Ennio Doris, fondatore e presidente di Banca Mediolanum

Ennio Doris, fondatore e presidente di Banca Mediolanum

Ennio Doris: Seven, il mio ketch, il mio Perini Navi

Lifestyle

09/11/2018 - 13:30

Ennio Doris, presidente e fondatore di Banca Mediolanum, racconta il suo nuovo ketch firmato Perini Navi. Si chiama Seven ed è una barca nata dall’amore per la famiglia e per il mare

 

Di un’altra barca, certo, Ennio Doris non ne aveva bisogno. Principessa Vaivia, un 40 metri varato nel 1991, sempre da Perini Navi, andava benissimo. Ma quando Fabio Perini gli ha proposto un ketch di 60 metri, il presidente di Banca Mediolanum ha pensato immediatamente ai suoi nipoti, ai suoi figli e alla possibilità di navigare tutti insieme, e nel comfort. Nessuna ostentazione. Ma tanto stile a bordo e tante scelte che potessero andare incontro alle esigenze di tutti, dal più giovane componente della famiglia (il nipotino di otto anni) a lui stesso. E per ottenere ciò si è rivolto all’architetto Dante O. Benini, fedele interprete dei suoi desiderata.

Presidente, che cosa rappresenta per lei l’oggetto barca? Il coronamento di un sogno o uno status?

Né l’uno né l’altro. L’incontro con il mare attraverso la barca è stato casuale: Silvio Berlusconi mi mise a disposizione il suo ketch, Principessa Vaivia, per poter completare e seguire i lavori di ristrutturazione della mia villa a Porto Rotondo in Sardegna. Non avevo un’esperienza in fatto di barche: avevo fatto solo una crociera nel Tirreno con la famiglia, su un 33 metri charterizzato. Ma quando ho navigato su Principessa Vaivia ho avuto un colpo di fulmine! Decisi di comprarla e feci la mia proposta a Berlusconi, che nel frattempo aveva acquistato la barca di Rupert Murdoch, il Morning Glory. Mia moglie non era per niente d’accordo. Ma poi se ne innamorò forse più di me. Perché a bordo di una barca non si deve pensare a nient’altro.

Che rapporto ha con il mare?

Adoro la natura: l’andare a vela, sentire il silenzio, il vento e lo sciacquio dell’acqua. Sono esperienze impagabili.

Che cosa le permette la barca?

Abbiamo una villa in Sardegna con una bella spiaggia vicina. Ma la barca ci offre le stesse comodità oltre alla possibilità di raggiungere un’infinità di posti nuovi e di conoscere nuovi usi e abitudini. E soprattutto di isolarci dal mondo e di stare a contatto con la natura.

Quali sono i suoi posti preferiti?

Abbiamo visitato i Caraibi a bordo del Morning Glory (48 metri Perini Navi) ed è stato bellissimo, ma io sono molto legato alla mia terra e al mare che ci circonda. Mi piace l’Adriatico anche se il mare più bello è sulla sponda opposta rispetto a quella italiana; c’è una quantità di isole impressionante, che forma piccoli mari interni; il navigare è veramente dolce. Amo molto anche la Grecia. In Italia però la varietà è impareggiabile, vere perle: ho un ricordo forte di ogni luogo. A Salina si mangiano le granite migliori del mondo. A Lipari ci sono gli involtini di pesce imperatore più gustosi. A Capri alla Taverna Anema e Core i balli più scatenati. È straordinario. Mi piace gustare la bellezza del mare, delle tradizioni e delle persone.

Perché ha scelto ancora Perini Navi per la sua nuova barca?

Quando sono salito su Principessa Vaivia (anch’esso un Perini) ho pensato che quello fosse il modo giusto di navigare. Amo le navi Perini perché riescono a conciliare la navigazione senza rumore con le comodità di una barca a motore. Ho conosciuto anche Fabio Perini: un genio, le sue barche a vela automatiche sono uniche al mondo.

Si mette mai al timone?

No, no… non tocco nulla, mi piace essere trasportato senza prendere decisioni. Reggo già il timone nel mio ufficio. Lavoro 11 mesi e mezzo l’anno: sono un imprenditore, non riposo quasi mai e quando salgo in barca penso solo a rilassarmi.

Come è caduta la scelta sullo studio dell’architetto Dante Benini?

A Padova avevamo organizzato una manifestazione per i clienti Mediolanum e Benini era uno dei relatori. Dante ha mostrato le sue realizzazioni, dai grattacieli ai ponti e anche le sue barche. Ogni sua opera rivela la passione che anima il suo lavoro. È stato amore a prima vista.

Da un 40 metri a un 60 metri… il salto è grande...

Il salto è enorme, è vero! I metri quadri della vela del Principessa Vaivia sono 600, quelli di Seven sono circa 2100 e lo scafo è largo quattro metri in più. È stato casuale, non pensavamo di cambiare barca. Fabio Perini ci ha proposto uno yacht che era già in costruzione e insieme a mio figlio abbiamo valutato fosse una buona idea perché ci avrebbe permesso di essere tutti insieme.

Quindi in barca porta tutta la famiglia, incluso i sette nipoti. Quanto ha pesato questo sulle scelte di interior design?

Moltissimo. Ognuno di noi ha esigenze diverse perché a bordo ci sono generazioni diverse: dal nipotino di 8 anni a me stesso, che ne ho 78. Tutti abbiamo contribuito alle scelte di interior design, ma mio figlio Massimo e mia moglie hanno lavorato di più. Per lei era importante che fosse una barca elegante e semplice. Come è lo stile di Dante. Massimo ha un gusto più moderno e ha espresso i suoi desiderata all’architetto. Il risultato è un giusto equilibrio tra due generazioni. Mio figlio poi ama andare a vela con le barche piccole e mio nipote pratica lo sci d’acqua. A bordo sono previsti un laser, delle moto d’acqua, una zona gym, per accontentare tutti.

E lei che desiderio ha espresso?

Io amo fare il tapis roulant per fare un po’ di moto a bordo. Non posso prendere il sole (faccio il bagno la mattina presto o la sera tardi) e a poppa, all’esterno, in zona ombreggiata, hanno messo due tapis e una cyclette. Così quando Seven sarà in rada io potrò fare la mia “camminata” all’ombra. Ho chiesto, poi, un divano su cui leggere.

Che cosa le piace di più del progetto Seven e cosa di meno?

Il sistema per automatizzare creato da Perini per issare il genoa (all’inizio non era previsto) è una prima assoluta che, successivamente, ha voluto anche un altro armatore. Questa barca presenta un solo un difetto, essendo un 60 metri si è più lontani dal mare. Sul Principessa Vaivia quando si va di bolina, sbandati, si riesce a toccare l’acqua con un dito.

Che cosa rappresenta per lei Seven?

la mia famiglia. Avere la possibilità, per quei pochi giorni all’anno, di stare veramente tutti insieme. E godermi quindi ciò che di più importante ho nella vita.

Qual è la zona che la fa stare meglio a bordo?

Sul Principessa Vaivia era la poppa. Ma su Seven sarà bellissimo stare anche a prua; c’è uno spazio dove si è può anche pranzare e cenare, sempre ventilato non solo in navigazione, sotto le vele e all’ombra. Credo che lo userò molto.

Seven: solo il numero dei suoi nipoti o anche un numero scaramantico?

Entrambe le cose, è una coincidenza. Sette è un numero biblico e anche un numero fortunato. Io credo nelle coincidenze. Ecco, la mia è una vita costellata di coincidenze fortunate.

Désirée Sormani

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