di comprare uno yacht, soprattutto quando è grande, solitamente ha poco tempo per goderselo, per cui ogni giorno passato a bordo vuole viverlo con una qualità di vita superiore. Per questo il trend del momento è quello delle barche dislocanti e semidislocanti che garantiscono più spazio a bordo e maggior comfort in navigazione. Non va trascurato anche il fattore consumi, devono essere ragionevoli, devono garantire lunghe crociere. E poi, in termini di allestimenti piacciono le barche che riescono a conciliare praticità d’uso con quell’esclusività consona per un oggetto, lo yacht, non alla portata di tutti.

advertising
PREVIOS POST
Zar Formenti 85 SL The Limo RIB, la nostra prova in mare
NEXT POST
Dispersi in mare: Farnesina sollecita il Portogallo a riprendere ricerche